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CLASSICI

Alfredo Ronci

L'onestà di un uomo 'nudo': 'Il segreto di Luca' di Ignazio Silone.

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Il segreto di Luca è un romanzo di due uomini per bene, e sarebbe anche superfluo aggiungere che di questi tempi avrebbe meritoria influenza già di per sé. Però va detto, perché lo si qualifichi in modo inequivocabile; ma va anche sottolineato che rappresenta una sorta di diversità nell'opera letteraria dello scrittore abruzzese. Diversità dalla tematica politica e personale dell'uomo, prima ancora che intellettuale, perennemente 'preso' dalla necessità di far corrispondere il proprio senso della democrazia con quello, ugualmente pregnante, dell'arte.

Silone in questo romanzo affronta il tema, prima ancora dell'ingiustizia (un uomo è stato condannato all'ergastolo per un omicidio mai commesso e graziato dopo quarant'anni), del senso morale dell'esistenza. Quel senso che impedisce al protagonista, fin quasi alla fine, di rivelare al mondo intero i motivi del suo silenzio, quindi del suo segreto: l'amore per una donna ed il rispetto della sua figura.

Non entrerei nei dettagli: per non instradare troppo il lettore e per evitare che del romanzo ci si faccia un'idea parziale e monotematica.

Perché su Il segreto di Luca si è detto tutto e il contrario di tutto. Come per l'artista, accusato di proporre una letteratura del 'fuoriuscitismo' (la critica di sinistra non fu mai morbida con Silone, anzi, solo negli anni sessanta cominciò ad accorgersi del valore e della statura della sua opera), se non addirittura di una facile narrativa moralistica.

Il romanzo, come di diceva all'inizio, è essenzialmente una storia di due uomini per bene: Luca Sabatini, che torna dopo quarant'anni di carcere nel suo paese d'origine, e Andrea Cipriani, che ci va di pensare una sorta di alter-ego di Silone, che da antifascista perseguitato, dopo la guerra si fa portavoce di un ritorno ad un senso civico della politica e soprattutto alla ricerca di una giustizia 'giusta'.

Scritto nel 1956 (curioso come nell'anno della Rivoluzione di Budapest, finita nel sangue dopo l'intervento dell'Armata Russa, e che Silone condannò senza mezzi termini fino a dire di Togliatti che aveva difeso l'intervento: di una volgarità e un'insolenza che la lingua italiana non aveva più conosciuto dai tempi del fascismo, il romanzo si tenga a debite distanze dalla stretta attualità) affronta comunque problemi che una società italiana da poco uscita dalla guerra, deve necessariamente affrontare: ed il giudizio sul nuovo 'assetto' è assai critico ed impietoso. Come quando lo scrittore fa un ritratto del nuovo parroco (quello che ha sostituito Don Serafino, amico e confessore di Luca) e scrive: Don Franco – assicurò il sindaco – ormai crede solo nel Ministero dei lavori Pubblici. Ultimamente... (eterno dilemma tra la disobbedienza all'autorità costituita della Chiesa e la coscienza di chi crede?) o l'appunto dello stesso Don Serafino che ad un Luca ovviamente disorientato gli suggerisce la pervasività dell'azione politica: La politica, mio caro Luca è ora come il colera.

Qualche male intenzionato ha anche avuto il coraggio di definire Il segreto di Luca una specie di feuilleton un po' più intellettualizzato: stupisce che il ritratto di una donna (Ortensia) sposata ed innamorata di un altro (Luca) e rinchiusasi in un convento per 'onorare' la memoria del suo amato accusato di un delitto che non ha commesso, e di un uomo che, pur di non rivelare al mondo il nome della sua amata (perché l'amata in quel caso , era 'costretta' , agli occhi dei compaesani e della morale tutta, ai lacci di una convenzionalità sociale) confessa un omicidio mai commesso, possa, nella visione storicamente netta e polita di Silone, suggerire agganci all'arte del romanzo d'appendice.

Lo scrittore era conscio dei suoi mezzi e di dove voleva andare a parare. Si permette pure, in un passo che appare soprattutto oggi significativo, un pizzico di cattiveria nei confronti di una letteratura allora in voga: il neorealismo. In uno scambio di battute tra Don Serafino ed Andrea, il prete dice: "Te ne vai?" gli domandò. "Proprio ora che potresti riposarti. Decisamente non sai goderti la vita. Cosa sono tutte codeste carte che vedo sul tavolo? Hai scritto per caso anche tu un romanzo neo-realista?".

Quell' 'anche tu' dovrebbe pesare, soprattutto nella considerazione che Silone fu spesso visto per ciò che non era: moralista, artisticamente scarso, poco rivoluzionario (da certa critica, ahinoi, marxista!)

Diceva di lui Gilbert Sigaux, professore e critico letterario: La rivoluzione di Silone è la rivoluzione degli uomini nudi.

Quegli uomini che non hanno paura a mostrare una coscienza cristallina. Come quella di Luca Sabatini ed Andrea Cipriani.



L'edizione da noi considerata è:



Ignazio Silone

Il segreto di Luca

Oscar Mondadori - 1976



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