CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
La felicità non è tutto, pare suggerirci Lucinda Williams: 'Blessed'.

Ad essere sinceri l'aspettavamo da un po' questo disco, e alla fine è arrivato. E lei ci sembra di nuovo in carreggiata, dopo qualche leggero sbandamento nelle ultime prove.
Ha confessato che sta bene, che è felice e che ha una vita che la soddisfa, ma nonostante ciò non rinuncia a parlarci di un mondo in difficoltà e delle malinconie dell'esistenza.
La musica è sempre quella, diretta e coinvolgente, divisa quasi equanimemente tra ballate e cavalcate rock (Blessed da questo punto di vista è più 'posato': c'è una maggiore prevalenza di 'lenti') e che si pregia in questo caso di ospiti prestigiosi come Matthew Sweet e soprattutto Elvis Costello che con la sua chitarra le 'ricama' ben tre pezzi. I testi, come si dice anche nel titolo, prediligono aspetti più drammatici e malinconici.
L'apertura di 'Buttercup' è rokkeggiante e ci predispone ad un ascolto energico, ma le due ballate successive ristabiliscono l'atmosfera: accattivante 'I don't know how you're livin' e dolorosa, quasi angosciosa 'Copenhagen' (la notizia della morte del suo manager):E' un tardo ottobre a Copenhagen, i cieli sono grigi e la neve è caduta. Vedo il respiro che si fa vapore e mi sto congelando, immobile ed incredula.
Non ci si sposta di molto da queste atmosfere perché 'Seeing black' riflette sul significato del suicidio,(quello del grande Vic Chessnut) mentre 'Soldier's song è un drammatico resoconto di un soldato che vive la drammaticità della guerra, ma nello stesso tempo pensa al suo bimbo a casa (Oggi ho sparato al mio nemico, baby dai un abbraccio al piccolo da parte mia, ad un mio amico sono partite entrambe le gambe, baby il piccolo deve avere la tosse).
La voce intensa e roca della Williams poi rende ancora più dolorose certe confessioni, come per esempio in 'Convince me' (di nuovo con Costello alla chitarra elettrica) in cui si vive un vero e proprio riconoscimento d'impotenza di fronte al disfacimento del mondo (Sono stata in difficoltà e triste, dimmi qualcosa di buono e di nuovo, per favore, convincimi (...) ed illuminami, dimmi che le cose si aggiusteranno).
La Williams appartiene a quella schiera di artisti che senza grandi clamori continua per la diritta via con molta professionalità. Accanto a lei ci metterei pure Shelby Lynne e soprattutto Amos Lee (il mio adorato Amos Lee) che sta per uscire con un nuovo album prodotto da Joe Burns dei Calexico e dove ci sarà la partecipazione della stessa Williams. I tre sono innanzitutto cantautori che non appartengono a mode a o a flussi 'di pensiero'. Appartengono di più ad una certa tradizione musicale legata molto al blues e quindi agli stati emotivi.
In Blessed, manco a dirlo, ci si emoziona, e questo credo sia la cosa che dovremmo pretendere dalla musica. Il resto sono ciance.
P.S. Esiste del disco una versione deluxe. Due cd. Il primo è quello di cui vi abbiamo parlato. Il secondo (The Kitchen demos) presenta la stessa scaletta ma le incisioni sono tutte acustiche e realizzati nella cucina della Williams. Come a dire casa e chiesa.
Lucinda Williams
Blessed
Lost Highway
Ha confessato che sta bene, che è felice e che ha una vita che la soddisfa, ma nonostante ciò non rinuncia a parlarci di un mondo in difficoltà e delle malinconie dell'esistenza.
La musica è sempre quella, diretta e coinvolgente, divisa quasi equanimemente tra ballate e cavalcate rock (Blessed da questo punto di vista è più 'posato': c'è una maggiore prevalenza di 'lenti') e che si pregia in questo caso di ospiti prestigiosi come Matthew Sweet e soprattutto Elvis Costello che con la sua chitarra le 'ricama' ben tre pezzi. I testi, come si dice anche nel titolo, prediligono aspetti più drammatici e malinconici.
L'apertura di 'Buttercup' è rokkeggiante e ci predispone ad un ascolto energico, ma le due ballate successive ristabiliscono l'atmosfera: accattivante 'I don't know how you're livin' e dolorosa, quasi angosciosa 'Copenhagen' (la notizia della morte del suo manager):E' un tardo ottobre a Copenhagen, i cieli sono grigi e la neve è caduta. Vedo il respiro che si fa vapore e mi sto congelando, immobile ed incredula.
Non ci si sposta di molto da queste atmosfere perché 'Seeing black' riflette sul significato del suicidio,(quello del grande Vic Chessnut) mentre 'Soldier's song è un drammatico resoconto di un soldato che vive la drammaticità della guerra, ma nello stesso tempo pensa al suo bimbo a casa (Oggi ho sparato al mio nemico, baby dai un abbraccio al piccolo da parte mia, ad un mio amico sono partite entrambe le gambe, baby il piccolo deve avere la tosse).
La voce intensa e roca della Williams poi rende ancora più dolorose certe confessioni, come per esempio in 'Convince me' (di nuovo con Costello alla chitarra elettrica) in cui si vive un vero e proprio riconoscimento d'impotenza di fronte al disfacimento del mondo (Sono stata in difficoltà e triste, dimmi qualcosa di buono e di nuovo, per favore, convincimi (...) ed illuminami, dimmi che le cose si aggiusteranno).
La Williams appartiene a quella schiera di artisti che senza grandi clamori continua per la diritta via con molta professionalità. Accanto a lei ci metterei pure Shelby Lynne e soprattutto Amos Lee (il mio adorato Amos Lee) che sta per uscire con un nuovo album prodotto da Joe Burns dei Calexico e dove ci sarà la partecipazione della stessa Williams. I tre sono innanzitutto cantautori che non appartengono a mode a o a flussi 'di pensiero'. Appartengono di più ad una certa tradizione musicale legata molto al blues e quindi agli stati emotivi.
In Blessed, manco a dirlo, ci si emoziona, e questo credo sia la cosa che dovremmo pretendere dalla musica. Il resto sono ciance.
P.S. Esiste del disco una versione deluxe. Due cd. Il primo è quello di cui vi abbiamo parlato. Il secondo (The Kitchen demos) presenta la stessa scaletta ma le incisioni sono tutte acustiche e realizzati nella cucina della Williams. Come a dire casa e chiesa.
Lucinda Williams
Blessed
Lost Highway
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