CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Lei potrebbe davvero cantare l'elenco del telefono: 'Sing it loud' di K.D.Lang and the Siss Boom Bang.
Ho sempre detto che mi piacerebbe vederla accanto ad artisti come Chris Isaak, il mio adorato Amos Lee, a Shelby Linne, ma anche a Lucinda Williams: prima o poi qualcosa accadrà (forse i Calexico ci metteranno lo zampino?)
Aspettavamo questo disco dopo l'antologia doppia Recollection del 2010 e qualche avventura non troppo entusiasmante (vedi A wonderful world accanto al grande vecchio Tony Bennett, e Watershed): ed il risultato ci conforta.
Il nuovo gruppo che l'accompagna, la Siss Boom Bang, le restituisce quell'allure che sembrava un po' persa: e per allure intendiamo una propensione tutta lirica al canto, ma mai leziosa o insopportabilmente pop. La dimensione interpretativa della Lang, quando le cose funzionano a dovere, appartiene ai grandi del passato e alla torch song: a cominciare da Elvis.
Basta ascoltare l'inizio, quel 'I confess' che ti trapassa l'anima coi singulti dolorosi, e non esente da siffatta profondità nemmeno 'A sleep with no dreaming' o ancor di più 'Perfect word'.
Ma lo stile della Lang lo si può definire pop-country? Limitante, soprattutto per chi ha amato alla follia Ingenue (qualcuno un po' fuori misura lo paragonò a Blue di Joni Mitchell. Troppo no?): in realtà consumare le meningi per etichettare un'artista è operazione di plastica, sempre e comunque.
Metti 'Sugar buzza' dove elementi rockeggianti spezzano l'atmosfera un po' rilassata: quest'ultima anch'essa di facciata, perché poi la canadese si permette di rifare la 'Heaven' dei Talking Heads (tratta da Fear of music... e poi diciamocelo, la Lang nelle cover ha una marcia in più. Ricordate il bel disco Hymns of 49th parallel dove rifaceva, tra l'altro, proprio la Joni di Blue?).
Insomma, come dicono le persone a corto di espressioni eleganti, le parole stanno a zero. Partendo dal presupposto che da cantanti del genere non possiamo certo aspettarci dischi rivoluzionari (ma di questi tempi che cosa ti vuoi rivoluzionare?), qui siamo dalle parti di Shadowland e Live by request (il live registrato in carcere) e a noi basta immergerci in atmosfere eleganti, sfiziose ed interpretate in modo magistrale. E da quest'ultimo punto di vista la Lang è una delle migliori sulla piazza. Non sarà uno splendore di femmina, non sarà una performer di razza, ma quando stende l'ugola davvero potrebbe cantare anche l'elenco del telefono.
K.D.Lang and the Siss Boom Bang
Sing it loud
Nonesuch - 2011
Aspettavamo questo disco dopo l'antologia doppia Recollection del 2010 e qualche avventura non troppo entusiasmante (vedi A wonderful world accanto al grande vecchio Tony Bennett, e Watershed): ed il risultato ci conforta.
Il nuovo gruppo che l'accompagna, la Siss Boom Bang, le restituisce quell'allure che sembrava un po' persa: e per allure intendiamo una propensione tutta lirica al canto, ma mai leziosa o insopportabilmente pop. La dimensione interpretativa della Lang, quando le cose funzionano a dovere, appartiene ai grandi del passato e alla torch song: a cominciare da Elvis.
Basta ascoltare l'inizio, quel 'I confess' che ti trapassa l'anima coi singulti dolorosi, e non esente da siffatta profondità nemmeno 'A sleep with no dreaming' o ancor di più 'Perfect word'.
Ma lo stile della Lang lo si può definire pop-country? Limitante, soprattutto per chi ha amato alla follia Ingenue (qualcuno un po' fuori misura lo paragonò a Blue di Joni Mitchell. Troppo no?): in realtà consumare le meningi per etichettare un'artista è operazione di plastica, sempre e comunque.
Metti 'Sugar buzza' dove elementi rockeggianti spezzano l'atmosfera un po' rilassata: quest'ultima anch'essa di facciata, perché poi la canadese si permette di rifare la 'Heaven' dei Talking Heads (tratta da Fear of music... e poi diciamocelo, la Lang nelle cover ha una marcia in più. Ricordate il bel disco Hymns of 49th parallel dove rifaceva, tra l'altro, proprio la Joni di Blue?).
Insomma, come dicono le persone a corto di espressioni eleganti, le parole stanno a zero. Partendo dal presupposto che da cantanti del genere non possiamo certo aspettarci dischi rivoluzionari (ma di questi tempi che cosa ti vuoi rivoluzionare?), qui siamo dalle parti di Shadowland e Live by request (il live registrato in carcere) e a noi basta immergerci in atmosfere eleganti, sfiziose ed interpretate in modo magistrale. E da quest'ultimo punto di vista la Lang è una delle migliori sulla piazza. Non sarà uno splendore di femmina, non sarà una performer di razza, ma quando stende l'ugola davvero potrebbe cantare anche l'elenco del telefono.
K.D.Lang and the Siss Boom Bang
Sing it loud
Nonesuch - 2011
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