INTERVISTE
Marianna Poullain
Marianna, ti chiedo di aiutarci a capire questo fenomeno. E come si spiega una così rapida espansione dell'associazione?
In realtà la nostra attività è iniziata molto prima, con il coro del liceo. E' così che sono nati i primi concerti, in collaborazione con i cori di altre scuole. Così è cominciata la passione, l'entusiasmo. Poi abbiamo voluto continuare, costituirci come associazione per crescere ancora, per poter organizzare e pianificare gli eventi, interagendo con gli enti pubblici e privati.
Che tipi siete? So che la vostra età media è di 20-23 anni, in una fascia che spazia dai 14 ai 26. Quasi tutti studenti. Ma pensare a dei ragazzi che passano il tempo libero esercitandosi su musiche sacre, come il 'Gloria' di Vivaldi, come il 'Requiem' di Mozart... be', mi sembra un tantino controcorrente. Non sarete dei "bacchettoni"?
No, tutto il contrario! La nostra passione nasce dal piacere che proviamo nel cantare insieme. Merito anche del nostro maestro di coro, Marco Boido, che ci ha trasmesso la passione per la musica. Poi studiando ci siamo accorti che preferivamo cantare Vivaldi rispetto ad altri autori, anche moderni, perché la musica di Vivaldi è entusiasmante, è una delle più coinvolgenti per un coro.
Allora avete preso le distanze dalla musica moderna?
Tutt'altro. Abbiamo un repertorio molto vario, anche perché fra noi c'è molta pluralità. C'è la ricchezza di contributi diversi. Nel nostro repertorio ci sono i gospel, ad esempio, e ci sono anche le canzoni dei Beatles. Abbiamo scoperto che le musiche dei Beatles sono molto adatte per l'esecuzione in coro.
La pluralità è una bella cosa, ma penso che non sia sempre facile conciliare idee diverse. Non litigate mai?
Parliamo molto. Il nostro è un gruppo paritario, anche se è stato necessario attribuire delle cariche. In realtà decidiamo tutti insieme. La nostra associazione è nata da tante idee che abbiamo messo in comune. Ci siamo ritrovati con poca esperienza, ma con tanta voglia di fare. Per questo c'è bisogno del contributo di tutti. La nostra forza sta proprio nella condivisione. Frequentandoci nel coro siamo diventati amici e si è formato un gruppo particolarmente coeso. Usciamo insieme, andiamo a divertirci come tutti i ragazzi della nostra età. Soprattutto ci piace mangiare insieme, per parlare e raccontarci le nostre diverse esperienze.
I vostri obiettivi?
Prima di tutto coltivare una cosa che ci piace. Poi desideriamo coinvolgere il maggior numero possibile di ragazzi in questa nostra passione. Siamo convinti che se i ragazzi non amano la musica classica ciò è dovuto ad un approccio sbagliato nell'offerta di stimoli. Lo si fa in modo pedante e serioso, anziché trasmettere il senso del piacere legato alla musica. Organizzare i concerti è anche un modo per diffondere l'interesse per la musica corale.
Credi che ci riuscirete?
Sta già succedendo. Ci sono diversi licei che collaborano con noi. Molti presidi e professori mostrano sensibilità in tal senso. Abbiamo notato che una delle cose che motivano di più gli studenti ad avvicinarsi al coro è il vedere dei professori che cantano con loro. Domenica 18 maggio canteremo insieme ai cori di tre licei romani. Amici e compagni verranno ad assistere al concerto, ed è così che qualcun altro può sentirsi coinvolto e avvicinarsi a questo tipo di musica.
Insomma, sperate in un effetto a "palla di neve".
Esattamente. E poi è interessante lavorare con musicisti di altri paesi. L'anno scorso, nel concerto per il Brasile all'Auditorium, abbiamo cantato accompagnati da un'orchestra giovanile polacca. Domenica suoneranno con noi dei ragazzi finlandesi. In questo modo ci rapportiamo con i diversi modi di fare musica negli altri paesi. Purtroppo in Italia si investe poco nella musica classica. Manca proprio un'alfabetizzazione musicale. Però ora stiamo trovando molta rispondenza negli Enti Locali. Anche l'Associazione degli Amici di Santa Cecilia dà un grande aiuto, con un progetto che sostiene i cori nei licei.
Avete cantato per il Brasile, ora lo farete per l'Africa. Da dove derivano queste scelte?
Per la precisione questa volta il ricavato del concerto andrà interamente all'AMREF, per il sostegno dei suoi progetti in Uganda. L'anno scorso abbiamo raccolto diecimila euro per il Brasile. Questo significa che anche la musica classica può essere veicolo di valori solidali. Per me poi si tratta di una spinta che ho sempre sentito, fin da piccola. Infatti sto studiando economia per occuparmi di cooperazione internazionale. La scelta delle onlus con cui collaborare avviene attraverso le proposte dei soci. Le vagliamo accuratamente, perché ci preoccupiamo di individuare organizzazioni affidabili, e di verificare con molto rigore l'utilizzo dei fondi.
E ora dimmi: con tutti questi impegni trovi anche il tempo per leggere?
Mi piace leggere, ma lo faccio specialmente d'estate.
I tuoi autori preferiti?
Adoro Pennac. Ho letto i suoi libri più volte, in italiano e in francese. Sì, posso dire che è il mio autore preferito. Mi piace anche Isabella Allende. Ma devo confessare che mi appassionano anche i bei "romanzoni" dell'ottocento!
In realtà la nostra attività è iniziata molto prima, con il coro del liceo. E' così che sono nati i primi concerti, in collaborazione con i cori di altre scuole. Così è cominciata la passione, l'entusiasmo. Poi abbiamo voluto continuare, costituirci come associazione per crescere ancora, per poter organizzare e pianificare gli eventi, interagendo con gli enti pubblici e privati.
Che tipi siete? So che la vostra età media è di 20-23 anni, in una fascia che spazia dai 14 ai 26. Quasi tutti studenti. Ma pensare a dei ragazzi che passano il tempo libero esercitandosi su musiche sacre, come il 'Gloria' di Vivaldi, come il 'Requiem' di Mozart... be', mi sembra un tantino controcorrente. Non sarete dei "bacchettoni"?
No, tutto il contrario! La nostra passione nasce dal piacere che proviamo nel cantare insieme. Merito anche del nostro maestro di coro, Marco Boido, che ci ha trasmesso la passione per la musica. Poi studiando ci siamo accorti che preferivamo cantare Vivaldi rispetto ad altri autori, anche moderni, perché la musica di Vivaldi è entusiasmante, è una delle più coinvolgenti per un coro.
Allora avete preso le distanze dalla musica moderna?
Tutt'altro. Abbiamo un repertorio molto vario, anche perché fra noi c'è molta pluralità. C'è la ricchezza di contributi diversi. Nel nostro repertorio ci sono i gospel, ad esempio, e ci sono anche le canzoni dei Beatles. Abbiamo scoperto che le musiche dei Beatles sono molto adatte per l'esecuzione in coro.
La pluralità è una bella cosa, ma penso che non sia sempre facile conciliare idee diverse. Non litigate mai?
Parliamo molto. Il nostro è un gruppo paritario, anche se è stato necessario attribuire delle cariche. In realtà decidiamo tutti insieme. La nostra associazione è nata da tante idee che abbiamo messo in comune. Ci siamo ritrovati con poca esperienza, ma con tanta voglia di fare. Per questo c'è bisogno del contributo di tutti. La nostra forza sta proprio nella condivisione. Frequentandoci nel coro siamo diventati amici e si è formato un gruppo particolarmente coeso. Usciamo insieme, andiamo a divertirci come tutti i ragazzi della nostra età. Soprattutto ci piace mangiare insieme, per parlare e raccontarci le nostre diverse esperienze.
I vostri obiettivi?
Prima di tutto coltivare una cosa che ci piace. Poi desideriamo coinvolgere il maggior numero possibile di ragazzi in questa nostra passione. Siamo convinti che se i ragazzi non amano la musica classica ciò è dovuto ad un approccio sbagliato nell'offerta di stimoli. Lo si fa in modo pedante e serioso, anziché trasmettere il senso del piacere legato alla musica. Organizzare i concerti è anche un modo per diffondere l'interesse per la musica corale.
Credi che ci riuscirete?
Sta già succedendo. Ci sono diversi licei che collaborano con noi. Molti presidi e professori mostrano sensibilità in tal senso. Abbiamo notato che una delle cose che motivano di più gli studenti ad avvicinarsi al coro è il vedere dei professori che cantano con loro. Domenica 18 maggio canteremo insieme ai cori di tre licei romani. Amici e compagni verranno ad assistere al concerto, ed è così che qualcun altro può sentirsi coinvolto e avvicinarsi a questo tipo di musica.
Insomma, sperate in un effetto a "palla di neve".
Esattamente. E poi è interessante lavorare con musicisti di altri paesi. L'anno scorso, nel concerto per il Brasile all'Auditorium, abbiamo cantato accompagnati da un'orchestra giovanile polacca. Domenica suoneranno con noi dei ragazzi finlandesi. In questo modo ci rapportiamo con i diversi modi di fare musica negli altri paesi. Purtroppo in Italia si investe poco nella musica classica. Manca proprio un'alfabetizzazione musicale. Però ora stiamo trovando molta rispondenza negli Enti Locali. Anche l'Associazione degli Amici di Santa Cecilia dà un grande aiuto, con un progetto che sostiene i cori nei licei.
Avete cantato per il Brasile, ora lo farete per l'Africa. Da dove derivano queste scelte?
Per la precisione questa volta il ricavato del concerto andrà interamente all'AMREF, per il sostegno dei suoi progetti in Uganda. L'anno scorso abbiamo raccolto diecimila euro per il Brasile. Questo significa che anche la musica classica può essere veicolo di valori solidali. Per me poi si tratta di una spinta che ho sempre sentito, fin da piccola. Infatti sto studiando economia per occuparmi di cooperazione internazionale. La scelta delle onlus con cui collaborare avviene attraverso le proposte dei soci. Le vagliamo accuratamente, perché ci preoccupiamo di individuare organizzazioni affidabili, e di verificare con molto rigore l'utilizzo dei fondi.
E ora dimmi: con tutti questi impegni trovi anche il tempo per leggere?
Mi piace leggere, ma lo faccio specialmente d'estate.
I tuoi autori preferiti?
Adoro Pennac. Ho letto i suoi libri più volte, in italiano e in francese. Sì, posso dire che è il mio autore preferito. Mi piace anche Isabella Allende. Ma devo confessare che mi appassionano anche i bei "romanzoni" dell'ottocento!
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