DE FALSU CREDITU
Adelaide Miglietta
Nino Biperio
G.F., Pag. 155 Euro 12,90
Nell'epoca del Grande Fratello (curiosamente la casa editrice che pubblica il romanzo di questa giovanissima scrittrice, appena quindicenne, ha le stesse iniziali della fortuna trasmissione televisiva) è curioso rilevare la continua ed inarrestabile trasformazione della lingua parlata. Recentemente, a proposito dell'uso del T9, cioè il linguaggio dei telefonini, usato per lo più dagli adolescenti, ma che sta acquistando sempre più credito anche nelle fasce più alfabetizzate, ho letto prese di posizioni che vanno dal grido di allarme "salviamo il congiuntivo contro i delitti grammaticali dei Biscardiani", alla domanda inquietante: il T9 è antisemita? Ed è quello che si è chiesto il politico Diego Volpe Pasini, presidente del movimento "SOS Italia" quando, per una singolare coincidenza, volendo scrivere la parola "ebraismo" ha ottenuto invece la ben diversa parola "fascismo" ("ebraismo" viene invece suggerita solo scorrendo la lista delle parole alternative, in seconda posizione).
Secondo quanto riportato dalla agenzia Ansa, per Volpe Pasini non si tratterebbe "di un errore o di una casualità, bensì di una chiara volontà del programmatore di giocare sui termini e di lasciare in ogni telefonino italiano il suo messaggio antisemita". Volpe Pasini avrebbe inoltre inviato una formale richiesta al Ministero delle Comunicazioni e alla Procura di Roma, "affinché vengano ritirati e modificati tutti i telefonini in commercio, presenti sugli scaffali, e rimessi sul mercato solo dopo avere modificato il software".
Mi chiedo a questo punto se sia più sano di mente quello che usa sistematicamente il telefonino per cominicare, anche sensazioni più intime, o colui che ne fa una questione ideologica, quando l'ideologia non c'entra un piffero.
Adelaide Miglietta scavalca, per fortuna, le diatribe e ci regala un romanzetto asciutto e divertente, alla stregua de Tre metri sopra il cielo, anche se più vicino ad avventure cinematografiche come per esempio l'ormai quasi dimenticato Mignon è partita.
E' la storia di una ragazza della provincia di Piacenza che, stanca dei rimproveri dei genitori per lo scarso rendimento scolastico, decide d'ingegnarsi mettendo da parte la paghetta settimanale e investendo i risparmi nell'acquisto (avendo davanti un vero e proprio prontuario dei prezzi) degli appunti degli elementi più secchioni.
Succederà l'inevitabile: ad una lezione di storia del Risorgimento, la poverina, abituata a confrontarsi col linguaggio spiccio degli SMS, alla domanda della prof su chi fosse l'organizzatore della spedizione dei Mille insieme a Garibaldi, risponde entusiasta: Nino Biperio (avendo confuso la lettera x di Bixio per un "per". E da qui il titolo del libro).
Ma il romanzo, come abbiamo detto, svelto e piacevole è un ritratto impietoso dei rapporti tra adolescenti nella fase della scopertà della sessualità. Tra espressioni "tecnologiche" e spregiudicatezza, il dialogo in chat a pag. 66 tra la protagonista ed un suo corteggiatore è più esaustivo di qualsiasi saggio sulle teorie del linguaggio.
Lei: Ma te ke kerki? Sxo l'jre (traduzione: ma te che cerchi? Spero l'amore)
Lui: No, sxo la fika (traduzione: no, spero la fica).
Lei: E ke kazzo! (traduzione: E che cazzo!).
Della serie: noblesse oblige.
Secondo quanto riportato dalla agenzia Ansa, per Volpe Pasini non si tratterebbe "di un errore o di una casualità, bensì di una chiara volontà del programmatore di giocare sui termini e di lasciare in ogni telefonino italiano il suo messaggio antisemita". Volpe Pasini avrebbe inoltre inviato una formale richiesta al Ministero delle Comunicazioni e alla Procura di Roma, "affinché vengano ritirati e modificati tutti i telefonini in commercio, presenti sugli scaffali, e rimessi sul mercato solo dopo avere modificato il software".
Mi chiedo a questo punto se sia più sano di mente quello che usa sistematicamente il telefonino per cominicare, anche sensazioni più intime, o colui che ne fa una questione ideologica, quando l'ideologia non c'entra un piffero.
Adelaide Miglietta scavalca, per fortuna, le diatribe e ci regala un romanzetto asciutto e divertente, alla stregua de Tre metri sopra il cielo, anche se più vicino ad avventure cinematografiche come per esempio l'ormai quasi dimenticato Mignon è partita.
E' la storia di una ragazza della provincia di Piacenza che, stanca dei rimproveri dei genitori per lo scarso rendimento scolastico, decide d'ingegnarsi mettendo da parte la paghetta settimanale e investendo i risparmi nell'acquisto (avendo davanti un vero e proprio prontuario dei prezzi) degli appunti degli elementi più secchioni.
Succederà l'inevitabile: ad una lezione di storia del Risorgimento, la poverina, abituata a confrontarsi col linguaggio spiccio degli SMS, alla domanda della prof su chi fosse l'organizzatore della spedizione dei Mille insieme a Garibaldi, risponde entusiasta: Nino Biperio (avendo confuso la lettera x di Bixio per un "per". E da qui il titolo del libro).
Ma il romanzo, come abbiamo detto, svelto e piacevole è un ritratto impietoso dei rapporti tra adolescenti nella fase della scopertà della sessualità. Tra espressioni "tecnologiche" e spregiudicatezza, il dialogo in chat a pag. 66 tra la protagonista ed un suo corteggiatore è più esaustivo di qualsiasi saggio sulle teorie del linguaggio.
Lei: Ma te ke kerki? Sxo l'jre (traduzione: ma te che cerchi? Spero l'amore)
Lui: No, sxo la fika (traduzione: no, spero la fica).
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