CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Panellismi e talento nel disco di Elisa Rossi: 'Viola Selise'
I più attenti la ricorderanno creatura 'aliena' (nel senso diversa dal volgo) e precisa nel canto come un orologio svizzero nella seconda edizione di X Factor. Poi ci pensò l'inerudita Ventura a sbatterla fuori. Come nelle migliori fiabe in cui c'è il lupo cattivo.
Elisa Rossi ha classe, ma non sappiamo se per frequentazioni giuste (ha fatto la scuola di canto moderno/jazz e il laboratorio della Maria Pia de Vito) o per talento sicuro: c'è che il suo disco veleggia su mari sicuri governato con maestria e abilità.
Sorprende inoltre la capacità dell'emissione: sia nella ballata, che nel funky che nel jazzy sofisticato (qui le corde ricordano spesso la Rossana Casale) sembra già monumento di professionalità.
Ma lei è unica anche nei testi (mica è facile trovare in Italia chi doppi l'abilità interpretativa con quella della scrittura, e chi ci riesce a volte si ritrova affibiati nomignoli agghiaccianti da stupro della lingua nostrana: vedi la cantantessa Consoli). Unica e nemmeno facile, perché le composizioni di Elisa Rossi sono strane e suggestive: nel titolo si diceva 'panellismi' gli impulsi di circuire l'ascoltatore (intendendo con ciò il 'campione' Pasquale Panella, poeta e scrittore che segnò indelebilmente l'ultima produzione di Battisti). Ecco un esempio: Quando tutto sembra convincerti/ ad accumulare grandi numeri/ E' bene ricordare ogni singolo individuo/ e il lavoro quotidiano in ossessivo movimento ('Le piccole cose'), oppure: piuttosto che dar peso alle tue parole e tu/ annodarti per bene quella lunga lingua/ in modo d'alterare la funzione labiale la la/ la la la la ('Blà').
Non sono tutte sue le canzoni, alcune scritte con i collaboratori/musicisti, una insieme a Bungaro e una cover che per sensibilità femminile non poteva essere scelta migliore 'Rimini' di Fabrizio De André (a ciò si aggiunga che l'artista è nata proprio in quella città), che la Rossi affronta senza indugio e con scansione sicura.
La musica alterna momenti più funky ('Le piccole cose' 'Caramelle e popcorn' 'Canzone confusa sull'altrove') che avrebbero trovato sistemazione certa nell'ultimo periodo Battisti-Mogol, ad accenni samba ('Blà'), ad appunti vagamente jazzy (la fascinosissima 'Imparo l'amore'), alle pennellate impressioniste di 'Fastidioso insetto'.
La produzione del disco anch'essa sorprende: è di J.D. Foster lo stesso di Capossela e dei Calexico (non è un caso che le due componenti si siano unite poi e anche dal vivo).
Dunque: non siamo tra quelli che disprezzano certi format. Anzi. X Factor in questi anni ha offerto artisti di statura (ritengo i Cluster, della prima edizione, la proposta più significativa delle quattro stagioni): Elisa Rossi può stare tranquillamente tra i migliori, ha una voce particolare, a tratti potente, ed un fascino che le deriva da un approccio sicuro ed inusuale ai testi. Di questi tristi tempi di sesquipedali sciocchezzuole vuoi mettere?
Elisa Rossi
Viola Selise
Edel - 2010
Elisa Rossi ha classe, ma non sappiamo se per frequentazioni giuste (ha fatto la scuola di canto moderno/jazz e il laboratorio della Maria Pia de Vito) o per talento sicuro: c'è che il suo disco veleggia su mari sicuri governato con maestria e abilità.
Sorprende inoltre la capacità dell'emissione: sia nella ballata, che nel funky che nel jazzy sofisticato (qui le corde ricordano spesso la Rossana Casale) sembra già monumento di professionalità.
Ma lei è unica anche nei testi (mica è facile trovare in Italia chi doppi l'abilità interpretativa con quella della scrittura, e chi ci riesce a volte si ritrova affibiati nomignoli agghiaccianti da stupro della lingua nostrana: vedi la cantantessa Consoli). Unica e nemmeno facile, perché le composizioni di Elisa Rossi sono strane e suggestive: nel titolo si diceva 'panellismi' gli impulsi di circuire l'ascoltatore (intendendo con ciò il 'campione' Pasquale Panella, poeta e scrittore che segnò indelebilmente l'ultima produzione di Battisti). Ecco un esempio: Quando tutto sembra convincerti/ ad accumulare grandi numeri/ E' bene ricordare ogni singolo individuo/ e il lavoro quotidiano in ossessivo movimento ('Le piccole cose'), oppure: piuttosto che dar peso alle tue parole e tu/ annodarti per bene quella lunga lingua/ in modo d'alterare la funzione labiale la la/ la la la la ('Blà').
Non sono tutte sue le canzoni, alcune scritte con i collaboratori/musicisti, una insieme a Bungaro e una cover che per sensibilità femminile non poteva essere scelta migliore 'Rimini' di Fabrizio De André (a ciò si aggiunga che l'artista è nata proprio in quella città), che la Rossi affronta senza indugio e con scansione sicura.
La musica alterna momenti più funky ('Le piccole cose' 'Caramelle e popcorn' 'Canzone confusa sull'altrove') che avrebbero trovato sistemazione certa nell'ultimo periodo Battisti-Mogol, ad accenni samba ('Blà'), ad appunti vagamente jazzy (la fascinosissima 'Imparo l'amore'), alle pennellate impressioniste di 'Fastidioso insetto'.
La produzione del disco anch'essa sorprende: è di J.D. Foster lo stesso di Capossela e dei Calexico (non è un caso che le due componenti si siano unite poi e anche dal vivo).
Dunque: non siamo tra quelli che disprezzano certi format. Anzi. X Factor in questi anni ha offerto artisti di statura (ritengo i Cluster, della prima edizione, la proposta più significativa delle quattro stagioni): Elisa Rossi può stare tranquillamente tra i migliori, ha una voce particolare, a tratti potente, ed un fascino che le deriva da un approccio sicuro ed inusuale ai testi. Di questi tristi tempi di sesquipedali sciocchezzuole vuoi mettere?
Elisa Rossi
Viola Selise
Edel - 2010
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