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CINEMA E MUSICA

Alfredo Ronci

Più imbarazzante di così: 'Interplay' di John Foxx and the Maths.

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Credo che nella musica ci siano due correnti che non demordono: quelli che pensano che fare sempre la stessa musica sia conveniente e decoroso (se non addirittura glorioso) e quelli che invece non s'accorgono che fanno la stessa musica (c'è differenza eccome!). Quest'ultimi appartengono a quell'area di simil soul tutta campionata che è repellente per la fatuità e l'omogeneità dei prodotti (basta sintonizzarsi una sola volta su MTV, magari 'beccare' la classifica dei singoli più gettonati, e rendersi subito conto di quanto quello che si trasmette è diverso solo perché son diversi quelli che lo cantano – e a volte nemmeno le fattezze, visto i volti anch'essi 'campionati' del moderno intrattenimento musicale). Al primo gruppo appartengono invece i musicisti che hanno un celebrato passato alle spalle, ma che o per pigrizia mentale ed intellettuale, o perché ignorano che i tempi sono cambiati, oppure pensano che quest'ultimi non siano affatto cambiati, o perché fingono di non vedere proprio, fatto sta che ci propinano dischi dal sapore stantio e rifatto.

Prendiamo John Foxx: che dire, lui ha inventato gli Ultravox (qualcuno decisamente 'severo' afferma che se lo poteva pure risparmiare), negli anni ottanta ha prodotto dischi 'seminali' (oggi si dice così, inutile nasconderlo), basti citare il sopravvalutato Metamatic, ha un seguito di aficionados che lo rincorrerebbe pure in Alaska, eppure in pieno 2011 ha il coraggio di offrire un disco che è raccapricciante per l'inutilità e la bruttezza dei pezzi.

A ciò si aggiunga:

a) non so chi siano i Maths con cui ha realizzato Interplay e non ho nessuna intenzione di scoprirlo.

b) che se i Depeche Mode ascoltassero l'operina penserebbero di ripristinare la pena di morte (nonostante debbano all'uomo molto del loro apparire e del loro successo)

c) che simili canzoni avrebbero faticato ad entrare nel peggior disco dei Krisma

d) che il sottoscritto ha avuto un malore nell'ascoltarlo

e) che nonostante negli ultimi anni il Foxx abbia tentato varie strade (compresa quella collaborativa con Robin Guthrie) si è ridotto a ripresentare un prodotto musicale che sì gli è più confacente, ma non si è accorto che è vecchio come il cucco e andrebbe sepolto definitivamente

f) che operazioni di questo genere fanno male a tutto il movimento 'elettronico' (chiamatelo pure synth-pop, ma tanto ci siamo capiti) anche se poi la dance di un certo tipo è bell'attiva.

g) che a Interplay preferisco ascoltare di gran lunga la Carrà campionata da Bob Sinclar (bestemmia per bestemmia).

E' sufficiente.



John Foxx

Interplay

Metamatic - 2011







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