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Adriano Angelini Sut

Satana e il rock vinceranno sull'Isis.

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Molti si chiedono cosa c'entri Israele con gli attentati del 13 novembre a Parigi. Un po' di storia della musica può aiutarvi a comprendere. Il Bataclan, locale parigino dove le bestie jihadiste il 13 novembre scorso hanno ucciso 89 persone, è un locale nato nel 1864 come café concert e i cui proprietari negli ultimi cinquantanni si sono spesi per portare avanti iniziative a favore di Israele. Fra le sue mura nell'undicesimo arrondissement della capitale francese si sono esibiti artisti straordinari. Uno su tutti, Jeff Buckley, l'angelo californiano morto troppo presto (a 31 anni, nel maggio 1997) e che ha lasciato alla storia del rock quella stupefacente pietra miliare che è il suo unico album, “Grace”.
La notte delle bestie ispirate dalla mezza luna, il Bataclan ospitava il concerto degli Eagles of Death Metal. La band nasce nel 1998 per un'idea di Jeff Hughes e di quel genio del rock che è Josh Homme, leader dei Queens of The Stone Age. Nonostante il nome, la band non fa Hevy Metal, ma un rockaccio  che è un ibrido fra la musica di Homme e il garage rock.
C'è un aneddoto che non sapevo e che riporto, prendendo spunto da un articolo del Foglio di Giulia Pompili del 17 novembre scorso. E' ormai nota l'avversione nei confronti di Israele da parte del fu (artisticamente parlando) Roger Waters dei Pink Floyd. Il soggetto si impegna alacremente nel cercare di convincere i suoi colleghi a boicottare Israele e di conseguenza i concerti a Tel Aviv. Pare abbia fatto la stessa cosa con Jeff Hughes, che invece, come ha riportato in alcune sue interviste, adora stare fra la sua gente nella capitale israeliana. La risposta diretta di Hughes a Roger Waters pare sia stata data dal palco del concerto degli Eagles of Death Metal il 12 luglio scorso. Dito medio rivolto a quel che resta del chitarrista dei Fluido Rosa e un sonoro, meritatissimo: “Fuck You”.
Negli ultimi tempi, il Bataclan era stato minacciato a diverse riprese dalle bestie barbute. Nel 2008, i simpatici e intellettualmente onestissimi attivisti pro-Palestina (rigidamente in maschera), hanno inscenato una manifestazione di protesta contro il locale reo a loro dire di aver organizzato un evento a favore dalla Magav, la polizia di frontiera israeliana. La minaccia che seguiva alla protesta lasciava pochi spazi a dubbi: “la prossima volta non verremo per parlare”.
Ancora più simpatica e per certi versi inquietante quanto il loro stile, la notizia fatta circolare dall'organo ufficiale dell'ANP palestinese tre giorni dopo gli attentati di Parigi, secondo cui a compierli sarebbe stato il Mossad, il servizio segreto israeliano. Ovvio, no?
La motivazione dietro gli attentati di Parigi è ovviamente legata alla solita farneticazione ispirata dal Corano. L'Occidente sarebbe Satana e Parigi la capitale della lascivia e della decadenza. Satana era anche, negli anni '50, molto presente e a braccetto con la musica rock. I perbenisti americani di quegli anni consideravano Bill Hailey e il suo “Rock around the clock” nel peggiore dei modi possibili. Certo, i militanti cattolici non andavano a compiere stragi nei locali dove suonavano gli artisti, né avevano dalla loro parte (come invece succede oggi con gli islamisti), i militanti della sinistra radicale che invece sostenevano i nuovi artisti e “la musica del demonio”. Al massimo c'era qualche squinternato che scriveva articoli o libri per dimostrare che se suonavi “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin al contrario ti si aprivano le porte dell'Inferno, o che i Rolling Stones giocavano a fare i satanisti e via dicendo, di delirio in delirio.
Tornando all'oggi, al funesto oggi. La riposta del mondo della musica agli attentati al Bataclan è stata per quanto mi riguarda sbagliatissima. A parte Madonna, i New Order e pochi altri, artisti del calibro di U2, Foo Fighters e Prince hanno cancellato il tour europeo. Regalo migliore non potevano fargli. Bob Dylan ha chiesto per il concerto di Bologna, la presenza di guardie armate. Tutto legittimo e comprensibile, per carità. Ma se l'obiettivo degli psicopatici era quello di spaventare e impedire alle nostre vite di continuare come tutti i giorni, be'... in parte ci sono riusciti.     
Quello a cui non dobbiamo cedere di un millimetro sono le nostre abitudini. Non mi interessa qui disquisire sui meriti di una civiltà fondata su un presunto testo sacro che limita la libertà a tutti i livelli, considera donne e omosessuali degli inferiori e non lascia spazio alcuno all'arte. Quello che so è che in un momento come questo dobbiamo sentirci fieri di appartenere al “Grande Satana”. Il rock è figlio legittimissimo del signore degli inferi, di colui che porta la luce, Lucifero, contro coloro che invece sono i veri figli delle tenebre, che odiano la vita e l'umanità in quanto tale. Quello che so è che continueremo a sommergervi delle nostre note, della nostra musica, e che come nel film “Mars Attacks” di Tim Burton, gli alieni cattivi (voi!) saranno sconfitti con le note musicali. Per chiosare prendo a prestito una splendida frase di Giuliano Ferrara, uno dei più fini e importanti intellettuali che per fortuna il nostro paese può vantare: “L’unica superiorità è la combinazione di abbondanza e tecnologia, la guarnigione della civiltà che si chiama Israele”. God bless Israel!    
       



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