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Il Paradiso degli Orchi
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INTERVISTE

Serge Quadruppani

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Si presenti ai lettori italiani e in particolar modo a quelli del Paradiso.



Serge Quadruppani, francese, è nato nel 1952. Vive tra Roma e Parigi, dove dirige una collana pubblicata da Métailié dedicata alla narativa italiana, di genere e no. Ha pubblicato e/o tradotto, tra l'altro Andrea Camilleri, Valerio Evangelisti, Wu Ming 1 e 2, Marcello Fois, Giancarlo De Cataldo, Grazia Verasani, Giuseppe Montesano, Maurizio Brauci, Michele Serio, Massimo Carlotto, Francesco de Filippo, Piergiorgio Di Cara, Sandrone Dazieri. Ha

scritto diversi saggi e una ventina di romanzi, di genere e non. In Italia è già stato pubblicato nei Gialli Mondadori L'assassina di Belleville, La breve estate dei colchici, La notte di Babbo Natale. Negli Oscar Mondadori, con Maruzza Loria: Alla tavola di Yasmina, sette storie e cinquante ricette siciliane al profumo d'Arabia.



Andrea Camilleri, nell¹introduzione al suo primo romanzo tradotto in italiano "L'assassina di Belleville", la definiva un autore di romanzi sì polizieschi, ma soprattutto di romanzi senza etichette. Ne conviene?



Ne convengo.



Pare che il miglior noir contemporaneo sia quello legato a doppio filo con la realtà, e spesso, con la politica. In Italia De Cataldo con "Romanzo criminale" ha addirittura ricostruito una precisa fase della nostra storia. Crede che sia l¹unica soluzione questa per far sopravvivere il poliziesco?



Non sto cercando una soluzione per far sopravvivere il poliziesco, che non è per niente in pericolo. La letteratura in generale è resa dinamica dal genere noir.



Anche "In fondo agli occhi del gatto"mi sembra legato agli intrighi di palazzo...



Si, ma scrivo anche: "Il complottismo è la malattia senile del pensiero politico".



Nel romanzo lei parla di "tecnica siciliana" di depistaggio. Cioè confondere l'opinione pubblica con una notizia meno importante, ma sulla quale ci si gioca, per nascondere quella più pericolosa. Non pensa che lo strumento sia ampiamente utilizzato dall¹informazione in generale?



Si, lo penso.



Le faccio un appunto: nel suo romanzo c'è un dialogo tra i due protagonisti che non riescono a ricordare il nome di un primo ministro italiano sotto processo per mafia. Le pare credibile che abbiano dimenticato il nome di Giulio Andreotti?



In questo dialogo, come avrete indovinato, sto scherzando.



Il sottoscritto, lo ammetto, non lo aveva indovinato... Torturatori, animali, spesso gatti, e animali morti. Ossessioni?



Osessioni della società stessa. Se andate in giro sul web, potete vedere tanti orrori che si fanno sugli animali in nome della scienza e sugli uomini in nome di diverse giuste cause.



Spesso i suoi personaggi, penso alla Juliette del supermercato de "L'assassina di Belleville" o al torturatore di "In fondo agli occhi del gatto" hanno una doppia vita. Ha un significato?



Abbiamo tutti doppia, tripla, quadrupla, quintupla vita. Quelli che non ne hanno sono finiti decisamente appiattiti sullo schermo del Grande Fratello. Sono soltanto quello che sembrano, cioè poca cosa.





Un autore francese che le sta a cuore. A noi piace molto Didier Daeninckx.



A me piace molto Jean Patrick Manchette. Se scavate un po, vedrete che sono due orientamenti molto, molto diversi, politicamente e stilisticamente.



Un autore italiano che non ha ancora tradotto e a cui dedicherebbe la sua attenzione. Non necessariamente noir.



Non vorrei attirare l'attenzione della concorrenza, che mi ha già fregato Gomorra, libro che mi sarebbe piaciuto tanto tradurre e pubblicare (prima che fosse tanto di moda). Diciamo che vorrei tradurre un libro che non è un noir, ma una "storia controversa". Vi lascio indovinare.











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