CINEMA E MUSICA
Adriano Angelini Sut
Sorpresa! Ancora anni'80, ma stavolta con gli originali Cars di Ric Ocasek.

Secondo me sono in pochi quelli che non conoscono la canzone "Drive", una delle hit anni '80 più suonate di sempre, tutt'oggi in programmazione regolare su tantissime radio. Fu uno dei pezzi più romantici e di genere di tutto il decennio. Era farina del sacco di Ric Ocasek e compagni (Greg Hawkes, Eliot Easton, David Robinson), in arte Cars, la rock (pop) band americana di Boston che nel 1984 raggiunse una fama planetaria con l'album Heartbeat City.
I "ragazzi" di Boston, evidentemente esausti dei tanti cloni apparsi negli ultimi anni, nel 2010 decidono di riunirsi. Ed eccoli qua. Il risultato è questo nuovo scoppiettante album Move Like This. Pur senza l'altra punta di diamante insieme a Ocasek, Benjamin Or, che il gruppo ha deciso di non rimpiazzare.
Un trionfo di deja ecouté. Di autocitazioni. A tutto Cars, si potrebbe dire. Canzonette rock strimpellate con il solito vigore, voce di Ocasek immutata, profonda e giullaresca; "Blue Tip", "Too Late" e "Keep on Knocking", i primi tre brani dell'album, fiammeggiano di chitarre e batteria e tastierine glam che pure chi non li ha mai sentiti con un po' di sforzo se li ricorda. Eccoli, sono tornati. Sono sempre loro, senza soluzione di continuità. Vibrano. Rock & rolleggiano. Ci riprovano pure, con "Soon", a bissare il successo del lentone strappa lacrime à la "Drive", ma stavolta non viene bene; il brano suona troppo costruito, troppo ammiccante, la canticchi dopo appena una volta che l'ascolti. Sa di Tempo delle Mele. Meglio le cose più classiche, le ballatine glam tipo "Sad Song", un grandissimo singolo che potevano suonare nel decennio d'oro e ottenere lo stesso gradimento. Una vera perla che fa tanto fiftyies, telefilm da prima del Tg, con un video d'autore a coronamento di un'operazione di rentrée più che riuscita (http://www.dailymotion.com/video/xhqopk_sad-song-official-the-cars_music).
Per il resto l'album scivola via leggero, "Free" è bella frizzante e totalmente in stile Cars (un po' di punk, un po' di psycho synth), e "Drag on Forever" blueseggia persino. "Take another look" ci riporta di sana pianta nei piano bar anni'80, un orecchio al grande Brian Ferry, un altro agli Human League. Come lento, decisamente il più riuscito di questo gradito ritorno. Si finisce in bellezza, "It's Only" ricomincia a battere e levare, il ritornello graffia, e riffa. La solita struttura che non tradisce le aspettative. "Hits me" chiude come s'era ri-cominciato. Con Ocasek che uggiola il suo manierismo rocka dandy billy e le chitarre che sprizzano note euforiche.
Se dovessimo dare un voto direi sette. Per la sorpresa, soprattutto, la coerenza, la voglia di riprendersi un posto d'onore con qualcosa che sanno fare bene solo loro, almeno in quel modo.
The Cars
Move like this
Hear Music - 2011
I "ragazzi" di Boston, evidentemente esausti dei tanti cloni apparsi negli ultimi anni, nel 2010 decidono di riunirsi. Ed eccoli qua. Il risultato è questo nuovo scoppiettante album Move Like This. Pur senza l'altra punta di diamante insieme a Ocasek, Benjamin Or, che il gruppo ha deciso di non rimpiazzare.
Un trionfo di deja ecouté. Di autocitazioni. A tutto Cars, si potrebbe dire. Canzonette rock strimpellate con il solito vigore, voce di Ocasek immutata, profonda e giullaresca; "Blue Tip", "Too Late" e "Keep on Knocking", i primi tre brani dell'album, fiammeggiano di chitarre e batteria e tastierine glam che pure chi non li ha mai sentiti con un po' di sforzo se li ricorda. Eccoli, sono tornati. Sono sempre loro, senza soluzione di continuità. Vibrano. Rock & rolleggiano. Ci riprovano pure, con "Soon", a bissare il successo del lentone strappa lacrime à la "Drive", ma stavolta non viene bene; il brano suona troppo costruito, troppo ammiccante, la canticchi dopo appena una volta che l'ascolti. Sa di Tempo delle Mele. Meglio le cose più classiche, le ballatine glam tipo "Sad Song", un grandissimo singolo che potevano suonare nel decennio d'oro e ottenere lo stesso gradimento. Una vera perla che fa tanto fiftyies, telefilm da prima del Tg, con un video d'autore a coronamento di un'operazione di rentrée più che riuscita (http://www.dailymotion.com/video/xhqopk_sad-song-official-the-cars_music).
Per il resto l'album scivola via leggero, "Free" è bella frizzante e totalmente in stile Cars (un po' di punk, un po' di psycho synth), e "Drag on Forever" blueseggia persino. "Take another look" ci riporta di sana pianta nei piano bar anni'80, un orecchio al grande Brian Ferry, un altro agli Human League. Come lento, decisamente il più riuscito di questo gradito ritorno. Si finisce in bellezza, "It's Only" ricomincia a battere e levare, il ritornello graffia, e riffa. La solita struttura che non tradisce le aspettative. "Hits me" chiude come s'era ri-cominciato. Con Ocasek che uggiola il suo manierismo rocka dandy billy e le chitarre che sprizzano note euforiche.
Se dovessimo dare un voto direi sette. Per la sorpresa, soprattutto, la coerenza, la voglia di riprendersi un posto d'onore con qualcosa che sanno fare bene solo loro, almeno in quel modo.
The Cars
Move like this
Hear Music - 2011
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