RACCONTI
Roberto Pusiol
Toc Toc
Toc toc.
Chi è?
Vado: arranca arranca, vedi se puoi fare sto scalino. Spingi spingi colle braccia, sopra il capo. Cr cr, su il lucernario, fissa dai l' appoggio che tien su ...
Oh! l' Angelo Bianco.
Come va? gli dico.
Come va tu, mi dice lui, l' Angelo Bianco.
Be'... , gli dico. Be', così, gli dico.
Lui sta seduto comodo sul tetto con quelle scarpe bianche, belle, da barca, e la T-shirt bianca e le braghe bianche vestito come un fisioterapista e con quelle braccia muscolose da ginnasta, abbronzate.
Sono sbucato con la testa e il collo, ho le spalle fuori, come il marinaio che sbuca dalla botola del sottomarino. Giro un po'di qua e un po'di là la testa e dico: Un po' di vento ... Come porta l' odore del disinfettante...
Ma te, mi dice l' Angelo sportivo, te ti ricordi?... Sì ti ricordi ancora quella primavera?... O nisba?
Ah, gli dico. Anche mi ricordo, dico.
Sì? E com' era?
Eh, com' era...C'erano tanti pollini, gli dico.
Sì, lui dice.
Nell' aria così primaverile c'era tutto un pieno di pollini, gli dico, anche profumi, io dopo gli dico.
Sì, mi dice.
E il prato, e bestioline e anche insetti popolanti l'aria.
Sì, mi dice.
E tutti quei pollini volanti mi ricordo che danzavano ruotavano ... E come si ruotava lì in mezzo nei profumi come i dervisci che ruotano nel mezzo dello spazio con la gonnella bianca che fa ruota ... Come in mezzo a una grande nevicata estiva.
Op! che c'é il rovesciamento dell' Angelo sportivo che cammina op! sulle mani. Va su per lo spiovente con le mani.
E adesso? gli domando.
E' seduto, gambe flesse gomiti sui coppi. E' stato spazzato tutto, lo sai pure.
Sì.
Tutto portato giù verso il mare, disperso nelle acque ... Come il fiume che corre che trascina tutto al mare.
Sì
Ma ti ricordi i fiori?
Sì, sì, adesso ... Sì, i distese tutto pieno.
Il nome, prova dire il nome..
Il nome ... Eh, sì, qualcosa forse viene ...C ... c ...Non ... E ho dei problemi, anche a muovere ... ad articolare. Oh che mascella dura, oh che lingua intorpidita ...
Prova.
Provo. C...C...Ccr eh? No? Sì?
Forza riparti.
C ... c ... cro ... cro ...
Forza!
Cro ... croc ... croc ...Cro ... croc ... croc ... Non riesco mica a finire ...
Sì, capisco ...
E c'erano tanti tenui colori ...
Sì, ma oggi, c'è un solo colore ... C'è azzurro poderoso lucente, la calotta di plastica messa ... Azzurra e incorruttibile e compatta.
Oh cazzo! mi va giù un piede per dietro e tira giù quell' altro, ho i ceppi ai piedi. Slam, tiro giù anche l' appoggio col colpo del mio braccio e slam giù, si chiude viene giù, tutta la chiusura.
Cosa è questo casino? allora lei mi dice lì sotto in mansardina nel buietto.
No, niente, cascavo, mi inciampavo, mi si ingarbugliavano le gambe, niente.
To' come zompo to' come zampetto. Zampetto zompo, sono bravo, mi arrangio ... Anche con i ceppi ai piedi.
Lei è giù, si tira su, non pensa: Ahia! ahia! ha gli spuntoni interni nel collare, deve stare attenta!
Qua dentro abbiamo tanta roba.
Abbiamo ceppi vecchi e meno vecchi. Ce ne sono tanti, anche mangiati, stramangiati dal tarlo. Lasciati qua da quelli che stavano qua prima, chissà quando. Quelli nuovi sono per me, sono quelli di ricambio.
Abbiamo anche la garrota. Ci ingarrotiamo, qualche volta, non tanto magari, ma abbastanza da sentirsi soffocare, ogni tanto. E' attaccata nel paletto che viene fuori dal muro. E' in legno, con la vite e con la manovella in legno. Lì dove viene stretto il collo è a piccoli buchi e dentro in quei buchi è penetrato unto e sudore.
In mezzo alla stanza, di traverso che bisogna sempre fare il giro largo ci ha lasciato la padrona quel mobile lì, lungo, un parallelepipedo perfetto. Non ha più maniglie è liscio e mica si apre. Lo chiama la padrona "lo svedese", e sta su quattro astine scure di metallo. E' mobilio dei primi anni sessanta, ha detto. Ci serve solo a depositare sopra roba e basta. Roba come la scatola Bucato a Mano Sole, come lo spruzzatore Rio Melaceto, come le coperte, come i pelati, come le confezioni da tre del Tonno Rio Mare, come il deodorante, come i calzetti, come i pacchi della carta igienica in offerta, come la mia tuta vecchia, come i pacchi di spaghetti, come lo shampoo.
Abbiamo ritagliato e appeso sul muro questo inverno un bel Babbo Natale. Ci sono le palle di ghisa per slogare i piedi e anche le mani, e io ho avuto già slogato un polso e anche lei ha avuto già slogato un polso. Poi ci sono gli schiacciapollici che usiamo. Lei mi schiaccia, io la schiaccio. E la sedia con spuntoni che ti buca il culo e la carta vetrata che ti gratta e i piombi che si devono legare al collo.
Ma dio santo, dico, pulisci. Che per terra ci sono i sacchetti vuoti delle patatine e briciolame e tutta la polvere in bioccoloni grigi che si alzano e dopo tornano giù quando c'è lo spostamento d' aria. Tum tum mi sposto, mi tengo allo svedese, ho fame, son già stanco.
Sento: Ma che pulisci, tu pulisci. Mi pesa se mi piego mi fora se mi piego.
Ehi! Samantha, ciao Samantha! pulirò io, no? pulirò io....Coi piedi prigionieri, coi piedi che non li riesco neanche a tirar su, eh? Samantha. Be', puliremo no? Domani.
C'è un cd tutto fracassato lì per terra. Puff puff puff. E questa roba qua per terra? Oh! guarda, una merendina...forse scaduta...Be', io me la magno.
Puff puff puff. Be' facciamoci una partitina di Free Cell.
Mi siedo, mi sistemo come posso. Clic clic, parto con il mouse e via che comincio la partitina di Free Cell.
La merendina, mangio. Samantha, però fa caldo a stare qua nel sottotetto. E invece quando viene inverno fa freddo, fa sempre freddo è vero? a stare qua nel sottotetto.
Vado avanti con la partitina di Free Cell e dopo mi dico: Devo bere. Vai, forza, fino al frigo dai! Prendi su la coca-cola dai!, mi dico. Su in piedi, ahi! ahi! ahi! che peso! Uh! come zompo, uh! come zampetto, uh! come mi tengo sulla sedia, uh come mi tengo nella porta.
Uh! come bevo adesso, come un assettato una coca-cola. Uh! come bevo adesso come un assetato la seconda coca-cola. Uh! come sento là nel letto che dorme che gorgoglia con quel collo imprigionato ferito rovinato. Uh! che torno nella sedia per fare un' altra partitina di Free Cell. Uh! che sto quindici minuti per fare sette metri!
Abbiamo la mansarda bilocale piena di coltelli. Ci ha dato in dotazione cinque forchette, cinque cucchiai, cinque cucchiaini e invece, sparsi nei cassetti, un sacco di coltelli, cazzo, taglienti, funzionanti, piccoli, grandi, più o meno una ventina.
Samantha, dico (e mi dimentico che si é messa giù a dormire), ma perché in questa mansarda ci sono tutti sti coltelli in dotazione?
Ho fatto un' altra partita di Free Cell. Uh, quando mi metto!
Vado là (tum tum tum) e con la frusta appesa al gancio io gli frusto i piedi e le gambe, non la sveglio, tanto, si sveglia ben al primo colpo quando frusto i piedi!
Ah! Ah! Ah! gli fanno male le frustate, stringe il cuscino.
Eh, sono le quattro, dico a Samantha. Vieni su piano. Le do in mano la frusta. Tum tum, vado giù in ginocchio. Giù le frustate di Samantha sulle mie spalle e collo.
Ah! Ah! Ah! mi fanno male le frustate, mi schiaccio le mani.
Tum tum tum. Dov'è? Qua. La crema lenitiva. Gliela spalmo. Dopo me la spalma.
Con la testa giù, perché mi sono messo a quattro zampe, vedo sotto il letto: oh guarda, il cd dell' anno scorso (Laura Pausini), oh guarda le mutande, oh guarda i calzettoni. Oh guarda, la cintura dei calzoni, oh, guarda, la biro. Oh, guarda, che adesso voglio mettermi davanti al televisore. Oh, guarda, che anche lei adesso dal letto adocchia il televisore.
Dice il televisore: Caramel mobili! Offerte straordinarie! Salotti Cucine!
Sì, gli dico, ma non ho neanche una casa.
Ma sono Offerte Straordinarie! dice. Sono irripetibili! A Rate a partire dal novembre del 2012!
Sì, gli dico, non so... Belli, robusti, i mobili di Caramel, li vedo. Magari prendo nota qui nel notes.
Motosega Echo! mi dice , segui l' alberello!
Bella, dico, sì non costa mica. Io la voglio. Segare, mi piace sì mi piace. Roarrr! roarrr! sego! sego! Come taglio il legno!
Pasta De Cecco!
Eh, questa ce l' ho, ce l' ho, gli dico. Tre pacchi, buona. Guarda, to'! guarda là sullo svedese.
Ciambello! Formaggio con il Buco!
Aah! Vera Novità. Io lo prendo! lo prendo!
Uh! come adesso vado in altalena qua dentro nella stanza. Vvv, vvv, vvv, pianino per non fare danni, con l' altalena che è appesa su a due ganci, che è fatta con la corda grossa che ha anche il cappio che sarebbe quella che una volta serviva per le impiccagioni (cioè autoimpiccagioni).
Roberto Pusiol
Insegnante in pensione è stato scoperto da Transeuropa con l'antologia Over Age Apocalittici e Disappropriati (2009); nel 2010 sempre per Transeuropa ha pubblicato un libro di racconti Ritratto di Edi Tonon e altri racconti.
Chi è?
Vado: arranca arranca, vedi se puoi fare sto scalino. Spingi spingi colle braccia, sopra il capo. Cr cr, su il lucernario, fissa dai l' appoggio che tien su ...
Oh! l' Angelo Bianco.
Come va? gli dico.
Come va tu, mi dice lui, l' Angelo Bianco.
Be'... , gli dico. Be', così, gli dico.
Lui sta seduto comodo sul tetto con quelle scarpe bianche, belle, da barca, e la T-shirt bianca e le braghe bianche vestito come un fisioterapista e con quelle braccia muscolose da ginnasta, abbronzate.
Sono sbucato con la testa e il collo, ho le spalle fuori, come il marinaio che sbuca dalla botola del sottomarino. Giro un po'di qua e un po'di là la testa e dico: Un po' di vento ... Come porta l' odore del disinfettante...
Ma te, mi dice l' Angelo sportivo, te ti ricordi?... Sì ti ricordi ancora quella primavera?... O nisba?
Ah, gli dico. Anche mi ricordo, dico.
Sì? E com' era?
Eh, com' era...C'erano tanti pollini, gli dico.
Sì, lui dice.
Nell' aria così primaverile c'era tutto un pieno di pollini, gli dico, anche profumi, io dopo gli dico.
Sì, mi dice.
E il prato, e bestioline e anche insetti popolanti l'aria.
Sì, mi dice.
E tutti quei pollini volanti mi ricordo che danzavano ruotavano ... E come si ruotava lì in mezzo nei profumi come i dervisci che ruotano nel mezzo dello spazio con la gonnella bianca che fa ruota ... Come in mezzo a una grande nevicata estiva.
Op! che c'é il rovesciamento dell' Angelo sportivo che cammina op! sulle mani. Va su per lo spiovente con le mani.
E adesso? gli domando.
E' seduto, gambe flesse gomiti sui coppi. E' stato spazzato tutto, lo sai pure.
Sì.
Tutto portato giù verso il mare, disperso nelle acque ... Come il fiume che corre che trascina tutto al mare.
Sì
Ma ti ricordi i fiori?
Sì, sì, adesso ... Sì, i distese tutto pieno.
Il nome, prova dire il nome..
Il nome ... Eh, sì, qualcosa forse viene ...C ... c ...Non ... E ho dei problemi, anche a muovere ... ad articolare. Oh che mascella dura, oh che lingua intorpidita ...
Prova.
Provo. C...C...Ccr eh? No? Sì?
Forza riparti.
C ... c ... cro ... cro ...
Forza!
Cro ... croc ... croc ...Cro ... croc ... croc ... Non riesco mica a finire ...
Sì, capisco ...
E c'erano tanti tenui colori ...
Sì, ma oggi, c'è un solo colore ... C'è azzurro poderoso lucente, la calotta di plastica messa ... Azzurra e incorruttibile e compatta.
Oh cazzo! mi va giù un piede per dietro e tira giù quell' altro, ho i ceppi ai piedi. Slam, tiro giù anche l' appoggio col colpo del mio braccio e slam giù, si chiude viene giù, tutta la chiusura.
Cosa è questo casino? allora lei mi dice lì sotto in mansardina nel buietto.
No, niente, cascavo, mi inciampavo, mi si ingarbugliavano le gambe, niente.
To' come zompo to' come zampetto. Zampetto zompo, sono bravo, mi arrangio ... Anche con i ceppi ai piedi.
Lei è giù, si tira su, non pensa: Ahia! ahia! ha gli spuntoni interni nel collare, deve stare attenta!
Qua dentro abbiamo tanta roba.
Abbiamo ceppi vecchi e meno vecchi. Ce ne sono tanti, anche mangiati, stramangiati dal tarlo. Lasciati qua da quelli che stavano qua prima, chissà quando. Quelli nuovi sono per me, sono quelli di ricambio.
Abbiamo anche la garrota. Ci ingarrotiamo, qualche volta, non tanto magari, ma abbastanza da sentirsi soffocare, ogni tanto. E' attaccata nel paletto che viene fuori dal muro. E' in legno, con la vite e con la manovella in legno. Lì dove viene stretto il collo è a piccoli buchi e dentro in quei buchi è penetrato unto e sudore.
In mezzo alla stanza, di traverso che bisogna sempre fare il giro largo ci ha lasciato la padrona quel mobile lì, lungo, un parallelepipedo perfetto. Non ha più maniglie è liscio e mica si apre. Lo chiama la padrona "lo svedese", e sta su quattro astine scure di metallo. E' mobilio dei primi anni sessanta, ha detto. Ci serve solo a depositare sopra roba e basta. Roba come la scatola Bucato a Mano Sole, come lo spruzzatore Rio Melaceto, come le coperte, come i pelati, come le confezioni da tre del Tonno Rio Mare, come il deodorante, come i calzetti, come i pacchi della carta igienica in offerta, come la mia tuta vecchia, come i pacchi di spaghetti, come lo shampoo.
Abbiamo ritagliato e appeso sul muro questo inverno un bel Babbo Natale. Ci sono le palle di ghisa per slogare i piedi e anche le mani, e io ho avuto già slogato un polso e anche lei ha avuto già slogato un polso. Poi ci sono gli schiacciapollici che usiamo. Lei mi schiaccia, io la schiaccio. E la sedia con spuntoni che ti buca il culo e la carta vetrata che ti gratta e i piombi che si devono legare al collo.
Ma dio santo, dico, pulisci. Che per terra ci sono i sacchetti vuoti delle patatine e briciolame e tutta la polvere in bioccoloni grigi che si alzano e dopo tornano giù quando c'è lo spostamento d' aria. Tum tum mi sposto, mi tengo allo svedese, ho fame, son già stanco.
Sento: Ma che pulisci, tu pulisci. Mi pesa se mi piego mi fora se mi piego.
Ehi! Samantha, ciao Samantha! pulirò io, no? pulirò io....Coi piedi prigionieri, coi piedi che non li riesco neanche a tirar su, eh? Samantha. Be', puliremo no? Domani.
C'è un cd tutto fracassato lì per terra. Puff puff puff. E questa roba qua per terra? Oh! guarda, una merendina...forse scaduta...Be', io me la magno.
Puff puff puff. Be' facciamoci una partitina di Free Cell.
Mi siedo, mi sistemo come posso. Clic clic, parto con il mouse e via che comincio la partitina di Free Cell.
La merendina, mangio. Samantha, però fa caldo a stare qua nel sottotetto. E invece quando viene inverno fa freddo, fa sempre freddo è vero? a stare qua nel sottotetto.
Vado avanti con la partitina di Free Cell e dopo mi dico: Devo bere. Vai, forza, fino al frigo dai! Prendi su la coca-cola dai!, mi dico. Su in piedi, ahi! ahi! ahi! che peso! Uh! come zompo, uh! come zampetto, uh! come mi tengo sulla sedia, uh come mi tengo nella porta.
Uh! come bevo adesso, come un assettato una coca-cola. Uh! come bevo adesso come un assetato la seconda coca-cola. Uh! come sento là nel letto che dorme che gorgoglia con quel collo imprigionato ferito rovinato. Uh! che torno nella sedia per fare un' altra partitina di Free Cell. Uh! che sto quindici minuti per fare sette metri!
Abbiamo la mansarda bilocale piena di coltelli. Ci ha dato in dotazione cinque forchette, cinque cucchiai, cinque cucchiaini e invece, sparsi nei cassetti, un sacco di coltelli, cazzo, taglienti, funzionanti, piccoli, grandi, più o meno una ventina.
Samantha, dico (e mi dimentico che si é messa giù a dormire), ma perché in questa mansarda ci sono tutti sti coltelli in dotazione?
Ho fatto un' altra partita di Free Cell. Uh, quando mi metto!
Vado là (tum tum tum) e con la frusta appesa al gancio io gli frusto i piedi e le gambe, non la sveglio, tanto, si sveglia ben al primo colpo quando frusto i piedi!
Ah! Ah! Ah! gli fanno male le frustate, stringe il cuscino.
Eh, sono le quattro, dico a Samantha. Vieni su piano. Le do in mano la frusta. Tum tum, vado giù in ginocchio. Giù le frustate di Samantha sulle mie spalle e collo.
Ah! Ah! Ah! mi fanno male le frustate, mi schiaccio le mani.
Tum tum tum. Dov'è? Qua. La crema lenitiva. Gliela spalmo. Dopo me la spalma.
Con la testa giù, perché mi sono messo a quattro zampe, vedo sotto il letto: oh guarda, il cd dell' anno scorso (Laura Pausini), oh guarda le mutande, oh guarda i calzettoni. Oh guarda, la cintura dei calzoni, oh, guarda, la biro. Oh, guarda, che adesso voglio mettermi davanti al televisore. Oh, guarda, che anche lei adesso dal letto adocchia il televisore.
Dice il televisore: Caramel mobili! Offerte straordinarie! Salotti Cucine!
Sì, gli dico, ma non ho neanche una casa.
Ma sono Offerte Straordinarie! dice. Sono irripetibili! A Rate a partire dal novembre del 2012!
Sì, gli dico, non so... Belli, robusti, i mobili di Caramel, li vedo. Magari prendo nota qui nel notes.
Motosega Echo! mi dice , segui l' alberello!
Bella, dico, sì non costa mica. Io la voglio. Segare, mi piace sì mi piace. Roarrr! roarrr! sego! sego! Come taglio il legno!
Pasta De Cecco!
Eh, questa ce l' ho, ce l' ho, gli dico. Tre pacchi, buona. Guarda, to'! guarda là sullo svedese.
Ciambello! Formaggio con il Buco!
Aah! Vera Novità. Io lo prendo! lo prendo!
Uh! come adesso vado in altalena qua dentro nella stanza. Vvv, vvv, vvv, pianino per non fare danni, con l' altalena che è appesa su a due ganci, che è fatta con la corda grossa che ha anche il cappio che sarebbe quella che una volta serviva per le impiccagioni (cioè autoimpiccagioni).
Roberto Pusiol
Insegnante in pensione è stato scoperto da Transeuropa con l'antologia Over Age Apocalittici e Disappropriati (2009); nel 2010 sempre per Transeuropa ha pubblicato un libro di racconti Ritratto di Edi Tonon e altri racconti.
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