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Il Paradiso degli Orchi
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DE FALSU CREDITU

Anonymous

True story of Polly Dickens

Northfolk Ed. in Dublin , Pag. 224 Pounds 15,00
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Le zingarate di un tempo? Si ride ancora a crepapelle. Poi ci si commuove con la protagonista che non ha mai uno straccio di fazzoletto a disposizione. Tanto riprende a coglionare e spia, sbircia i musi che si torcono, i nasi di cartapesta che vengono soffiati rumorosamente e a proposito di trombe, Polly suona la tromba e il banjo a sei corde dlengh dlengh. Vive nelle vesti di un personaggio irrisorio. La retorica bucolica e folkloristica si spacca sul dire di tempi saltellanti impiegati a non sfottere il cuore tenero del mondo. La domanda fa: ma per forza bisogna indurirsi? Forse dietro questo Anonymous c'è Pee Dee? No, non può essere un inedito di chicchessia. Qui c'è lo zampino di qualcuno che conosciamo bene, uso a far comizi sull'anima - psiche mutilata – e sui viaggi. Infatti, Polly Dickens, tra onirico discorrere e poetico affabulare, ha a che fare col mare. Ci scaraventa tra i suoi gorghi, ci costringe a sognare e a trovare la soluzione al mal d'essere e se vi sente piangere, torna a uno di quei giorni irlandesi e desolati, durante i quali t'accompagna il gorgoglio della risacca, il frangersi dell'onda contro rocce e sempre cozzando contro cuori di pietra. L'Atlantico bianco ulula. Il lupo mannaro regredisce fino a scomparire in un pub gonfio di uomini senza sesso, incapaci di amore, ma bisognosi di sangue caldo e palpiti di donna. Piccoli uomini di botteghe e di birra, di incolta civiltà industriale, bestialmente cattolici, simili a vampiri. Ma non resta loro che ubriacarsi tra maschi. Polly trae il succo più o meno vitale dell'unico singer ancora in grado di resuscitarla per qualche ora. Polly si rivolge alle ragazze che sciamano da un cortile all'altro per ritrovarsi da Dorothy a bere il ponce, poi le vediamo già brusche recarsi al Regent. Quando ci fu la mareggiata e il porticciolo fu cancellato, è un episodio che solo nelle parole di Polly trova riscontro, altrimenti sarebbe il solito evento degli inglesi a scapito degli irlandesi. Tragedie e letteratura non vanno d'accordo se si fa della semplice tv, ci vuole un riscatto emotivo, espressivo, tale da sovrastare il dolore e farsi luce. E farsi mare. E farsi poesia, oltre il lutto, oltre la Manica. Polly approda a Roma col cognome che le fa spalancare portoni d'oro, ma lei preferisce una fanzine, all'insegna dell'orco in uno di quei vicoli all'alan ford. Descrive il significato di onore, di dignità, di bellezza e soprattutto di gloria, che costruisce giorno, dopo giorno, tra cori fatti all'una di notte – born to be wild... -, poesie strillate con garbo e fascino d'antan, karaoke mielato con sakura sakura... Soprattutto Polly è consapevole e spietata. A quel tal Carletto dell'editoria, non glielo ha mandato a dire. Polly non subisce le avances di 'sti pirla sfaccendati e acculturati a colpi d'affari di famiglia sostanzialmente leccaculi di lusso; si legge, ma è come vederla all'opera mentre lascia che il tizio sia a portata d'orecchio. Lui spera in una zozzeria frammentata dal sussurro della zoccola incallita. Lei invece lo spedisce al pronto soccorso col timpano dilaniato perchè con tutto il fiato che aveva in corpo gli ha urlato: ma a te, non ti ci hanno mai mandato affanc..., scimunito senza palle? E' come assistere alla scena: il sangue, un rivolo di rossa umanità che scorre dall'orecchio, fottuto per sempre, del dinastico citrullo. E adesso, rintaniamoci con Polly nella sua stanza mentre scrive e il cielo entra per forza di cose dalla finestra. Fotografia perfetta di un'America, di un'Italia, di un'Irlanda, che hanno i colori del mattino, del tramonto, dei gialli, dei grigi, degli azzurri. Un bollitore che sparge aromi di fiori, un frigo per carnivori e una foglia d'insalata, senza clamore; l'allegria che si fa strada per ritrovarsi con gli amici e ballare e toccarsi, qualcuno che porge un fiore perchè ormai è carnevale e tra breve sarà halloween: ricorrenze e celebrazioni quotidiane, infinite. Qui il concentrato salutistico del testo: è un libro di fatti, parole e idee che scorrono per scherzo nelle riflessioni più azzardate, del resto, se dio vive tra i dettagli... Inoltre devo confidarvi che il finale è eccellente: la sparizione di Polly per lunghi attimi di suspense, non si sa bene se attribuirla a morte, o a fuga. Il direttore della fanzine però, è a parte di un segreto; si tratta dei relais rimasti accesi per poter fornire ai lettori di proxima generatio, in automatico, l'insieme automoltiplicantesi degli scritti autografi di P.D. Il premuroso e peraltro misericordioso direttore de all'insegna dell'orco dopo aver calciato il muto cenere di Polly seppellendolo sotto il tappetino verdeacqua, si fa portavoce della personalità ormai virtuale dell'umile e preziosa collaboratrice, che invade lo space con l'ologramma tutto d'oro, splendente e sibila un recitato meccanico, tuttavia delizioso come gli anime completamente digitali, con movenze fluide di vacuoli. Ricordate di non spegnere la macchina e di pestare sulla tastiera ARCH da cui scaturiranno gli inediti, gli incastri, gli intrecci e persino poemi e romanzi della mitica Polly Dickens, convinta che nella vita si combina qualcosa solo per amore.



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