RECENSIONI
Francesco Recami
Il ragazzo che leggeva Maigret
Sellerio, Pag.205 Euro 12,00Punto.
Ci consente il cappello di sfornare una nostra personale convinzione che poi tanto personale non è: gli italiani hanno sempre voluto bene a Maigret, sia nel vederlo rappresentato da Gino Cervi (pare che Simenon amasse molto la resa del personaggio del nostro attore), sia nel leggerlo nelle innumerevoli ristampe di questi anni, non ultima quella realizzata dal maître à penser dell'editoria italiana, Roberto Calasso.
Il libro che andiamo a trattare ci conferma la nostra intuizione (e capirai che sforzo!): un ragazzino, poco più che decenne, di nome Gino ha la passione per l'ispettore Maigret (tanto da meritarsi anche l'omonimo soprannome), ha letto e riletto quasi tutte le sue avventure e crede che la vita reale in qualche modo sia sovrapponibile a quella del suo amato eroe letterario. Tanto sovrapponibile che un giorno assiste ad una scena che ritiene latrice di sventure e di 'svolgimenti' polizieschi.
Basta questo per tracciare la trama, non andiamo oltre per non guastare il piacere all'eventuale lettore.
Dice bene la seconda di copertina: il romanzo è difficilmente inquadrabile in una logica gialla, pur avendone tutti i requisiti, perché l'autore (già trattato dal Paradiso in precedenza e ormai nome affidabile della scuderia Sellerio) insiste più nella dinamica dell'avventura giovanile, in una sorta di rito di passaggio (e si dice sempre così!) dall'infanzia o adolescenza ad una pre-maturità intellettiva.
Più che far compagnia al vero Maigret, anche se scommettiamo sarebbe piaciuto molto allo stesso Simenon, questo libro potrebbe, in un'immaginaria collocazione a tema, stare accanto alla letteratura più sentitamente per ragazzi. Ma con un distinguo: basta leggere l'attacco del primo capitolo (l'autore addirittura – crediamo volutamente – tende una specie di tranello al lettore divertendosi a creare una specie di immaginario simenoniano) per rendersi conto dell'abilità del Recami nel costruire un romanzo a tutto tondo. O forse siamo noi, distratti dalla nostra perniciosa attitudine a voler 'ghettizzare' stili e sostanze, ad inventarci questa suddivisione materica che magari all'autore non è venuta proprio in mente.
Il ragazzo che leggeva Maigret a sua volta si legge con piacere. Comunque la pensiate (narrativa per ragazzi, giallo classico con straordinaria imitazione autoriale o romanzo tout court) va gustato come si potrebbe gustare una pietanza fresca in questa già torrida stagione.
di Alfredo Ronci
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