RECENSIONI
Alcide Pierantozzi
Ivan il terribile
Rizzoli, Pag. 315 Euro 19,00
Di presenza e anche di spirto
Nonstante sia un po' irto
M'apprestai a legger Alcìde
Assai in uso di diffide
C'era sì uno strillo in mezzo
Sulla prima e pure grezzo
Che parlava d'un gran sollazzo
Oh suvvia sembra assai pazzo
Di un tal Genna che par inferno
Ma è pur sempre un subalterno
Pur l'inizio del romanzo
Letto cauto dopopranzo
Mi lasciò assai basìto
Che pensai voilà: abortito
Mica voglio sopportar
Che di lettere e disgrazie
Mi ritrovi in anarchia
Con gli 'Amici' di Maria.
Poi arrivò l'Ivan del libro
Che tu pensi questo ha squilibro
Ma è pur sempre un ragazzetto
Che ha bisogno assai di affetto
Lui propugna l'eterosesso
E si scopa il più depresso
Che di nome è Federico
Quello bello alto e fico
Che argomenta come tanti
Senza uso di un buon Chianti
Che se l'etero ti tromba
Pensi sempre che t'impiomba
Come se a mostrar l'uccello
Quello etero sia il più bello
Oh, il lettore non s'inganni
Se io mostro a tutti quanti
Qual è il limite del suddetto
Che pur brilla, io lo ammetto
È un romanzo che t'inganna
Lo vorresti nella Gehenna
Ma la stoffa il Pierantozzi
L'ha mischiata con i cazzi
Perché il bello alto e fico
Che di nome fa Federico
Troppo tardi l'intuisce
E con dolo non guarisce
Che chi di etero ferisce
Alla fine poi perisce
E chi in culo l'ha poi preso
Siamo seri beninteso
Fa la fine del coglione
E con diversa angolazione
Sta e rimane inebetito
Con la scusa che è impazzito.
La morale alfin conviene
Dirla tutta e chi trattiene?
Che la storia pur se bislacca
Non rimane una patacca
Anzi a dirla seriamente
Pare pure commovente
Ma l'Alcìde senza peli
Gli conviene che congeli
L'idea astrusa dello Strega:
non mi par che sia stratega
semmai lanci una promessa
che alla prossima scommessa
trovi il tempo di stupire
che a commuover sa colpire!
di Alfredo Ronci
Nonstante sia un po' irto
M'apprestai a legger Alcìde
Assai in uso di diffide
C'era sì uno strillo in mezzo
Sulla prima e pure grezzo
Che parlava d'un gran sollazzo
Oh suvvia sembra assai pazzo
Di un tal Genna che par inferno
Ma è pur sempre un subalterno
Pur l'inizio del romanzo
Letto cauto dopopranzo
Mi lasciò assai basìto
Che pensai voilà: abortito
Mica voglio sopportar
Che di lettere e disgrazie
Mi ritrovi in anarchia
Con gli 'Amici' di Maria.
Poi arrivò l'Ivan del libro
Che tu pensi questo ha squilibro
Ma è pur sempre un ragazzetto
Che ha bisogno assai di affetto
Lui propugna l'eterosesso
E si scopa il più depresso
Che di nome è Federico
Quello bello alto e fico
Che argomenta come tanti
Senza uso di un buon Chianti
Che se l'etero ti tromba
Pensi sempre che t'impiomba
Come se a mostrar l'uccello
Quello etero sia il più bello
Oh, il lettore non s'inganni
Se io mostro a tutti quanti
Qual è il limite del suddetto
Che pur brilla, io lo ammetto
È un romanzo che t'inganna
Lo vorresti nella Gehenna
Ma la stoffa il Pierantozzi
L'ha mischiata con i cazzi
Perché il bello alto e fico
Che di nome fa Federico
Troppo tardi l'intuisce
E con dolo non guarisce
Che chi di etero ferisce
Alla fine poi perisce
E chi in culo l'ha poi preso
Siamo seri beninteso
Fa la fine del coglione
E con diversa angolazione
Sta e rimane inebetito
Con la scusa che è impazzito.
La morale alfin conviene
Dirla tutta e chi trattiene?
Che la storia pur se bislacca
Non rimane una patacca
Anzi a dirla seriamente
Pare pure commovente
Ma l'Alcìde senza peli
Gli conviene che congeli
L'idea astrusa dello Strega:
non mi par che sia stratega
semmai lanci una promessa
che alla prossima scommessa
trovi il tempo di stupire
che a commuover sa colpire!
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Alcide Pierantozzi
Unoindiviso
Halley Editrice, Pag.171 Euro 12,00To: Isambard Kingdom Brunel
69/6, Great Western Rd., BG 68, 63 STOREY'S END (GB)
Caro Isa,
ma sei incontentabile! Capisco che vuoi far pratica d' italiano - forse spinto dalla tua cara mamma, che tanto ha penato, nei tuoi primi quindici anni, per farti acquisire padronanza della sua lingua. Tuttavia, non è passato neanche un mese dal mio ultimo invio(...)
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