RECENSIONI
Silvestro Ferrara
Supergiusti, supertosti, superveri. Alla scoperta dei supereroi fai-da-te.
Caratterimobili, Pag. 101 Euro 12,00
C'è tutta una generazione che saliva (da salivare) per la fumettistica: dal manga al superomismo. Tra i tanti ricordi mi sovviene alla mente l'inessenziale La vita erotica dei superuomini del buon Marco Mancassola (a dir la verità con un'angolatura desueta).
Qui siamo al contraltare, alla rinuncia del superpotere e alla materializzazione dell'eroe in calzamaglia, quando va per il meglio, casalingo e rabberciato, comune e mortale.
Ferrara ha costruito una piccola enciclopedia dell'eroe de noantri: da quartiere, oseremmo dire da condominio, ad uso e consumo delle esigenze più spicciole e prosaiche.
Vediamo qualche esempio.
C'è BLACK VOID, l'unico supereroe dall'intestino irritabile (dicesi più correttamente colon). Prima di ogni scontro, i nemici tremano. E anche le sue mutande.
C'è CAPTAIN STICK, lardoso panzone in calzamaglia necessariamente latex, altrimenti dove lo metti: un fisico possente al servizio della Giustizia e, occasionalmente, anche del porno. La sua cryptonite è il burro di arachidi.
C'è ENTOMO, l'orgoglio di casa nostra perché indigeno, cioè di Napoli: spaghetti, mentalismo e mandolino. Direttamente dalle pendici del Vesuvio, il supereroe italiano più amato nel mondo (...) il suo celebre motto è: "Io inietto giustizia".
C'è anche la donzella TERRIFICA, dall'aspetto seducente che protegge le donne sole dai casanova dei bar. Con lei nei paraggi, ogni occhiolino diventa subito un occhio nero.
Insomma l'avrete capito: si va per facezie, per iperbole, per goliardia e per inevitabile nostalgia giovanilistica, perché per la generazione bambina degli anni ottanta (Ferrara, secondo le note biografiche, è del 1984) non c'è mica solo 'Cicale Cicale' e la Parisi, non c'è mica solo Nano Nano e nemmeno la famiglia Bradford, ma un surrogato di fantasie personali che ha eletto l'incredibile e la materia mediologia ad arte imprescindibile.
Se mi fosse possibile esprimere un desiderio e chiedere un superuomo personale (chi mi conosce sta già sussurrando il nome di Michael Phelps, ma quello sarebbe per altre attività più, come potremmo definirle... intime) opterei per un calzamagliato sempre in latex specializzato nel molecolizzare i governi dei tecnici.
Poi per quelli politici ne possiamo sempre riparlare, ma senza troppa pubblicità.
di Alfredo Ronci
Qui siamo al contraltare, alla rinuncia del superpotere e alla materializzazione dell'eroe in calzamaglia, quando va per il meglio, casalingo e rabberciato, comune e mortale.
Ferrara ha costruito una piccola enciclopedia dell'eroe de noantri: da quartiere, oseremmo dire da condominio, ad uso e consumo delle esigenze più spicciole e prosaiche.
Vediamo qualche esempio.
C'è BLACK VOID, l'unico supereroe dall'intestino irritabile (dicesi più correttamente colon). Prima di ogni scontro, i nemici tremano. E anche le sue mutande.
C'è CAPTAIN STICK, lardoso panzone in calzamaglia necessariamente latex, altrimenti dove lo metti: un fisico possente al servizio della Giustizia e, occasionalmente, anche del porno. La sua cryptonite è il burro di arachidi.
C'è ENTOMO, l'orgoglio di casa nostra perché indigeno, cioè di Napoli: spaghetti, mentalismo e mandolino. Direttamente dalle pendici del Vesuvio, il supereroe italiano più amato nel mondo (...) il suo celebre motto è: "Io inietto giustizia".
C'è anche la donzella TERRIFICA, dall'aspetto seducente che protegge le donne sole dai casanova dei bar. Con lei nei paraggi, ogni occhiolino diventa subito un occhio nero.
Insomma l'avrete capito: si va per facezie, per iperbole, per goliardia e per inevitabile nostalgia giovanilistica, perché per la generazione bambina degli anni ottanta (Ferrara, secondo le note biografiche, è del 1984) non c'è mica solo 'Cicale Cicale' e la Parisi, non c'è mica solo Nano Nano e nemmeno la famiglia Bradford, ma un surrogato di fantasie personali che ha eletto l'incredibile e la materia mediologia ad arte imprescindibile.
Se mi fosse possibile esprimere un desiderio e chiedere un superuomo personale (chi mi conosce sta già sussurrando il nome di Michael Phelps, ma quello sarebbe per altre attività più, come potremmo definirle... intime) opterei per un calzamagliato sempre in latex specializzato nel molecolizzare i governi dei tecnici.
Poi per quelli politici ne possiamo sempre riparlare, ma senza troppa pubblicità.
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Bevivino, Pag. 121 Euro 9,00Mi chiedo quale stramaledetto motivo può aver indotto (o induce) una persona che si suppone normale a raccontar le imprese di uno fuori di testa. Che poi le cose non stanno proprio così. Pensiamo a Freud. Lui diceva di capire i nevrotici essendo egli stesso un nevrotico. Probabilmente anche pieno di tic: quindi che gusto c'era a riferir di uno psicoteraupeta con qualche problemino nel cervello?
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