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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

George Pelecanos

Il giardiniere notturno

Piemme, Pag.380 Euro 6,50
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Stavolta Pelecanos è orfano di Derek Strange, o meglio, Pelecanos ha fatto a meno del suo investigatore privato preferito, quello che a volte sembra Madre Teresa da Calcutta e a volte sembra Hannibal Lecter per la violenza di cui è protagonista.

Il giardiniere notturno è storia di serial killer, di un criminale che se la prende coi bambini che hanno l'unica disgrazia di avere il nome che è un palindromo (cioè che lo leggi allo stesso modo sia da destra verso sinistra che viceversa). Qualcuno obietterà: certo che se ne inventano di tutti i colori pur di 'aggiustare' un mistery! Vero, ma nel caso di Pelecanos le cose non stanno proprio così, lo conosciamo fin troppo bene per schierarci dalla sua parte e considerarlo pur sempre una delle penne più brillanti dell'universo nero americano e non solo.

Resta però nelle sue 'cose' un qualcosa di irrisolto e ambiguo: il fatto di operare in una delle città più violente degli States, Washington, lo pone di fronte a problematiche che spesso dilaniano le coscienze degli americani, che sono vere e proprie travi nell'occhio di una società contraddittoria e globalizzata.

Prendiamo ad esempio la questione delle armi (possesso e vendita). Ne Il circo delle anime (e lì operava Derek Strange) c'era un passaggio che poteva far ingrigire i capelli a Bush e farli perdere al fascistone Chalton Heston (ormai pace all'anima sua). Nel senso che dichiarava che le persone favorevoli alla pena di morte sono sempre quelle che difendono il diritto dei fabbricanti di armi perché possano venderle nelle città. Touché verrebbe da dire.

In questo libro le cose si capovolgono. Un ex poliziotto, costretto alle dimissioni per una vicenda di cui non era direttamente responsabile, ad un certo punto dice: Ne ho una anch'io in macchina. E non ho una licenza. Preferisco avere una pistola ed essere beccato per possesso illegale che non averla quando ne avrei bisogno. (Pag. 171). Della serie: Far West del nuovo millennio.

Quel che conta però non sono le dichiarazioni, ma la coazione a ripetere (repetita iuvant?) di uno scrittore che non può, proprio perché la materia lo esige, esimersi dall'affrontare argomentazioni che si sanno stringenti.

Mi preme sottolineare un'altra cosa: il noir ha una struttura tutto sommato standard, con un canovaccio da seguire per non rischiare di essere altro. E proprio questa sorta di modello autoreferenziale costringe il recensore ad affrontare interrogativi al di là poi della vicenda vera e propria. L'ho detto e lo ripeto: Pelecanos è una delle migliori penne del mistery internazionale, uno dei nostri autori preferiti, ma spesso lo becchiamo in situazioni 'borderline'.

Possibile che una persona intelligente come lui possa scrivere a fine libro, parlando del serial killer responsabile degli omicidi dei bambini, queste precise parole?: Era il disco di Miles Davis che aveva sentito nel salotto dell'appartamento di suo zio, la prima volta che, ancora bambino, aveva subìto abusi sessuali. (Pag. 378).

Ancora 'sta storia che per spiegare la pedofilia criminale si fa ricorso alle violenze infantili?

Che palle però!



di Eleonora del Poggio


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George Pelecanos

Strade di sangue

Piemme, Pag.364 Euro 5,90

Quando fu presentato in Italia, una famosa casa editrice scriveva: George Pelecanos è una brutta gatta da pelare. In un primo momento, noi del Giallo Mondatori abbiamo avuto qualche incertezza a pubblicarlo, perché nei suoi romanzi la violenza è tanta e molto reale. Ma non è che lo specchio della violenza che fa parte della vita quotidiana di una metropoli come Washington. Inoltre, il nostro (sic!!...n.d.a.) George riscuote un vasto consenso tra i critici e gli appassionati statunitensi. (Quarta di copertina del Giallo Mondatori n.2700 – George Pelecanos – Una dolce eternità).
Roba da sbellicarsi dal ridere (...)

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George Pelecanos

Il circo delle anime

Piemme, Pag. 381 Euro 6,50

E' una gran bella gatta da pelare 'sto Pelecanos. Per carità, non siamo dalla parte del giallo Mondadori che lo "bollò", presentandocelo la prima volta, come autore tendenzialmente "pericoloso". No, è scomodo perché ci disegna un personaggio, il solito Derek Strange, contraddittorio ed inusuale.
Per quelli che non lo sanno: Derek Strange è un investigatore nero, ex poliziotto, che ama la musica soul (il gruppo degli Stylistics in particolare, e questo già non depone a suo favore)

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