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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Mark Mills

Amagansett

Einaudi, Pag.370 Euro 12,50
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La domanda è questa: come mai quasi tutti i romanzi noir che escono sfiorano o superano abbondantemente le quattrocento pagine? Come mai questa "abitudine" ha preso piede anche in Italia tanto che Faletti ha sfiorato anche le settecento pagine?

La risposta potrebbe essere la seguente: perché per costruire un intreccio "adeguato" la storia necessita di un'anamnesi dei personaggi (se mi si permette una "boutade" direi: se fosse stato il giallo di cinquant'anni fa avrei usato il termine "araldica" perché il delinquere era prerogativa delle nobiltà più in vista).

L'anamnesi sottintende fasi evolutive della crescita: infanzia, gioventù, primi amori, matrimonio/fallimento/divorzio/disillusione, lavoro e sconvolgimenti di vario genere.

Amagansett non si discosta da questa pratica: si annacqua la vicenda con rimandi addirittura bellici (sorpresa, si ritaglia un italico quadretto che quasi convince: le descrisse lo splendore barocco di Castelgandolfo, la residenza estiva del papa appollaiata sopra le rive del lago Albano dove vennero mandati a riposare per qualche settimana. Pomeriggi irreali trascorsi a oziare sulle spiagge di sabbia vulcanica, a nuotare nell'acqua verde-azzurra del lago, a sorseggiare il Frascati secco e frizzante dei colli vicini e a flirtare con le ragazze del posto (pag.257) anche se, confessiamolo senza paura di passare per incoerenti, la tessitura regge per via di un'abilità di Mills di caricarsi di suggestioni malinconiche e da mare al tramonto.

Sì: siamo nel 1947, in un luogo incontaminato (solo baracche di pescatori) della costa occidentale, che diventerà nel corso degli anni la spiaggia più elegante d'America. Un cadavere di donna ripescato nel mare (do you remember Wilma Montesi? Era il 1953, Capocotta il luogo del misfatto, ma la mente ci va, eccome se ci va!). L'indagine, contemporanea, del poliziotto di turno, e dell'amante della vittima. Un investimento di una bambina poco prima dell'annegamento. La famiglia della donna morta, ricca e benestante, coinvolta nell'inchiesta. Tutto qua.

Ribadisco: un giallista di professione che non ha la sindrome da anamnesi acquisita se la sarebbe cavata con centocinquanta pagine. Mills, cui i ricordi di guerra non difettano, sciorina temi ed assunti con la stessa facilità con cui un cuoco rimesterebbe nei sughi. E tra la battaglia di Cassino e l'enunciazione pedissequa ed enfatizzata dei dettagli di una baleniera alla Moby Dick (uno dei protagonisti è un pescatore di lunga tradizione) s'insinua "basso" l'intreccio del crimine.

Mills è una vecchia volpe: regista di un certo successo (suoi sono Il figlio perduto con Daniel Auteil e Nastassia Kinski -1988 – e The Reckoning con William Defoe e Paul Bettany – 2002) mette al suo attivo un romanzo d'esordio appena pepato. Siamo lontani dal detto virgiliano ab uno disce omnis (da uno capisci come sono tutti) perché in fondo elabora la materia, soprattutto quella legata ai ricordi di guerra, sorta di rappresentazione diaristica del passato, con piglio e sicurezza . Mancano però il coinvolgimento emotivo, raffreddato da una tecnica quasi al rallentatore, ed un finale col botto (già a metà libro è chiara la dinamica dei moventi e l'intero costrutto). Quest'ultimo elemento, ovvio, a suo completo discapito.

Spesso lo diciamo: si farà come il caco sull'albero.



di Eleonora del Poggio


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