RECENSIONI
Cristina De Stefano
Americane avventurose
Adelphi, Pag.197 Euro 18,00
In una lista delle "Cose che non farò mai" Mae West annota, fra gli altri precetti auto-imposti: preoccuparmi delle persone che fischiettano nei camerini o dei conti stratosferici.
Ed è così, con questa leggerezza per le cose pesanti e serietà per le cose frivole, che viveva Mae West, una delle tante affascinanti donne che Cristina De Stefano ci narra in questa storia del '900. Perché tale è Americane avventurose: un avvincente cammino iniziatico in un secolo breve e infinito, visto attraverso gli occhi di eroine contemporanee che di eroico hanno soprattutto l'esser donna in un periodo in cui era vivamente sconsigliato. Fra Grandi Guerre e Grandi Depressioni, Boom economico e New Deal, senza nessun ismo a coprire le spalle morbide, queste ragazze si danno da fare.
C'è chi disegna libri per bambini, chi arreda dimore sontuose e presidenziali, chi recita rifiutando le convenzioni, chi fotografa cogliendo dolore e morte, chi scrive con febbrile trasporto anche nei momenti più bui.
E in questo secolo in cui la bellezza sembra l'unico vero difetto possibile per le donne, tutte le protagoniste raccontate dalla De Stefano non si lasciano invischiare. Se sono belle lo sanno essere, senza accontentarsi. Se sono poco attraenti diventano affascinanti e ferine come belve esotiche e predatrici. Mai si danno per vinte, mai si lasciano sconfiggere: dagli uomini, dalla società, dal perbenismo moralista in sui è immerso il nuovo continente.
Hanno talento e lo tirano fuori quando serve, con un coraggio che non è temerarietà fine a sé stessa: son di quelle che accecano, ma con tanta voglia di farcela, da sole.
Così raccontato questo libro potrebbe sembrare un'apologia della donna emancipata, libera e sicura di sé. Ma non c'è solo questo. Cristina De Stefano ci fa sbirciare dal buco della serratura, dalle pagine dei giornali, dalle biografie di queste donne, un'epoca lontana e passata, in cui per emergere per una ragazza era necessario essere di più. Ho detto passata e lontana?
Ma oltre alla militanza, in questo libro c'è affetto. Per delle ragazze che vorremmo aver conosciuto, aver avuto come amiche, averle viste al nostro fianco a consigliarci nei momenti bui.
E poi quello che emerge è la curiosità, indotta da questi brevi ritratti tracimanti di informazioni, mai noiosi, che offrono lo spunto per comprendere un po' più del passato e quindi del presente. Analizzare il mondo con gli occhi dell'antropologa Ruth Benedict (alla quale dobbiamo il concetto di pattern - regolarità con cui si riscontrano certi modelli), o assistere impotenti a scene di guerra come fa il biondo baschetto di Lee Miller. Sperimentare la depressione da manicomio di Anne Sexton e sorridere alle righe sarcastiche di una penna prodigiosa come quella di Dorothy Parker. E la curiosità è molla per approfondire e, partendo da questi piccoli profili affettuosi tratteggiati con maestria ma senza alcuna pedanteria, aprire un mondo di ricerche intrecciate tra loro come la lana di una sciarpa. Impossibile non chiedersi come fossero i quadri della poco nota moglie di Edward Hopper, Josephine Nivison, o rileggere le poesie di Harry Crosby (che con Caresse fece coppia perfetta sino al momento di suicidarsi con un'altra); impossibile non approfondire la conoscenza di Hilda Dolittle (che fu musa di Ezra Pound oltre che grande poetessa) o non esplorare con la fantasia gli impervi percorsi di Amelia Earhart e del suo aereo. Guardare Hemingway che si sposa sul ponte di una nave come fece Slim Keith o comporre con Kay Swift e Gorge Gershwin le più famose note jazz di sempre.
Sono state testimoni partecipi di un'epoca di cambiamenti queste donne avventurose. Hanno visto all'opera i grandi maestri di ogni disciplina e li hanno superati rivaleggiando in parità. Mai contente di essere belle o ricche, mai appagate dal traguardo raggiunto.
Mentiremmo a noi stesse se non ammettessimo di invidiarle un po': loro così graziose e leggere mentre volteggiano sui più grandi avvenimenti degli ultimi cento anni senza far pesare altro che un cuore coraggioso e una mente vivace.
di Enrica Murru
Ed è così, con questa leggerezza per le cose pesanti e serietà per le cose frivole, che viveva Mae West, una delle tante affascinanti donne che Cristina De Stefano ci narra in questa storia del '900. Perché tale è Americane avventurose: un avvincente cammino iniziatico in un secolo breve e infinito, visto attraverso gli occhi di eroine contemporanee che di eroico hanno soprattutto l'esser donna in un periodo in cui era vivamente sconsigliato. Fra Grandi Guerre e Grandi Depressioni, Boom economico e New Deal, senza nessun ismo a coprire le spalle morbide, queste ragazze si danno da fare.
C'è chi disegna libri per bambini, chi arreda dimore sontuose e presidenziali, chi recita rifiutando le convenzioni, chi fotografa cogliendo dolore e morte, chi scrive con febbrile trasporto anche nei momenti più bui.
E in questo secolo in cui la bellezza sembra l'unico vero difetto possibile per le donne, tutte le protagoniste raccontate dalla De Stefano non si lasciano invischiare. Se sono belle lo sanno essere, senza accontentarsi. Se sono poco attraenti diventano affascinanti e ferine come belve esotiche e predatrici. Mai si danno per vinte, mai si lasciano sconfiggere: dagli uomini, dalla società, dal perbenismo moralista in sui è immerso il nuovo continente.
Hanno talento e lo tirano fuori quando serve, con un coraggio che non è temerarietà fine a sé stessa: son di quelle che accecano, ma con tanta voglia di farcela, da sole.
Così raccontato questo libro potrebbe sembrare un'apologia della donna emancipata, libera e sicura di sé. Ma non c'è solo questo. Cristina De Stefano ci fa sbirciare dal buco della serratura, dalle pagine dei giornali, dalle biografie di queste donne, un'epoca lontana e passata, in cui per emergere per una ragazza era necessario essere di più. Ho detto passata e lontana?
Ma oltre alla militanza, in questo libro c'è affetto. Per delle ragazze che vorremmo aver conosciuto, aver avuto come amiche, averle viste al nostro fianco a consigliarci nei momenti bui.
E poi quello che emerge è la curiosità, indotta da questi brevi ritratti tracimanti di informazioni, mai noiosi, che offrono lo spunto per comprendere un po' più del passato e quindi del presente. Analizzare il mondo con gli occhi dell'antropologa Ruth Benedict (alla quale dobbiamo il concetto di pattern - regolarità con cui si riscontrano certi modelli), o assistere impotenti a scene di guerra come fa il biondo baschetto di Lee Miller. Sperimentare la depressione da manicomio di Anne Sexton e sorridere alle righe sarcastiche di una penna prodigiosa come quella di Dorothy Parker. E la curiosità è molla per approfondire e, partendo da questi piccoli profili affettuosi tratteggiati con maestria ma senza alcuna pedanteria, aprire un mondo di ricerche intrecciate tra loro come la lana di una sciarpa. Impossibile non chiedersi come fossero i quadri della poco nota moglie di Edward Hopper, Josephine Nivison, o rileggere le poesie di Harry Crosby (che con Caresse fece coppia perfetta sino al momento di suicidarsi con un'altra); impossibile non approfondire la conoscenza di Hilda Dolittle (che fu musa di Ezra Pound oltre che grande poetessa) o non esplorare con la fantasia gli impervi percorsi di Amelia Earhart e del suo aereo. Guardare Hemingway che si sposa sul ponte di una nave come fece Slim Keith o comporre con Kay Swift e Gorge Gershwin le più famose note jazz di sempre.
Sono state testimoni partecipi di un'epoca di cambiamenti queste donne avventurose. Hanno visto all'opera i grandi maestri di ogni disciplina e li hanno superati rivaleggiando in parità. Mai contente di essere belle o ricche, mai appagate dal traguardo raggiunto.
Mentiremmo a noi stesse se non ammettessimo di invidiarle un po': loro così graziose e leggere mentre volteggiano sui più grandi avvenimenti degli ultimi cento anni senza far pesare altro che un cuore coraggioso e una mente vivace.
di Enrica Murru
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