RECENSIONI
Valentina Tonolo
Appuntamenti al buio
Castelvecchi, Pag. 224 Euro 14,00
Un'infanzia tranquilla stile "campana di vetro", la vita universitaria veneziana spesa tra festini alcolici e aspiranti filosofi e poi la svolta, netta e decisa, improvvisa e imprevista come la morte di un caro amico, l'approdo al mondo del lavoro come collaboratrice per una sgangherata agenzia matrimoniale: questo, in sintesi, il percorso della protagonista del romanzo la quale, forse per ribadire la già evidente matrice autobiografica dell'opera, chiarisce la sua identità solo all'ultima pagina.
L'inizio in medias res ha il pregio di catapultarci fin da subito in quella che l'autrice definisce una "Montecarlo delle emozioni", una macchina per creare coppie e felicità; eppure, inserendosi in una variopinta routine fatta di appuntamenti al buio e telefonate consolatorie, l'io narrante non rinuncia mai ad esprimere se stesso e il suo mondo.
L'uso della prima persona conferisce alla scrittura una notevole libertà espressiva rendendola vivace, spigliata, giovane e giovanile; il medesimo tono, ironico e svagato, si adagia con noncuranza (forse eccessiva) anche sui temi più seri.
Il tessuto narrativo a carattere episodico favorisce l'incalzare di una folla di personaggi strambi e grotteschi, di una moltitudine umana dai tratti vagamente pirandelliani, o almeno affini a quel Pirandello di ambientazione romana e piccolo borghese. Timidi senza speranza e inaciditi cronici, divi tramontati e vecchietti fin troppo vispi, nessuno sfugge ad uno sdoppiamento prospettico che plagia la realtà, che trasforma il dato effettivo in dato creativo: la "vera cozza" diventa una "bellezza normale", l'obeso si fa muscoloso, l'introverso patologico viene spacciato per un sensibile.
Decisamente rilevante nell'impalcatura narrativa è il peculiare rapporto che intercorre tra la protagonista e la sua migliore amica, Marylin, transgender e prostituta d'alto borgo. Paradossalmente, tra le due, è proprio quest'ultima ad imporsi come polo femminile di riferimento, tanto da impartire all'amica lezioni di sensualità ed erotismo. Al contrario, colei che ci parla in fondo è timida, abituata a gestire le emozioni altrui e non le proprie; si prodiga per intessere relazioni tra gli iscritti dell'agenzia pur essendo una single cronica.
E proprio quando la sua vita sentimentale sembra ormai derubricata sotto un perenne work in progress, ecco un incontro inaspettato, entra in scena un uomo, o meglio l'Uomo, lo sconosciuto che ti fa dire "lui è proprio il padre dei miei figli". E si sa, davanti all'amore assoluto si è veramente fragili e soli...
Nella sostanza siamo di fronte ad un libro che è soprattutto un diario sentimentale, un grande affresco di fantascienza romantica: al centro di tutto, nel bene e nel male, vi è l'amore, uno sterminato mosaico di esperienze e punti di vista differenti, un totem caotico e sfuggente che attira cuori e sguardi.
di Onofrio Oscar Zirafi
L'inizio in medias res ha il pregio di catapultarci fin da subito in quella che l'autrice definisce una "Montecarlo delle emozioni", una macchina per creare coppie e felicità; eppure, inserendosi in una variopinta routine fatta di appuntamenti al buio e telefonate consolatorie, l'io narrante non rinuncia mai ad esprimere se stesso e il suo mondo.
L'uso della prima persona conferisce alla scrittura una notevole libertà espressiva rendendola vivace, spigliata, giovane e giovanile; il medesimo tono, ironico e svagato, si adagia con noncuranza (forse eccessiva) anche sui temi più seri.
Il tessuto narrativo a carattere episodico favorisce l'incalzare di una folla di personaggi strambi e grotteschi, di una moltitudine umana dai tratti vagamente pirandelliani, o almeno affini a quel Pirandello di ambientazione romana e piccolo borghese. Timidi senza speranza e inaciditi cronici, divi tramontati e vecchietti fin troppo vispi, nessuno sfugge ad uno sdoppiamento prospettico che plagia la realtà, che trasforma il dato effettivo in dato creativo: la "vera cozza" diventa una "bellezza normale", l'obeso si fa muscoloso, l'introverso patologico viene spacciato per un sensibile.
Decisamente rilevante nell'impalcatura narrativa è il peculiare rapporto che intercorre tra la protagonista e la sua migliore amica, Marylin, transgender e prostituta d'alto borgo. Paradossalmente, tra le due, è proprio quest'ultima ad imporsi come polo femminile di riferimento, tanto da impartire all'amica lezioni di sensualità ed erotismo. Al contrario, colei che ci parla in fondo è timida, abituata a gestire le emozioni altrui e non le proprie; si prodiga per intessere relazioni tra gli iscritti dell'agenzia pur essendo una single cronica.
E proprio quando la sua vita sentimentale sembra ormai derubricata sotto un perenne work in progress, ecco un incontro inaspettato, entra in scena un uomo, o meglio l'Uomo, lo sconosciuto che ti fa dire "lui è proprio il padre dei miei figli". E si sa, davanti all'amore assoluto si è veramente fragili e soli...
Nella sostanza siamo di fronte ad un libro che è soprattutto un diario sentimentale, un grande affresco di fantascienza romantica: al centro di tutto, nel bene e nel male, vi è l'amore, uno sterminato mosaico di esperienze e punti di vista differenti, un totem caotico e sfuggente che attira cuori e sguardi.
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