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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

'Ala Al Aswani

Chicago

Feltrinelli, Pag. 310 Euro 17,50
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Il mondo di Chicago di 'Ala Al-Aswani è un concentrato purissimo di vita umana, di speranze, sguardi al cielo o alla terra, odori di spezie lontane e di pelle sotto un sole straniero.

Seconda fatica dell'acclamato scrittore-dentista arabo, già autore di Palazzo Yacoubian, questo romanzo riesce far scendere il lettore in un vortice realista e al tempo stesso pittorico che avvolge e scuote, accarezza e colpisce, che anestetizza il suono con il suo volume altissimo oppure basso come un sussurro. Ogni voce, ogni pensiero, parola, gesto possiede una forza incredibilmente superiore ad ogni aspettativa e lascia senza fiato in ogni pagina.

La città americana, ma soprattutto il suo dipartimento di Istologia (conosciuto realmente dall'autore durante gli anni della formazione americana), diventa una piccola Egitto in cui si incontrano e si scontrano i personaggi con le loro storie, diverse ma terribilmente comuni nella genia del pensiero, della lingua, del passato che portano arroccato sulle spalle. Un passato fatto di terra lontana che non vuole abbandonare chi l'ha lasciata dietro di sé, chi ne ha un vago ricordo o chi continua ad esserne ossessionato.

Chicago diventa così una cornice in cui la tela si dipinge da varie angolazioni, da diversi lati prendendo man mano forma, cominciando a disegnare un'immagine inaspettata nelle sfumature, nei colori che si mescolano, si sporcano e si confondono. Una cornice che fa fatica a racchiudere l'ampio respiro narrativo ed emozionale delle sue pennellate.

L'America è un bozzolo pieno di insetti laboriosi, distaccati, guardinghi che hanno ancora troppo presente l'attacco al loro nido, una devastazione di cui si sente sempre la presenza negli sguardi sfuggenti e inquisitori, nelle frasi sussurrate, gridate, spente tra i denti. L'America è il paese dei sogni e della libertà. Dei suoi sogni e della sua libertà, delle possibilità che vengono offerte secondo rigide "regole", non c'è spazio per libertà personali o sogni troppo intimi.

'Ala Al-Aswani è un narratore distaccato dai suoi personaggi, ne segue le vicende, avvicina la lente ai loro corpi per studiarne il mutamento e auscultarne la voce più segreta: «Perché sono qui?», «Dove sono i miei compagni? », «Ho fatto bene a lasciare la mia famiglia? », «Sarò mai un americano? », «Voglio essere un americano? », «Fuggire? E dove», « L'Egitto è qui...».

Il conflitto infatti non è solo con lo "straniero", è con sé stessi prima di tutto, con le proprie vite cercate e sfuggite ma soprattutto con il "simile": i meccanismi malati che animano la propria terra non hanno faticato a raggiungere i protagonisti oltreoceano e sono meccanismi dinamici, subdoli, lenti, esplosivi che inficiano le giornate, i gesti, le parole.

Queste gangli virulenti nei rapporti d'amore caratterizzano l'universo maschile come troppo gretto, "barbaro" oppure troppo pigro nei confronti del cambiamento, quasi soffrisse di inedia nell'integrare la propria origine con la vita in cui si getta. L'amicizia diventa un'agognata spiaggia su cui non poter riposare tranquillamente a causa dell'eccesso: troppo scuro, troppo chiaro, troppo animoso, troppo poco. Il legame è difficile ma non impossibile. La speranza c'è sempre.

La politica presente nella sua forma più terribile, quella del terrorismo psicologico dei servizi segreti che devono occuparsi dell'arrivo del presidente egiziano a Chicago ricorda a lacchè e comunità che non c'è scampo dalla persecuzione del regime, del potere, soprattutto ricorda che nessuno è mai davvero immune dal rimpatrio.

Un romanzo corale? Forse, ma allo stesso tempo fortemente intimista, dedito al singolo, all'uno, all'Io più vero e grande cui l'uomo possa ambire: quello del sogno.

I sogni vengono a galla come pezzi di sughero in ogni riga navigata dagli occhi, sono sempre presenti, visibili nel loro respiro forte, in quel nascondiglio caldo in cui si rifugiano quando i personaggi si vestono di loro stessi, nel silenzio delle stanze calme del loro cuore agitato. I sogni muovono passi pesanti che fanno stridere le ore passate nella realtà molto spesso segnandola di lacrime e rancore, ma segnandola. In un modo indelebile e catartico, modificandola inconsciamente per poterla far diventare più vicina, più respirabile.

Chicago, Egitto, America, medico, docente, rivoluzionario, donna, uomo: tutti cercano una patria in questo romanzo, tutti cercano una terra e 'Al Ala-Aswani ci regala uno spazio senza tempo in cui costruire il giardino della nostra anima.







di Alex Pietrogiacomi


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