RECENSIONI
Efraim Medina Reyes
Cinema Albero
Fusi orari, Pag.185 Euro 12.00
Tutta la nostra vita tende a trascorrere mentre noi siamo seduti su qualcosa. Sui nostri pensieri. Sui nostri amori. Sul dolore. A volte su noi stessi, inebetiti e basta.
Questo libro supera il tempo e lo spazio narrativo regalando ritratti di vissuto. Regalando la ricerca di sé attraverso il corpo, le esperienze, l'erotismo e l'autoerotismo.
Il sesso non è affatto strumento di piacere ma atto di conoscenza, di purificazione, di triste gioia. E' un aiuto per scoprirsi all'altro, per regalarsi, per spogliarsi dall'abito epidermico dell'orgasmo e lasciar cadere i pensieri nel profondo abisso delle lenzuola.
La sfrenata voglia di raccontarsi e raccontarci di Reyes si lubrifica ad ogni "capitolo/racconto" ad ogni donna conosciuta, ad ogni attimo passato in compagnia di sè, fino a giungere alla somma di una vita "spesa" per entrare ed uscire nei corpi e nelle anime degli altri come un bicchiere d'acqua: liquido rinfrescante che dentro si riscalda e poi si disperde lasciandoci però rinnovati.
La libertà di affrontarsi come e quando si vuole muove tutti gli incontri, spesso gli scontri, con i propri sogni di realtà. L'importante libertà di congelare gli attimi in secondi oppure giorni, anni riesce a far leggere ogni pagina con un carico emotivo ed emozionale incredibile, con un coinvolgimento inaspettato, ma sperato sin dall'apertura del libro.
Le figure, le città i luoghi sono cariche di una forma di ribellione silenziosa, che traspira dai pori di un' umanità molto spesso descritta da cinema, radio, televisione in maniera altisonante, tralasciando il vero luogo d'incontro delle persone: la loro semplicissima e banalissima realtà.
I sogni infranti come i cuori, le parole spese a caso, i fallimenti familiari, che vengono relegati dalla società mediatica ad un quartiere quotidiano privo di scalpore, sono ripercorsi e raccontati con l'estatica ammirazione di chi sa che questa è la vita che ci piove addosso. Che questa è la realtà che ogni giorno riga i nostri volti. E che tutto questo è il solo motivo di ricerca dell'uomo, un'auto comprensione che permetta di avere un ruolo. Non nella società. Nella propria speranzosa esistenza.
Una galleria di personaggi che traboccano di vita, amore e passione, come Erika di Round Midnight o Slong il macellaio: pieni di umorismo e crudeltà, accerchiati da un mondo violento in cui si vive al limite e senza limiti.
Stefano Benni nella sua prefazione centra perfettamente tutto il senso del racconto di Efraim Medina Reyes con una frase "Come è stato detto di Monk: bisogna essere stati a lungo in silenzio per scrivere così". E questo silenzio si ascolta incantati, incatenati.
Tra ritratti grotteschi, allusivi, fantastici e crudelmente reali grazie a Cinema Albero ci troviamo a stare seduti su un solo pensiero che spesso ci sfugge: vivere.
di Alex Pietrogiacomi
Questo libro supera il tempo e lo spazio narrativo regalando ritratti di vissuto. Regalando la ricerca di sé attraverso il corpo, le esperienze, l'erotismo e l'autoerotismo.
Il sesso non è affatto strumento di piacere ma atto di conoscenza, di purificazione, di triste gioia. E' un aiuto per scoprirsi all'altro, per regalarsi, per spogliarsi dall'abito epidermico dell'orgasmo e lasciar cadere i pensieri nel profondo abisso delle lenzuola.
La sfrenata voglia di raccontarsi e raccontarci di Reyes si lubrifica ad ogni "capitolo/racconto" ad ogni donna conosciuta, ad ogni attimo passato in compagnia di sè, fino a giungere alla somma di una vita "spesa" per entrare ed uscire nei corpi e nelle anime degli altri come un bicchiere d'acqua: liquido rinfrescante che dentro si riscalda e poi si disperde lasciandoci però rinnovati.
La libertà di affrontarsi come e quando si vuole muove tutti gli incontri, spesso gli scontri, con i propri sogni di realtà. L'importante libertà di congelare gli attimi in secondi oppure giorni, anni riesce a far leggere ogni pagina con un carico emotivo ed emozionale incredibile, con un coinvolgimento inaspettato, ma sperato sin dall'apertura del libro.
Le figure, le città i luoghi sono cariche di una forma di ribellione silenziosa, che traspira dai pori di un' umanità molto spesso descritta da cinema, radio, televisione in maniera altisonante, tralasciando il vero luogo d'incontro delle persone: la loro semplicissima e banalissima realtà.
I sogni infranti come i cuori, le parole spese a caso, i fallimenti familiari, che vengono relegati dalla società mediatica ad un quartiere quotidiano privo di scalpore, sono ripercorsi e raccontati con l'estatica ammirazione di chi sa che questa è la vita che ci piove addosso. Che questa è la realtà che ogni giorno riga i nostri volti. E che tutto questo è il solo motivo di ricerca dell'uomo, un'auto comprensione che permetta di avere un ruolo. Non nella società. Nella propria speranzosa esistenza.
Una galleria di personaggi che traboccano di vita, amore e passione, come Erika di Round Midnight o Slong il macellaio: pieni di umorismo e crudeltà, accerchiati da un mondo violento in cui si vive al limite e senza limiti.
Stefano Benni nella sua prefazione centra perfettamente tutto il senso del racconto di Efraim Medina Reyes con una frase "Come è stato detto di Monk: bisogna essere stati a lungo in silenzio per scrivere così". E questo silenzio si ascolta incantati, incatenati.
Tra ritratti grotteschi, allusivi, fantastici e crudelmente reali grazie a Cinema Albero ci troviamo a stare seduti su un solo pensiero che spesso ci sfugge: vivere.
di Alex Pietrogiacomi
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