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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

James Matthew Barrie

Echi di guerra

Libreria Croce, Pag. 128 Euro 15,00
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Una manciata d'anni dopo la pubblicazione del Peter Pan (1911), nel 1917, il prolifico letterato scozzese Barrie leggeva il sofferto stato d'animo del Regno Unito durante la Prima Guerra Mondiale con quattro storie borghesi, pubblicate in Echi di guerra. Si tratta di quattro prose molto più vicine alla narrativa teatrale che alla narrativa pura, giocate come sono su dialoghi arrembanti alternati a tenui descrizioni di ambienti, o di piccoli movimenti. Il libro, pubblicato in Italia dalle edizioni della Libreria Croce, nella nuovissima collana "Lady Bird" dal promettente titolo "I classici inediti", nata "per scuotere il senso civile dalla polvere dell'indifferenza", conferma diverse buone qualità dello storyteller Barrie, soffrendo appena per qualche sentimentalismo manierista e per il respiro semplice e quotidiano delle ambientazioni. Ci sono due mestieri ben amalgamati: drammaturgo e giornalista. Si sentono e si riconoscono facilmente, sia nel tempo delle battute sia nelle scelte lessicali e non stridono.

Veniamo ai contenuti. Quattro storie, dicevamo: Le medaglie della vecchia signora, La nuova parola, Il matrimonio di Barbara, Una voce familiare.

Le medaglie della vecchia signora è un racconto totalmente dialogato. Quattro vecchie cameriere londinesi sono le protagoniste; un comprimario di lusso apparirà nella seconda parte della prosa. Interno giorno: decoro piccolo borghese, dignità nella semplicità e nelle piccole ricercatezze (quanta cura del dettaglio, per ornare la povertà. Commovente). Tempo di guerra, figli al fronte, chi in Francia, chi in Grecia. Le donne cercano di capire cosa accade in trincea, come possono sentirsi i loro ragazzi; pensano alle altre mamme e alle mogli dei soldati nemici, e a chi vive serena perché non ha nessuno al fronte. Forse è la sorte anche di una di loro, che non avendo affetti ha preferito inventarne uno... Il sentimento di Barrie trova una soluzione ideale: l'inattesa ma non sconcertante adozione di un soldato che non aveva mai conosciuto i propri genitori. Senza dubbio il migliore dei quattro episodi, encomiabile per la rappresentazione della vita del popolo e della semplicità dei suoi dialoghi.

Passiamo a La nuova parola: protagonisti un padre e un figlio qualunque, nelle intenzioni di Barrie. Il figlio, ex tesoriere del circolo di tennis, è stato chiamato ("ha firmato") al fronte. Prova la divisa, e subito affronta l'angoscia e le premure della madre, mentre la sorella, al piano, suona inni patriottici. Il padre, timido, va a congedarlo dicendogli quanto è orgoglioso di lui. E confidando che aveva pensato, allo scoppio della guerra, di dover essere lui a partire. Rimane poco da dire, se non "tieni giù la testa, in trincea". E magari trovare il coraggio per parlarsi con affetto tra uomini. In questo frangente, Barrie tocca corde molto liriche, senza tuttavia cedere alla tentazione della poesia.

Ecco Il matrimonio di Barbara: in un cottage di campagna, un vecchio colonnello finge demenza senile e amnesia per prendere informazioni sulle persone care che ha intorno a sé. Il racconto è discreto ma decisamente meno riuscito dei precedenti. Infine, Una voce famigliare: drammatico incontro, via seduta spiritica, con un figlio morto. Memorie d'infanzia, rivelazioni e promesse: postromantico, e sensazionalista.

S'avvicina forse il tempo del recupero dell'opera omnia di Barrie, mai completamente tradotta in lingua italiana. A quegli editori che si dedicheranno all'impresa va, sin d'ora, la riconoscenza del lettore curioso e appassionato del piccolo genio del Peter Pan: a sentire Alison Lurie, nella sua narrativa si nascondono meraviglie. Attendiamo. Intanto, gustiamo questo primo assaggio.



di Gianfranco Franchi


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