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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Paolo Villaggio

Fantozzi totale

Einaudi stile libero, Pag.361 Euro 18,50
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Di questi tempi non ci resta che Fantozzi. Anzi, Fantocci. Vengo dalla lettura di quello che forse considero (il dubbio, mai le certezze, sono il sale dell'intelligenza) il più brutto libro del decennio (ne parlerò, tranquilli, dico solo che appartiene ad un 'intellettuale' che molti scrittori della nuova generazione ritengono un nume, un faro, un punto di riferimento...), di conseguenza, la ri-lettura di un classico come Fantozzi non può che far bene.

L'operazione di Stile libero contiene tutto quello che sul personaggio Villaggio ha scritto in questi anni: compreso un inedito, prescindibile, scritto per l'occasione.

Conservo ancora gelosamente la prima edizione del Fantozzi targato Rizzoli (1971), dove in copertina c'era il ragionier Ugo in costume da bagno, che sbancò l'allora mercato editoriale impegnato in bel altre (ed alte?) operazioni culturali e che andò a vincere anche un premio Gogol in quel di Russia (anzi, Unione Sovietica).

Riletto oggi offre spunti a non finire (ma le pagine culturali dei quotidiani sono troppo impegnate a giocare al lotto del premio Strega), confermando inoltre, intatta, la vis comica che attraverso l'uso dell'iperbole e dell'esagerazione, attecchì presto nell'immaginario collettivo, planando poi nel parlato corrente.

Nel fantozzismo settantottino troviamo la Storia del decennio. Di più: attraverso la 'schermatura' ironica rileggiamo stralci del nostro passato che hanno la forza della preveggenza. Come a pagina 27: Cominciò poi una discussione tra giovani sulla contestazione studentesca e l'intervento in Vietnam. Fantozzi credeva di essere nel covo della reazione: ma con suo grande stupore si accorse che più quei gran signori erano bardati con orologi Cartier e brillanti (con uno solo dei quali avrebbe vissuto senza patemi il resto dei suoi giorni) più erano su posizioni maoiste. (Fa il doppio coi 'figli di papà' pasoliniani che combattevano col vero proletariato costituito dai poliziotti). Oppure a pagina 124: Andarono a giocare. Semenzara giocava naturalmente i soldi della società, laute bustarelle e ricavi di ricatti da intercettazioni telefoniche (mi piacerebbe sentire cosa ne pensa il ministro Alfano).

Nella tragicità del personaggio, davvero gogoliano, troviamo la società a lui speculare, come nel saccheggio urbanistico della capitale. Quando Fantozzi ha la possibilità di assistere ad una puntata di 'Canzonissima' e quindi 'scende' a Roma si trova di fronte una città devastata: Don Mazzoleni aveva parlato di una Roma bellissima, soprattutto per via che era la città del Papa, ma per loro fu una terribile delusione. Erano entrati dal quartiere Prenestino: videro un mare di case orrende, già vecchie: sembravano dei grandi dormitori immersi nel fango, anche perché in quella zona le strade non c'erano ancora e proprio mentre stavano arrivando era cominciato a piovere.

I cultori del cinema fantozziano troveranno poi delle sorprese: per esempio l'alter ego del ragioniere, nelle prime avventure, non è come si può pensare l'immaginifico Filini, ma l'altra figura del mondo villaggiano: Fracchia. Restano invece le gag più strafamose (consegnate all'eternità da una filmografia essenziale, soprattutto nei tre titoli iniziali) come quella in cui il ragionier Ugo dichiara, senza tema di smentita, che La Corazzata Potiemkin è una cagata pazzesca, ottenendo novantadue minuti di applausi, o quella della serata nel ristorante giapponese con la signorina Silvani. Manca purtroppo nei film, per pruderie?, l'elemento più fisiologicamente sessuale: come quando Fantozzi scopre i film erotici a tarda ora nelle televisioni private, ma finisce col masturbarsi di fronte ad una cartolina di Canale Monterano perché nel frattempo le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile. (In verità, in un film la scena c'è, ma 'spuntata' dell'elemento più scabroso)

Candidiamo Villaggio al Nobel della letteratura. Perché no? Visti gli ultimi vincitori e la boutade (non potrebbe essere diversamente) della possibilità di candidare Saviano.



di Alfredo Ronci


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