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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Glenway Wescott

Il falco pellegrino

Adelphi, Pag. 98 Euro 7,00
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- Oh, salve, è la casa di Miss Henry? Sono Cullen – disse; e si volse per aiutare la moglie a scendere dalla macchina: operazione delicata, perché ella reggeva sul polso un grande falcone adulto incappucciato.

Probabilmente una delle epifanie più straordinarie della letteratura del novecento. Chi non conosce Wescott dovrebbe rimediare (questa è una ristampa e se proprio non potete farne a meno vi consiglio anche Appartamento ad Atene, sempre Adelphi) immediatamente. Chi lo conosce credo non voglia ripercorrere la sua biografia fatta di viaggi e di incontri illuminanti. E di folgorazioni improvvise.

Come quella che mi ha colto alla prima lettura (ma anche la seconda) di questo sublime racconto.

Vi è anche un sottotitolo: Una storia d'amore. E proprio su questo vorrei discettare perché mi sembra, come spesso accade nelle storie, un falso indizio.

E' un indizio ragionato messo lì per verificarne l'opposto (mi verrebbe da dire il non eguale): Wescott gira attorno all'argomento amore come un nemico s'approssimerebbe alla sua vittima prima di finirlo e lascia in continuazione segni, come ferite: Quando l'amore è diabolico, pensai, la forma più semplice che può assumere è un triangolo: ed è una forma opportuna, se quell'amore è intollerabile. Forse gli innamorati da compiangere sono quelli che non hanno nessuno da odiare – ciò che desiderano uccidere e ciò per cui ucciderebbero è fuso nella medesima persona, quella che amano; la sua eliminazione accade solo nella fantasia, e si ripete all'infinito (pag.36).

Oppure: Allora,lamentai fra me, se hai poco giudizio ti innamori di chi non può assolutamente amarti. Se le storie d'amore passate ti hanno fatto del male, non sarai più capace di ghermire e trattenere l'amore; la tua presa sarà sghemba. Oppure la pietà o il vittimismo ti avranno spuntato le unghie, che non lasceranno segno. E così te ne torni sul tuo posatoio, vergognoso e frustrato. La vita è quasi tutto un posatoio (pag.44).

Wescott ha traslato: ha ricondotto sui binari dell'amore la storia di questo falco pellegrino, sorta di deus ex machina, appollaiato noiosamente sul braccio di Mrs Cullen, quasi fuggita da una vita scontata, ma agiata che, insieme al marito, compare improvvisamente in una residenza di campagna francese proprietà di una giovane ereditiera americana e del suo amico scrittore (l'io narrante, ossia Wescott). Il falco pellegrino che allo stesso tempo diventa protagonista e segno di un fallimento sentimentale (che non si vuol riconoscere fino alla fine, ma è lì, davanti agli occhi di tutti). Mr Cullen tenterà di liberarlo (la liberazione potrebbe essere triplice, dell'animale, sua e della moglie che ormai ne dipende totalmente). In un finale parossistico e agitato l'uomo giocherà un'ultima carta, quella della disperazione, tirando fuori una pistola e minacciando prima l'autista che lo sta riportando a casa, poi il falco e infine la moglie. E' solo un aborto: la processione è già in atto per la crocifissione del sentimento.

Qui il romanzo si supera, nella tragedia sfiorata si ricompongono gli animi e le certezze. Quel che sembrava amore, a tratti gridato (Mrs Cullen confesserà la passione per il marito ma la dipendenza dal falco), appare una convenzione sbiadita: Se si ha di fronte l'amore, l'amore della libertà è di regola solo paura della prigionia.(pag,80).

Wescott richiama con questo ancora la prigionia del falco che dunque non è più animale, ma simbolo decadente. E decade di conseguenza il teatrino degli affetti, della norma.

Una storia d'amore dunque (il sottotitolo) che è solo prassi consolidata, una specie di ramificazione violenta e incontrollata. Uno spurgo se vogliamo.

Quando l'amore ti ha esaudito, scopri quanta parte del resto della vita non è che esborso, rata dopo rata, a suo nome (pag.83).

Si paga per amore dunque, e quel che si compra è solo tuo per acquisizione. O per difetto.



di Alfredo Ronci


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