CLASSICI
Alfredo Ronci
Il romanzo reportage di Ottiero Ottieri: ‘Donnarumma all’assalto’.
Qual è in fondo la verità del pensatore socialista-marxista Ottiero Ottieri? Quella di sopravvivere al presente proponendo sistemi di lavoro più aperti e democratici, o quella di sottostare al complesso masticatorio di un impiego comunque alienante?
Nel 1959 esce Donnarumma all’assalto, romanzo reportage nato dall’esperienza come selezionatore delle stesso Ottieri nella Olivetti a Pozzuoli, tanto che alcuni critici di allora lo indicarono come pioniere della letteratura industriale.
E’ la storia di un impiegato-psicologo al servizio dell’azienda e il cui compito consiste nel selezionare il personale adatto da assumere. Lo psicologo sa che il suo lavoro è immorale e cerca sempre delle soluzioni in grado di trasformarlo in qualche altra cosa.
Per me – e per altri – l’industria finora è stata la concentrazione, la folla fitta di teste e di macchine sotto i capannoni scuri e i fochi tetti a sega. Il sole nella fabbrica, il cielo, il verde e il mare, benché li ami, non mi convincono. Sono nato nel centro dell’Italia e la giovinezza l’ho tutta trascorsa in paese di sole, diventando meridionale. Ma l’industria l’ho conosciuta nel nord e la caratteristica di essa rimane sempre quella di essere grigia, se è un’industria vera. Le officine le ho sempre viste nere e senza spazio, come se la loro forza fosse proprio questa.
Ma nell’industria che si vuole ampliare e di cui l’impiegato psicologo è forza trainante, fatta di ampi spazi, di open-space, (modello questo sostento dal suo inventore, l’industriale Adriano Olivetti) ci sarebbe la possibilità di costruire un modello civile e democratico di lavoro o la soluzione rimane solo quella di un mondo alienante e dispersivo?
Ottieri cerca di costruire uno schema che coinvolga anche uno dei dilemmi, chiamiamoli così, del processo produttivo nazionale: quello della meridionalizzazione. Ma si trova di fronte ad un problema: L’uomo meridionale non è diverso dagli altri, ma è un uomo deformato. Le avventure della sua vita, la storia, lo peggiorano e lo esaltano fuori da comuni leggi. Ricchi e poveri, niente qui, nessuno scoglio, un appiglio, emerge, e tutti nuotano sotto il livello della coscienza collettiva.
Ottieri ha scritto un romanzo anticipatore dei tempi, ma lui stesso ne è rimasto invischiato, perso nella lotta che da una parte vede il tentativo, da parte degli altri, di costruire un mondo fatto strettamente per il lavoro, e dall’altra l’ossessiva e primaria legge di uomini fatti solo per obbedire ed essere schiavi. Il timore della recita è un’altra delle ossessioni di Ottieri: al suo occhio i meridionali recitano in continuazione, i disoccupati cercano lavoro recitando melodrammaticamente la loro realtà di disoccupati, e tutto ciò che è vero dolore rischia di trasformarsi in teatro del dolore.
E Donnarumma cos’è?
In un posto di lavoro prima di intraprendere qualsiasi attività i dirigenti, o comunque chi sta dalla parte di chi comanda, pretende, giustamente, una serie di documenti e certificati atti ad un’eventuale assunzione dei candidati. E se qualcuno si rifiuta di presentare tale attestati ma l’unica prova tangibile della ditta è quello di assumerlo direttamente? Della serie: io non vi do assolutamente nulla ma l’unica cosa che Voi ditta dovete fare è quella di darmi una mansione e niente altro?
E’ questa la posizione, irrevocabile, di Donnarumma, operaio di carne, ma sembrerebbe di poco cervello. La domanda di Donnarumma non esce mai dalla posta. Anche Accettura, dopo l’autostop, è scomparso; partito? Invece, sia Donnarumma in carne ed ossa, sia Chiodo con il figlio, sia Dattilo e lo psicastenico Conte, trascorrono le mattinate in portineria. Salutano; oppure siedono lontani, sul muretto all’ombra.
Ma la domanda, soprattutto in questo caso, sorge spontanea: l’irrevocabilità di Donnarumma (personaggio davvero a sé stante: compare appena dopo la metà del romanzo e poi riappare e sparisce in continuazione, sembrerebbe, senza colpo ferire) è una vittoria della ditta, che si rifiuta di assumere il responsabile, o è una sorta di rivincita di chi non vuole farsi assoggettare alle dure leggi dello Stato?
Ottieri, nella sua posizione, è stato guidato da due noti psicanalisti, Musatti e Perotti, due socialisti di sinistra, per i quali sarebbe stato fecondo il matrimonio tra marxismo e psicanalisi. Ottieri ha tentato e si è battuto perché agli operai si riconoscesse non solo la classe ma anche carattere individuale.
Al di là delle situazioni geografiche (anche se il meridione è ben presente nel romanzo).
L’edizione da noi considerata è:
Ottiero Ottieri
Donnarumma all’assalto
Garzanti - Elefanti
Nel 1959 esce Donnarumma all’assalto, romanzo reportage nato dall’esperienza come selezionatore delle stesso Ottieri nella Olivetti a Pozzuoli, tanto che alcuni critici di allora lo indicarono come pioniere della letteratura industriale.
E’ la storia di un impiegato-psicologo al servizio dell’azienda e il cui compito consiste nel selezionare il personale adatto da assumere. Lo psicologo sa che il suo lavoro è immorale e cerca sempre delle soluzioni in grado di trasformarlo in qualche altra cosa.
Per me – e per altri – l’industria finora è stata la concentrazione, la folla fitta di teste e di macchine sotto i capannoni scuri e i fochi tetti a sega. Il sole nella fabbrica, il cielo, il verde e il mare, benché li ami, non mi convincono. Sono nato nel centro dell’Italia e la giovinezza l’ho tutta trascorsa in paese di sole, diventando meridionale. Ma l’industria l’ho conosciuta nel nord e la caratteristica di essa rimane sempre quella di essere grigia, se è un’industria vera. Le officine le ho sempre viste nere e senza spazio, come se la loro forza fosse proprio questa.
Ma nell’industria che si vuole ampliare e di cui l’impiegato psicologo è forza trainante, fatta di ampi spazi, di open-space, (modello questo sostento dal suo inventore, l’industriale Adriano Olivetti) ci sarebbe la possibilità di costruire un modello civile e democratico di lavoro o la soluzione rimane solo quella di un mondo alienante e dispersivo?
Ottieri cerca di costruire uno schema che coinvolga anche uno dei dilemmi, chiamiamoli così, del processo produttivo nazionale: quello della meridionalizzazione. Ma si trova di fronte ad un problema: L’uomo meridionale non è diverso dagli altri, ma è un uomo deformato. Le avventure della sua vita, la storia, lo peggiorano e lo esaltano fuori da comuni leggi. Ricchi e poveri, niente qui, nessuno scoglio, un appiglio, emerge, e tutti nuotano sotto il livello della coscienza collettiva.
Ottieri ha scritto un romanzo anticipatore dei tempi, ma lui stesso ne è rimasto invischiato, perso nella lotta che da una parte vede il tentativo, da parte degli altri, di costruire un mondo fatto strettamente per il lavoro, e dall’altra l’ossessiva e primaria legge di uomini fatti solo per obbedire ed essere schiavi. Il timore della recita è un’altra delle ossessioni di Ottieri: al suo occhio i meridionali recitano in continuazione, i disoccupati cercano lavoro recitando melodrammaticamente la loro realtà di disoccupati, e tutto ciò che è vero dolore rischia di trasformarsi in teatro del dolore.
E Donnarumma cos’è?
In un posto di lavoro prima di intraprendere qualsiasi attività i dirigenti, o comunque chi sta dalla parte di chi comanda, pretende, giustamente, una serie di documenti e certificati atti ad un’eventuale assunzione dei candidati. E se qualcuno si rifiuta di presentare tale attestati ma l’unica prova tangibile della ditta è quello di assumerlo direttamente? Della serie: io non vi do assolutamente nulla ma l’unica cosa che Voi ditta dovete fare è quella di darmi una mansione e niente altro?
E’ questa la posizione, irrevocabile, di Donnarumma, operaio di carne, ma sembrerebbe di poco cervello. La domanda di Donnarumma non esce mai dalla posta. Anche Accettura, dopo l’autostop, è scomparso; partito? Invece, sia Donnarumma in carne ed ossa, sia Chiodo con il figlio, sia Dattilo e lo psicastenico Conte, trascorrono le mattinate in portineria. Salutano; oppure siedono lontani, sul muretto all’ombra.
Ma la domanda, soprattutto in questo caso, sorge spontanea: l’irrevocabilità di Donnarumma (personaggio davvero a sé stante: compare appena dopo la metà del romanzo e poi riappare e sparisce in continuazione, sembrerebbe, senza colpo ferire) è una vittoria della ditta, che si rifiuta di assumere il responsabile, o è una sorta di rivincita di chi non vuole farsi assoggettare alle dure leggi dello Stato?
Ottieri, nella sua posizione, è stato guidato da due noti psicanalisti, Musatti e Perotti, due socialisti di sinistra, per i quali sarebbe stato fecondo il matrimonio tra marxismo e psicanalisi. Ottieri ha tentato e si è battuto perché agli operai si riconoscesse non solo la classe ma anche carattere individuale.
Al di là delle situazioni geografiche (anche se il meridione è ben presente nel romanzo).
L’edizione da noi considerata è:
Ottiero Ottieri
Donnarumma all’assalto
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