RECENSIONI
Nicola Tranfaglia
La "Santissima Trinità". Mafia, Vaticano e Servizi Segreti all'assalto dell'Italia 1943-1947
Bompiani, Pag. 355 Euro 13,50
Se invece di raccontar fregnacce i giornali segnalassero (non dico recensissero) libri come questo, il mondo potrebbe andar meglio, molto meglio.
Non sono un assiduo lettore delle pagine culturali dei quotidiani, ma non mi è apparsa granché attenzione al bel saggio dello storico Tranfaglia con la collaborazione di Giuseppe Casarrubea e Mario José Cereghino.
Sulla disattenzione avrei un suggerimento: che non si è mai voluto confessare agli italiani che la nostra democrazia è sempre stata falsa, che la sovranità popolare non è mai stato un potere e che il passaggio dal fascismo al parlamentarismo è avvenuto solo per parvenza, non nella realtà.
Tranfaglia lo dice: Non nasce un nuovo Stato democratico. Sopravvive invece il vecchio Stato liberale e fascista che si riconverte nel nuovo quadro costituzionale con molte resistenze di fronte all'attuazione della Carte del '48 – che sarà infatti in parte disattesa per molti anni – e con il perdurare di una forte eredità della dittatura che si realizza nelle leggi come negli uomini che in gran parte occupano le cariche decisive dell'assetto repubblicano.
E già questo basterebbe.
In realtà La "Santissima Trinità", che non è un saggio storico, ma una raccolta di documenti, americani, inglesi ed italiani, (consiglierei a questo punto, per completezza, di leggere anche Il golpe inglese, edito da Chiare lettere e scritto da Cereghino insieme a Giovanni Fasanella e da noi già puntualmente recensito) illustra alla perfezione il nostro paese 'catturato' (intendasi il doppio significato, figurato e non) in un momento delicatissimo della sua storia, quello degli anni che vanno dal '43 con la caduta di Mussolini al '47, momento in cui il paese ha già votato la nuova forma repubblicana.
Documenti straordinari e 'inediti' solo per chi ha voluto sempre negare l'assunto di cui sopra.
Si segnalano: l'incredibile posizione di Pio XII (anche se qualche storico 'di centro' ha più volte tentato la carta dell'assoluzione) che pur d'impedire che i 'cosacchi' finissero ad abbeverarsi alla fontana di San Pietro, giustificava in parte la politica del Terzo Reich; la ripresa della mafia siciliana subito dopo la caduta del regime con l'affidamento di cariche politiche ad elementi ambigui e con l'avallo degli Alleati; il ruolo della destra politica e sociale sin dal '45, con una straordinaria capacità di condizionamento dei vertici civilii e militari dello Stato e con una forza di massa ben superiore alla sua espressione elettorale che storicamente si coagulò in seguito intorno al Movimento Sociale di Almirante (ne parlò negli stessi termini Moro nelle sue lettere dalla prigione delle BR); la figura squallida e da fantoccio di Alcide De Gasperi, ostaggio della Chiesa e dell'allora cardinal Montini (il futuro Paolo VI) che, pur di tener lontano una figura scomoda come quella di don Sturzo e di realizzare la fine del governo di unità nazionale coi comunisti di Togliatti, minacciò più volte lo statista di 'destituirlo' (e pensare che la classe politica odierna non manca occasione di lanciare encomii alla grandezza del politico democristiano!).
Insomma, un libro questo che non può essere raccontato e rappresentato con una semplice recensione. Va letto. Chi aveva già dei dubbi sul riscatto di questo straziato paese (uno di più: ma voi avete mai creduto alla piena autonomia delle Br?) li vedrà confermati. Chi ha voluto prestar fede alla bontà di un falso regime parlamentare dovrà ricredersi, ma solo in assenza di paraventi ideologici. Altrimenti rischia di ragionar come Casini. Nei casini.
di Alfredo Ronci
Non sono un assiduo lettore delle pagine culturali dei quotidiani, ma non mi è apparsa granché attenzione al bel saggio dello storico Tranfaglia con la collaborazione di Giuseppe Casarrubea e Mario José Cereghino.
Sulla disattenzione avrei un suggerimento: che non si è mai voluto confessare agli italiani che la nostra democrazia è sempre stata falsa, che la sovranità popolare non è mai stato un potere e che il passaggio dal fascismo al parlamentarismo è avvenuto solo per parvenza, non nella realtà.
Tranfaglia lo dice: Non nasce un nuovo Stato democratico. Sopravvive invece il vecchio Stato liberale e fascista che si riconverte nel nuovo quadro costituzionale con molte resistenze di fronte all'attuazione della Carte del '48 – che sarà infatti in parte disattesa per molti anni – e con il perdurare di una forte eredità della dittatura che si realizza nelle leggi come negli uomini che in gran parte occupano le cariche decisive dell'assetto repubblicano.
E già questo basterebbe.
In realtà La "Santissima Trinità", che non è un saggio storico, ma una raccolta di documenti, americani, inglesi ed italiani, (consiglierei a questo punto, per completezza, di leggere anche Il golpe inglese, edito da Chiare lettere e scritto da Cereghino insieme a Giovanni Fasanella e da noi già puntualmente recensito) illustra alla perfezione il nostro paese 'catturato' (intendasi il doppio significato, figurato e non) in un momento delicatissimo della sua storia, quello degli anni che vanno dal '43 con la caduta di Mussolini al '47, momento in cui il paese ha già votato la nuova forma repubblicana.
Documenti straordinari e 'inediti' solo per chi ha voluto sempre negare l'assunto di cui sopra.
Si segnalano: l'incredibile posizione di Pio XII (anche se qualche storico 'di centro' ha più volte tentato la carta dell'assoluzione) che pur d'impedire che i 'cosacchi' finissero ad abbeverarsi alla fontana di San Pietro, giustificava in parte la politica del Terzo Reich; la ripresa della mafia siciliana subito dopo la caduta del regime con l'affidamento di cariche politiche ad elementi ambigui e con l'avallo degli Alleati; il ruolo della destra politica e sociale sin dal '45, con una straordinaria capacità di condizionamento dei vertici civilii e militari dello Stato e con una forza di massa ben superiore alla sua espressione elettorale che storicamente si coagulò in seguito intorno al Movimento Sociale di Almirante (ne parlò negli stessi termini Moro nelle sue lettere dalla prigione delle BR); la figura squallida e da fantoccio di Alcide De Gasperi, ostaggio della Chiesa e dell'allora cardinal Montini (il futuro Paolo VI) che, pur di tener lontano una figura scomoda come quella di don Sturzo e di realizzare la fine del governo di unità nazionale coi comunisti di Togliatti, minacciò più volte lo statista di 'destituirlo' (e pensare che la classe politica odierna non manca occasione di lanciare encomii alla grandezza del politico democristiano!).
Insomma, un libro questo che non può essere raccontato e rappresentato con una semplice recensione. Va letto. Chi aveva già dei dubbi sul riscatto di questo straziato paese (uno di più: ma voi avete mai creduto alla piena autonomia delle Br?) li vedrà confermati. Chi ha voluto prestar fede alla bontà di un falso regime parlamentare dovrà ricredersi, ma solo in assenza di paraventi ideologici. Altrimenti rischia di ragionar come Casini. Nei casini.
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