RECENSIONI
Charles Willeford
La macchina in Corsia Undici
Adelphi, Pag. 70 Euro 5,50
Verso la fine degli anni '30 uno psichiatra italiano, Ugo Cerletti, ebbe la sua luminosa idea al riguardo. In quel periodo Cerletti stava a Roma e, pare durante una passeggiata, recatosi al macello pubblico fece le sue osservazioni.
Perché Cerletti si recò al macello rimane un mistero: i passi lo guidarono verso il suo destino? Era un osservatore abituale di quello spettacolo? Non lo sapremo mai.
Quella mattina, macellavano i maiali.
Gli animali, ancor più che gli uomini, "sentono" la morte. Così, i poveri suini urlavano e si dibattevano nel tentativo di sfuggire. Ma a Roma avevano inventato un sistema per farli stare al loro posto. Li facevano passare in fila indiana in uno stretto steccato, e mentre erano così incolonnati, un inserviente provvedeva a dargli, con due elettrodi, una bella scarica elettrica ai due lati della testa.
Gli animali crollavano colti da crisi convulsive, alcuni rimanevano straordinariamente in piedi, ma non opponevano resistenza e si facevano sgozzare tranquillamente.
Cerletti, venne letteralmente folgorato da una tale visione.
(...) Il 15 aprile 1938, Cerletti provò la sua invenzione sul primo essere umano.
(da Roberto Cestari L'inganno psichiatrico – Sensibili alle foglie – 1994).
Perché questa lunga introduzione? Perché cambiano i tempi, la ricerca scientifica si affina, ma ci sono ancora "eminenze" che praticano, in Italia, l'elettroshock. Il professor Cassano, Ordinario di Psichiatria e Direttore del Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie dell'Università di Pisa (l'elenco, a suo merito, va fatto per correttezza) ogni tanto va in tv, e con una faccia da schiaffi non indifferente, continua a professare l'utilità dell'elettroshock senza che nessun interlocutore gli appioppi una gragnuola di cazzotti sulle gengive. (Attualmente è tutto preso nella studio del progetto "Spectrum", una sorta di tabellina dei disturbi psichici dove, e cito dal sito relativo, Questo tipo di classificazione permette di identificare in modo affidabile le diverse categorie diagnostiche ma, come osservato da Cassano e dai suoi colleghi, non fornisce una accurata descrizione dei pazienti (sic!!)
L'eminenza di caratura internazionale Cassano dovrebbe leggere il libriccino di Willeford. Autore questo che, sebbene abbia avuto una discreta fortuna letteraria e abbia prodotto una considerevole mole di scritti, purtroppo da noi è mal frequentato, anche se la Marcos y Marcos negli ultimi anni ha edito più di qualche romanzo compreso il suo più famoso Miami Blues, facente parte del ciclo del detective Hoke Moseley.
Basterebbe citare (e lo cito) un dialogo tra il paziente, protagonista della vicenda, e il suo medico, per capire l'importanza di questo racconto:
«No, se significa fare un elettroshock non voglio».
«Guarda che non sentirai assolutamente nulla».
«La questione non è il dolore, è che non voglio perdere la memoria. I miei ricordi non saranno un granché, ma non mi rimane altro, e li voglio, li voglio tutti».
«La perdita di memoria è molto lieve, e comunque solo temporanea...». (Pag. 41)
Capita l'antifona?
di Alfredo Ronci
Perché Cerletti si recò al macello rimane un mistero: i passi lo guidarono verso il suo destino? Era un osservatore abituale di quello spettacolo? Non lo sapremo mai.
Quella mattina, macellavano i maiali.
Gli animali, ancor più che gli uomini, "sentono" la morte. Così, i poveri suini urlavano e si dibattevano nel tentativo di sfuggire. Ma a Roma avevano inventato un sistema per farli stare al loro posto. Li facevano passare in fila indiana in uno stretto steccato, e mentre erano così incolonnati, un inserviente provvedeva a dargli, con due elettrodi, una bella scarica elettrica ai due lati della testa.
Gli animali crollavano colti da crisi convulsive, alcuni rimanevano straordinariamente in piedi, ma non opponevano resistenza e si facevano sgozzare tranquillamente.
Cerletti, venne letteralmente folgorato da una tale visione.
(...) Il 15 aprile 1938, Cerletti provò la sua invenzione sul primo essere umano.
(da Roberto Cestari L'inganno psichiatrico – Sensibili alle foglie – 1994).
Perché questa lunga introduzione? Perché cambiano i tempi, la ricerca scientifica si affina, ma ci sono ancora "eminenze" che praticano, in Italia, l'elettroshock. Il professor Cassano, Ordinario di Psichiatria e Direttore del Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie dell'Università di Pisa (l'elenco, a suo merito, va fatto per correttezza) ogni tanto va in tv, e con una faccia da schiaffi non indifferente, continua a professare l'utilità dell'elettroshock senza che nessun interlocutore gli appioppi una gragnuola di cazzotti sulle gengive. (Attualmente è tutto preso nella studio del progetto "Spectrum", una sorta di tabellina dei disturbi psichici dove, e cito dal sito relativo, Questo tipo di classificazione permette di identificare in modo affidabile le diverse categorie diagnostiche ma, come osservato da Cassano e dai suoi colleghi, non fornisce una accurata descrizione dei pazienti (sic!!)
L'eminenza di caratura internazionale Cassano dovrebbe leggere il libriccino di Willeford. Autore questo che, sebbene abbia avuto una discreta fortuna letteraria e abbia prodotto una considerevole mole di scritti, purtroppo da noi è mal frequentato, anche se la Marcos y Marcos negli ultimi anni ha edito più di qualche romanzo compreso il suo più famoso Miami Blues, facente parte del ciclo del detective Hoke Moseley.
Basterebbe citare (e lo cito) un dialogo tra il paziente, protagonista della vicenda, e il suo medico, per capire l'importanza di questo racconto:
«No, se significa fare un elettroshock non voglio».
«Guarda che non sentirai assolutamente nulla».
«La questione non è il dolore, è che non voglio perdere la memoria. I miei ricordi non saranno un granché, ma non mi rimane altro, e li voglio, li voglio tutti».
«La perdita di memoria è molto lieve, e comunque solo temporanea...». (Pag. 41)
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