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CLASSICI

Alfredo Ronci

Le 'Sorelle Materassi' di Aldo Palazzeschi: le ultime risate prima della tragedia.

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Trovo su un sito questa descrizione: Il libro ci cala nella realtà borghese, venata di meschinità, di una famiglia, nel bel mezzo della cui esistenza ordinata e ripetitiva giunge l'asso che la sconvolge. La vita dei suoi componenti è infatti destabilizzata dall'arrivo improvviso di un ospite bellissimo, talmente bello da essere quasi fastidioso alla vista. È una figura messianica, che, ad uno ad uno, sradica i quattro membri della famiglia dalle loro sicurezze piccolo-borghesi, con la forza di un eros gratuito e sconvolgente, che riempie il vuoto profondo delle loro esistenze. Ma l'ospite scompare e il vuoto ritorna.

Peccato che l'estensore del pezzo non stia parlando delle Sorelle Materassi, ma di Teorema di Pasolini. Un grande politico del passato, Aldo Moro, avrebbe parlato di convergenze parallele. Sì perché non crediamo possibile che il Pier Paolo nazionale si sia ispirato apertamente e quasi pedissequamente a Palazzeschi, ma ci conferma come una grande opera, in questo caso letteraria, possa appartenerci anche a livello inconscio (aggiungo: Le due zittelle di Tommaso Landolfi mostra la stessa pulsione erotica, solo che a scatenare le represse spinte della libido non è un bel nipote dal fisico perfetto, come nel caso delle Sorelle Materassi, ma una scimmia – scimia nel lessico landolfiano – che osò anche far pipì su un altare).

Uscito la prima volta a puntate su Nuova antologia, il romanzo di Palazzeschi fu subito uno straordinario successo, ma segnò anche una sorta di allontanamento dell'autore dalle sue tematiche e dal suo stile, soprattutto quello degli esordi (: Riflessi, tanto per intenderci o anche e soprattutto Perelà). In una lettera che lo scrittore inviò a Ugo Ojetti si precisava: sarà un romanzetto piccante senza nulla che possa urtare la suscettibilità di nessuno, pur non essendo, s'intende, un pezzo per educande.

Vero, Sorelle Materassi, pur non essendo :Riflessi (anno 1908: una storia d'amore omosessuale!), ha nella sua materia una prurigine mai sopita, che diventa vero e proprio impulso sessuale negli episodi in cui la zia abbraccia il nipote o nel rapporto tra quest'ultimo ed il suo amico inseparabile Palle (Remo in fondo non amava che Palle, quello che passava per il suo garzone, rapresentava la parte migliore di sé (...) la gioia reciproca più grande era di dormire insieme (...) composto e un po' rannicchiato nell'immenso letto si addormentava nel pensiero che la prima parola dell'amico al mattino, sarebbe stata l'annuncio di un progetto).

La storia è assai nota: due sorelle che vivono a Santa Maria di Coverciano (la scelta di una storia 'toscana' ha un senso: abbandonando le provocazioni anche linguistiche degli esordi, Palazzeschi con le Sorelle Materassi s'adagia sul letto comodo del classicismo più puro, citando pure, nell'introduzione al romanzo, sia Dante che Boccaccio), esperte e conosciutissime ricamatrici di bianco, vivono una vita riservatissima e 'borghese', affiancate da una terza sorella e da una donna di servizio che è figura modesta e garbata, ma assolutamente imprescindibile per l'andamento sicuro e 'secolare' della casa. Ad infrangere l'andamento falsamente rassicurante di questa noiosa esistenza la morte di una quarta sorella, stabilitasi in Ancona (Per tutte le altre città si diceva: "a Roma, a Napoli, a Genova, a Milano, a Torino, a Firenze..." per questa invece quell "in", che pronunziavano preziosamente, e che ritenevano indispensabile più di quanto non fosse, una mezza tirannia, dava l'impressione che una volta là, come da un sacco a sorpresa, una vera e propria trappola, non si potesse più tornare) che costringerà le altre all'adozione del figliolo quattordicenne, Remo, che costituirà l'inizio della fine delle fortune economiche delle sorelle rimaste.

Remo, prima ancora che responsabile del tracollo delle zie, assume ben presto il ruolo dell'angelo perverso, non perché scellerato, ma perché con la presenza di una fisicità straripante e seducente, offre alle donne, vissute fino ad allora in una dimensione sessuale 'fantastica' e inventata, una scorciatoia alla possibile occasione di un riscatto libidico.

La storia a quel punto diventa una sorta di battaglia di sguardi, al centro dei quali (sia di Carolina e Teresa, ma anche e soprattutto quelli di Niobe, la donna di servizio) il corpo 'angelico' e straordinariamente affascinante di Remo che, quando ormai non ci sarà più, 'fuggito' in America dopo un matrimonio con una straniera e portandosi dietro l'immancabile Palle, sarà 'sostituito' da una sua gigantografia in costume da bagno, appesa nella stanza d'ingresso e di lavoro delle sorelle.

Si diceva nel titolo: le ultime risate prima della tragedia. L'anno è il 1934, presto arriveranno le sanzioni della Società delle Nazioni, dopo l'aggressione del regime all'Etiopia, poi le leggi razziali, poi lo scellerato patto con Hitler e infine... il pandemonio. Risate nello stesso tempo argentine ed amare, cristalline perché Palazzeschi ridicolizza tutto un mondo borghese immobile ed ipocrita (in alcuni passi del romanzo ci si diverte proprio di cuore) attraverso una verve 'toscaneggiante' d'immediato impatto, ma nello stesso tempo risate penose nella disgraziata conclusione di una vicenda piena di inganni e di false promesse.

Al centro delle Sorelle Materassi però crediamo di riscontrare un desiderio, a 'sto punto tutto palazzeschiano, di confrontarsi, attraverso un rinnovato piacere della scrittura più vicina al 'popolo', con una ragione di vita più 'edonista, lontano dalla mistica di regime dell'uomo patria/dio/famiglia, e che ha come punto di riferimento l'esaltazione della fisicità, quindi della tensione erotica, di un corpo, nel caso specifico (ma non è una coincindenza!) di un corpo maschile.





L'edizione da noi considerata è:



Aldo Palazzeschi

Sorelle Materassi

Vallecchi - 1945





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