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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Sergio Claudio Perroni

Non muore nessuno

Bompiani, Pag. 217 Euro 15.00
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Alberto Manzi, negli anni '60, non è mai troppo tardi. Men che mai per un libro che alla sua uscita (ha avuto persino un'anteprima con un comunicato stampa che il faceto Fulvio Abbate, sulle pagine de Il Foglio, si è affrettato a stroncare) ha prodotto per lo più sesquipedali commenti ed irritate esposizioni.

Ma ora acta est fabula: torniamo seri (senza nulla togliere a chi si è incarognito e a chi s'è rallegrato).

Perroni è personaggio straordinario ed ironico. Il suo sito www.poetastri.com (ça va sans dire) è una delizia per chi crede ancora nella bontà della lingua e soprattutto del suo uso (la prolissità è tipica degli autori scadenti ha detto l'autore in un'occasione) e detesta i poeti della domenica e gli imbratta fogli.

Il romanzo in questione è gioioso ed intelligente. E per il quale s'è fatta travagliata corsa - manco fosse 'na maratona - nel cercare modelli di riferimento: lo Zelig di Allen? Il protagonista R.T.Fex (leggi: Artifex - sta per artefatto?) è meno invadente. Il Calvino de Se una notte d'inverno un viaggiatore? Mi pare azzardato. Il Perec de La vita, istruzioni per l'uso? Idem con patate. Paul Auster? Ma dai! Il Borges della biblioteca immaginaria? Sì se pensiamo allo scrittore indiano del racconto El acercamiento a Almotasim. Ma allora pure il Joseph Torres Campalans di Max Aub, i dotti saggisti del Vuoto assoluto di Stanislaw Lem (tra l'altro fonte indiscussa della nostra rubrica "De falsu creditu"), l'improbabile intellettuale Eduardo Torre, creatura dello scrittore guatemalteco Augusto Monterroso, caso forse unico nella letteratura mondiale perché "nasce" nel 1978 ancor prima del libro di cui farà parte successivamente (Opere complete - 1992) e infine il John Firth Baker de Il canto della terra di Hugh Nissenson (ma come, mi si può obiettare, parli di sesquipedali commenti e poi rifili 'sta lista della spesa con relativi prezzi dei beni di minor consumo? Certo. chi se lo può permettere.).

Ma di cosa ciancia il romanzo, a stringere?: Della scomparsa - non si sa se fuga volontaria o morte - di uno scrittore di grande successo e dei ritrattini che ne fanno le persone che lo hanno conosciuto. Stop non dico altro. Perché il libro va letto e gustato.

Morale? Non ce n'è. Piuttosto una considerazione: Perroni lo aspettavano al varco per quelle sue (sacrosante!) levate di scudi contro l'intellettualismo di maniera e il putrefattume aulico dell'auto-poeta (definizione del Nostro - e a 'sto punto aggiungerei auto-scrittore). Del suo libro qualcuno ne ha fatto strame (Giuseppe Bonura La goliardata d'esordio di Perroni - Avvenire online), ma siamo certi per pura vendetta.

Non muore nessuno rimane lettura invitante e brillante senza null'altro a pretendere (ah Totò) che "resettare il modo di narrare" (sempre parole del Nostro). E non mi pare poco, ma non è sfoggio di presunzione come qualcuno ha detto.

Piuttosto quella quarta di copertina! Con quei "bugiardini" degli autori che fanno quasi ridere. Passino Buttafuoco, Baresani, di cui Perroni è editor e la Calvetti e Nesi di cui si sa avere confronti, secondo il detto napoletano "Cu' 'o vicino se cucina" (per i non napoletani, "meglio avere rapporti di buon vicinato"), ma la Palombelli proprio no. Da quando in qua la signora Rutelli ne azzecca una? Nemmeno se fa coppia col marito.



di Alfredo Ronci


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Gustoso


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Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale.

AsSaggi Bompiani, Pag. 68 Euro 9,50

Lo scrittore ed editor più antipatico della terra si occupa di comunisti. Ohibò potrebbe dire qualcuno. E perché mai, potrebbe obiettare qualcun altro: che vi è inconciliabilità tra l'essere antipatico per risultanza genetica, probabilmente lo sono pure il padre, la madre e se ne ha, fratelli o sorelle, e trattare materia 'comunista'? Direi proprio di no... però inusuale.
Leonilde, il nome del titolo, è la mitica Nilde Iotti, 'la politichessa' che qualcuno in vena di vane speranze,

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