RECENSIONI
Michael Zezima
Nuoce gravemente ai luoghi comuni
Nuovi mondi media, Pag.166 Euro 12,50
Michael Zezima, giornalista e scrittore, è una sorta di Beppe Grillo d'oltre oceano. Se vogliamo ancora più "estremista". Uno a cui, usando un'espressione molto colorita del vernacolo romanesco, je fumano i coglioni.
Nuoce gravemente ai luoghi comuni è una sorta di "Svegliatevi!" (per carità, non la rivista dei Testimoni di Geova) per tutti i gusti e per tutti i colori. Soprattutto per quella fetta di sinistrume moderato che, almeno da noi, si accontenta dei rincuori e delle promesse di un Prodi o di una politica che fa a gara col "c'entrismo" casiniano.
Walter "buon viso a cattivo gioco" Veltroni dovrebbe leggere, lui così clintoniano, il resoconto dell'amministrazione dell'ex presidente americano prima di dichiararsi così "sic et sempliciter" suo seguace. Sarebbe noioso elencarne le malefatte. Vale per tutto l'affermazione di Gore Vidal (altro scrittore con la penna intinta nel vetriolo e coscienza sporca dell'America più prona: Il nostro unico partito politico ha due destre: una sono i repubblicani, l'altra i democratici. Pag.26.
Sarebbe così anche da noi, e forse lo è, se non fosse per quell'imbarazzante populismo di cui si fa carico la destra nel nostro paese intenta a rincorrere e a raccogliere le lacrime e il sangue della "gggente" funariana.
Zezima ne ha veramente per tutti, a cominciare dall'attuale presidente Bush, di cui non s'addice certo il proverbio "aver compagno al duol scema la pena", ma che sarebbe davvero omeopatico parlarne per tentare di superare il vuoto e la inconsistenza della sua amministrazione (però non si può non citare l'esilarante capitolo "Bush, i danni cerebrali e il discorso alla nazione" dove, riprendendo un concetto espresso dal neurologo Oliver Sacks su L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello nel quale si dava conto delle reazioni dei pazienti affetti da afasia e agnosia alla vista di un discorso televisivo del presidente Reagan, il giornalista si chiede delle possibili esplosioni di risate nei corridoi di ospedali all'ennesimo brainstorming dell'attuale capo della nazione più forte del mondo).
Preferisco soffermarmi su altre polemiche: il riciclo delle scorie radioattive (da noi l'ex ministro della salute (sic!) Sandro Veronesi non esita un secondo, su varie testate giornalistiche, a parlarci degli effetti "benefici" e sicuri dell'energia nucleare e qua andrebbe benissimo la battuta di Emma Bombeck "Non andate mai da un medico che ha fatto seccare le sue piante") o l'uso, nell'alimentazione, di "dosi"sconsiderate di carne: Nessuno è mai stato trovato stecchito a 20 metri da Burger King perché non è riuscito ad avere in tempo il suo panino- Pag.103. O ancora lo scandalo della muccapazza e l'utilizzo di concimi non vegetali.
Insomma cose di cui si è parlato (spesso e male) e per le quali sappiamo ormai (quasi) tutto. Ma purtroppo la gggente tende a dimenticare e a riduolersi solo alla prossima vergogna.
Mi piace concludere la recensione con un altro punto dolens di Zezima ma che, nel caso specifico, assume connotazioni esilaranti. Da pag. 145 si polemizza sull'essere trendy e su un più sacrosanto prontuario di moda vegana. Accanto all'annosa "questio" delle pellicce e suoi "derivati" si accenna all'uso "smodato" del cuoio nelle comunità gay soprattutto in odor di pratiche sadomaso. Ma ora, onestamente, ve lo immaginate il "movimento gaio" rinunciare alle pagliacciate per un sano e sacrosanto contributo animalista?
Questa è una battaglia persa in partenza, caro Zezima, per quanto tu possa alzare la voce.
Si scherza ovvio, ma sputando vetriolo, come è nostra consuetudine.
di Alfredo Ronci
Nuoce gravemente ai luoghi comuni è una sorta di "Svegliatevi!" (per carità, non la rivista dei Testimoni di Geova) per tutti i gusti e per tutti i colori. Soprattutto per quella fetta di sinistrume moderato che, almeno da noi, si accontenta dei rincuori e delle promesse di un Prodi o di una politica che fa a gara col "c'entrismo" casiniano.
Walter "buon viso a cattivo gioco" Veltroni dovrebbe leggere, lui così clintoniano, il resoconto dell'amministrazione dell'ex presidente americano prima di dichiararsi così "sic et sempliciter" suo seguace. Sarebbe noioso elencarne le malefatte. Vale per tutto l'affermazione di Gore Vidal (altro scrittore con la penna intinta nel vetriolo e coscienza sporca dell'America più prona: Il nostro unico partito politico ha due destre: una sono i repubblicani, l'altra i democratici. Pag.26.
Sarebbe così anche da noi, e forse lo è, se non fosse per quell'imbarazzante populismo di cui si fa carico la destra nel nostro paese intenta a rincorrere e a raccogliere le lacrime e il sangue della "gggente" funariana.
Zezima ne ha veramente per tutti, a cominciare dall'attuale presidente Bush, di cui non s'addice certo il proverbio "aver compagno al duol scema la pena", ma che sarebbe davvero omeopatico parlarne per tentare di superare il vuoto e la inconsistenza della sua amministrazione (però non si può non citare l'esilarante capitolo "Bush, i danni cerebrali e il discorso alla nazione" dove, riprendendo un concetto espresso dal neurologo Oliver Sacks su L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello nel quale si dava conto delle reazioni dei pazienti affetti da afasia e agnosia alla vista di un discorso televisivo del presidente Reagan, il giornalista si chiede delle possibili esplosioni di risate nei corridoi di ospedali all'ennesimo brainstorming dell'attuale capo della nazione più forte del mondo).
Preferisco soffermarmi su altre polemiche: il riciclo delle scorie radioattive (da noi l'ex ministro della salute (sic!) Sandro Veronesi non esita un secondo, su varie testate giornalistiche, a parlarci degli effetti "benefici" e sicuri dell'energia nucleare e qua andrebbe benissimo la battuta di Emma Bombeck "Non andate mai da un medico che ha fatto seccare le sue piante") o l'uso, nell'alimentazione, di "dosi"sconsiderate di carne: Nessuno è mai stato trovato stecchito a 20 metri da Burger King perché non è riuscito ad avere in tempo il suo panino- Pag.103. O ancora lo scandalo della muccapazza e l'utilizzo di concimi non vegetali.
Insomma cose di cui si è parlato (spesso e male) e per le quali sappiamo ormai (quasi) tutto. Ma purtroppo la gggente tende a dimenticare e a riduolersi solo alla prossima vergogna.
Mi piace concludere la recensione con un altro punto dolens di Zezima ma che, nel caso specifico, assume connotazioni esilaranti. Da pag. 145 si polemizza sull'essere trendy e su un più sacrosanto prontuario di moda vegana. Accanto all'annosa "questio" delle pellicce e suoi "derivati" si accenna all'uso "smodato" del cuoio nelle comunità gay soprattutto in odor di pratiche sadomaso. Ma ora, onestamente, ve lo immaginate il "movimento gaio" rinunciare alle pagliacciate per un sano e sacrosanto contributo animalista?
Questa è una battaglia persa in partenza, caro Zezima, per quanto tu possa alzare la voce.
Si scherza ovvio, ma sputando vetriolo, come è nostra consuetudine.
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