RECENSIONI
Andrea Novelli Giampaolo Zarini
Per esclusione
Marsilio, Pag. 522 Euro 19,50
Mi convinco sempre di più, salvo rare eccezioni, dell'inutilità delle segnalazioni librarie e dei recensori. Non sto a tediarvi troppo – che le ragioni di cui sopra avrebbero un fottìo di ausilii – ma solo per convincervi potrei accennare il caso appunto della coppia in questione che, all'uscita del primo romanzo Soluzione finale, da un quotidiano neppure "esimo" – Il Secolo XIX - fu definita figlia di Simenon.
Come confondere la lisca con l'Alaska.
I due hanno diversa provenienza, e chi avesse avuto il buonsenso di leggere almeno cinquanta pagine della loro prima storia (e ho detto cinquanta, mica chissà...) si sarebbe reso conto che con l'inventore di Maigret nulla ci coglie.
Parliamone dunque seriamente e senza fraintendimenti: i due devono essere satolli di noir, e non solo; anche di quelle cose che stanno sopra, sotto e attorno al poliziesco, ma che poliziesco non sono – e che qualcuno ancora cieco in pompa magra definisce letteratura alta, differenziandola quindi dalla bassa – tipo che so, Maupassant, Chesterton o lo stesso Simenon orfano del commissario con la pipa. E proprio grazie alle loro letture che reinterpretano il reale facendone materia di indagine sociologica.
In Per esclusione – non so se volente o nolente – c'è scappata la grande tematica: l'infanzia. Ora mortificata com'è, quotidianamente, dagli eccessi delle violenze domestiche, dal richiamo di un imprimatur post-coitale, dagli sbertucciamenti dei media, e dalle ossessioni di una pedofilia che, anche i più accorti, riscontrano inopinatamente anche in anni in cui l'infante infante non è più, beh nel libro fà una fine in apparenza simile, in realtà, tra sfumature e attenta lettura (e qui casca l'asino...) si fa latore di ben altri messaggi. Addirittura della considerazione dei rapporti tra coniugi, e quindi dei coniugi coi figli, e quindi del rapporto con l'esterno... hai detto cavoli!
Un serial killer rapina coppie di bambini, ma chiede ai genitori chi salvare e chi destinare alla morte perché, secondo le proprie convinzioni, in una famiglia c'è sempre un pargolo più amato dell'altro.
Detta così la sostanza è becera: invece vi assicurò non è, ci si intoppa il neurone a volte nel tentativo di sbrogliar matassa, che non è quella del plot poliziesco.
Mi preme sottolineare anche la sveltezza del linguaggio, molto "cine" ad alta definizione, e una tensione narrativa che non cede mai: il che giustifica anche la spesa del libro.
Ma l'appunto deve pur venire: i due insistono per un "setting" straniero (una New York scura e piovosa... come dice la seconda di copertina), come se ambientare un noir maledetto ad Abbiategrasso stonasse e fosse disdicevole. A pensarci bene la trama di Per esclusione sarebbe caduta a cecio in un ambiente provinciale, partendo dal presupposto che tutto lo Stivale sia pregno di istanze provinciali: dove ad arrabbattarsi per risolvere il mistero di un serial killer che uccide bambini (ne fa anche sapone) oltre a chi di dovere, poliziotti, investigatori e giudici, sarebbe stata quella corte dei miracoli, tutta italiana (rutelliani, antiabortisti, ciellini, chimici castratori, presenzialisti, leghisti, vespisti) che di una paglia fa una trave in un occhio e che sguazza in un mare di grandguignol ad effetto.
Si scherza. Novelli e Zarini hanno fatto bene a districarsi in quel di New York. Ma spesso a dire il vero mica si sbaglia.
di Alfredo Ronci
Come confondere la lisca con l'Alaska.
I due hanno diversa provenienza, e chi avesse avuto il buonsenso di leggere almeno cinquanta pagine della loro prima storia (e ho detto cinquanta, mica chissà...) si sarebbe reso conto che con l'inventore di Maigret nulla ci coglie.
Parliamone dunque seriamente e senza fraintendimenti: i due devono essere satolli di noir, e non solo; anche di quelle cose che stanno sopra, sotto e attorno al poliziesco, ma che poliziesco non sono – e che qualcuno ancora cieco in pompa magra definisce letteratura alta, differenziandola quindi dalla bassa – tipo che so, Maupassant, Chesterton o lo stesso Simenon orfano del commissario con la pipa. E proprio grazie alle loro letture che reinterpretano il reale facendone materia di indagine sociologica.
In Per esclusione – non so se volente o nolente – c'è scappata la grande tematica: l'infanzia. Ora mortificata com'è, quotidianamente, dagli eccessi delle violenze domestiche, dal richiamo di un imprimatur post-coitale, dagli sbertucciamenti dei media, e dalle ossessioni di una pedofilia che, anche i più accorti, riscontrano inopinatamente anche in anni in cui l'infante infante non è più, beh nel libro fà una fine in apparenza simile, in realtà, tra sfumature e attenta lettura (e qui casca l'asino...) si fa latore di ben altri messaggi. Addirittura della considerazione dei rapporti tra coniugi, e quindi dei coniugi coi figli, e quindi del rapporto con l'esterno... hai detto cavoli!
Un serial killer rapina coppie di bambini, ma chiede ai genitori chi salvare e chi destinare alla morte perché, secondo le proprie convinzioni, in una famiglia c'è sempre un pargolo più amato dell'altro.
Detta così la sostanza è becera: invece vi assicurò non è, ci si intoppa il neurone a volte nel tentativo di sbrogliar matassa, che non è quella del plot poliziesco.
Mi preme sottolineare anche la sveltezza del linguaggio, molto "cine" ad alta definizione, e una tensione narrativa che non cede mai: il che giustifica anche la spesa del libro.
Ma l'appunto deve pur venire: i due insistono per un "setting" straniero (una New York scura e piovosa... come dice la seconda di copertina), come se ambientare un noir maledetto ad Abbiategrasso stonasse e fosse disdicevole. A pensarci bene la trama di Per esclusione sarebbe caduta a cecio in un ambiente provinciale, partendo dal presupposto che tutto lo Stivale sia pregno di istanze provinciali: dove ad arrabbattarsi per risolvere il mistero di un serial killer che uccide bambini (ne fa anche sapone) oltre a chi di dovere, poliziotti, investigatori e giudici, sarebbe stata quella corte dei miracoli, tutta italiana (rutelliani, antiabortisti, ciellini, chimici castratori, presenzialisti, leghisti, vespisti) che di una paglia fa una trave in un occhio e che sguazza in un mare di grandguignol ad effetto.
Si scherza. Novelli e Zarini hanno fatto bene a districarsi in quel di New York. Ma spesso a dire il vero mica si sbaglia.
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