RECENSIONI
Lucia Visca
Pier Paolo Pasolini. Una morte violenta
Castelvecchi, Pag. 147 Euro 15
Lucia Visca è la prima giornalista accorsa sul luogo della morte di Pier Paolo Pasolini, quel lontano 2 novembre del 1975, unica donna, una delle poche all'epoca a occuparsi di cronaca e per giunta in un giornale di sinistra come 'Paese Sera'. Il libro Pasolini una morte violenta ci racconta quella giornata. Sveglia alle 7, rituale casalingo con la madre, telefonata dal giornale che l'avvertiva di un morto e che, abitando a Ostia, toccava a lei recarsi sul posto, cioè all'Idroscalo. La vicenda narrata da Lucia Visca non aggiunge nulla di nuovo al "caso" della morte di Pasolini. Ci offre semplicemente quella giornata in una luce diversa. Ci mostra le tante, forse troppe distrazioni, disattenzioni, leggerezze delle forze dell'ordine nel proteggere la scena del delitto, le stranezze occorse fra poliziotti e carabinieri, quando non collaboravano alle indagini, l'arrivo di Ninetto Davoli sulla scena, i particolari che già all'epoca non potevano non dimostrare chiaramente che si era trattato di un agguato perpetrato da più persone e non da una semplice marchetta di strada, come oggi vorrebbero farci credere questi sapienti giornalisti delle grandi testate, da Marco Belpoliti a Carlo Lucarelli, tutti intenti a chiudere col complotto e a liquidare la faccenda come una cosa fra froci (e per questo vi rimandiamo al bell'articolo scritto per Il Paradiso degli Orchi da Piergiorgio Paterlini http://www.paradisodegliorchi.com/cgi-bin/pagina.pl?Tipo=attualita&Chiave=201).
Nel libro sono presentate anche le tre tesi che, tolta la vergognosa e depistante motivazione di carattere meramente omosessuale, oggi tengono maggiormente banco. Pasolini vittima di un complotto di Eugenio Cefis che lo avrebbe fatto ammazzare perché sapeva che sulle pagine di Petrolio, ultima fatica letteraria del poeta, si parlava sotto metafora di lui come mandante dell'omicidio Mattei per prendersi l'Eni. Pasolini vittima dell'estremismo di destra (ma siamo sicuri, e questo lo dico io, che l'estremismo di sinistra fosse più tenero con lui?). Pasolini vittima di una ritorsione da parte di un genitore sbagliato, magari il padre di uno dei tanti ragazzetti di vita rimorchiati dal poeta e colluso con la malavita (e in questo senso si inquadrerebbe anche lo strano furto della pellicola di Salò o le 120 giornate di Sodoma, il suo ultimo film che qualcuno, insieme ad altre pellicole, aveva sottratto pochi giorni prima della sua morte dagli studi della Technicolor, e qualcuno dice che il motivo per cui incontrò Pelosi fosse proprio perché il ragazzo avrebbe dovuto portarlo da chi doveva ridargliele). Sia come sia, il libro si chiude con il sunto cronologico dell'affaire Pasolini, tra cui la recente dichiarazione di Marcello Dell'Utri, senatore di Forza Italia, che avrebbe prima sostenuto di avere il capitolo mancante di Petrolio (quello dove si parla di Cefis) e poi avrebbe ritrattato o comunque non lo avrebbe più prodotto ma che ha indotto la magistratura a sentirlo come testimone nell'ambito della quarta inchiesta su questa strana e inaccettabile morte, riaperta nel marzo del 2009. In fondo, Lucia Visca inserisce anche l'arringa dell'avvocato di Pasolini, Guido Calvi, sostenuta durante l'ultimo processo.
di Adriano Angelini
Nel libro sono presentate anche le tre tesi che, tolta la vergognosa e depistante motivazione di carattere meramente omosessuale, oggi tengono maggiormente banco. Pasolini vittima di un complotto di Eugenio Cefis che lo avrebbe fatto ammazzare perché sapeva che sulle pagine di Petrolio, ultima fatica letteraria del poeta, si parlava sotto metafora di lui come mandante dell'omicidio Mattei per prendersi l'Eni. Pasolini vittima dell'estremismo di destra (ma siamo sicuri, e questo lo dico io, che l'estremismo di sinistra fosse più tenero con lui?). Pasolini vittima di una ritorsione da parte di un genitore sbagliato, magari il padre di uno dei tanti ragazzetti di vita rimorchiati dal poeta e colluso con la malavita (e in questo senso si inquadrerebbe anche lo strano furto della pellicola di Salò o le 120 giornate di Sodoma, il suo ultimo film che qualcuno, insieme ad altre pellicole, aveva sottratto pochi giorni prima della sua morte dagli studi della Technicolor, e qualcuno dice che il motivo per cui incontrò Pelosi fosse proprio perché il ragazzo avrebbe dovuto portarlo da chi doveva ridargliele). Sia come sia, il libro si chiude con il sunto cronologico dell'affaire Pasolini, tra cui la recente dichiarazione di Marcello Dell'Utri, senatore di Forza Italia, che avrebbe prima sostenuto di avere il capitolo mancante di Petrolio (quello dove si parla di Cefis) e poi avrebbe ritrattato o comunque non lo avrebbe più prodotto ma che ha indotto la magistratura a sentirlo come testimone nell'ambito della quarta inchiesta su questa strana e inaccettabile morte, riaperta nel marzo del 2009. In fondo, Lucia Visca inserisce anche l'arringa dell'avvocato di Pasolini, Guido Calvi, sostenuta durante l'ultimo processo.
di Adriano Angelini
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