RECENSIONI
Gertrude Stein
Sangue in sala da pranzo
Sellerio, Pag. 112 Euro 10,00
Questa una è recensione. Capito dovete.
Perché se fosse scritto, se scritto fosse, un semplice scritto, non conterrebbe valutazione, cioè valutazione. Ma siccome è una recensione, è proprio una recensione, è necessario capirla. Perché i bambini, i bambini sì, non la capirebbero: abituati come sono a mettere soggetto, verbo e complemento oggetto, dunque soggetto, verbo e complemento oggetto, non capirebbero la sequenza delle parole, a meno che non siano dislessici.
Cos'è la dislessia?
Vi riporto un esempio
Questo ci porta a Mabel e deve essere seguito dalle confessioni di Mary M in questo caso. Non c'è nessuna Mary M. in questo caso, ma se ci fosse ecco cosa farebbe.
Mary M. non suona come Mary I. e nemmeno come Mary D. o qual è la differenza fra Mary B. e Mary C.
Le confessioni di Mary M. in questo caso.
Io sì in questo caso. Forse per te in questo caso. Io sì in questo caso. Forse non solo forse, ma essi saranno, forse, voi.
Quello è quello che diceva. Ricorderò ogni cosa che diceva.
Se tu, se fosse possibile che tu, concludessi che io preferisco.
Sarà stata pure, e pure sarà, un genio, ma Gertrude Stein sì, soprattutto sì, rivela a chiare lettere (!) di essere soggetto ad attacchi, sì gli attacchi, rivela a lettere, di dislessia, se no non si spiegherebbe, c'è la matrice in questo, si spiegherebbe, una del genere scrittura, una scrittura del genere che è come, magari, la scrittura dei bambini dislessici.
E passa pure per genio e per simbolista, e simbolista e pure genio.
Scrive nella sua autobiografia: Io sono io perché il mio cagnolino mi conosce. Ma ero io quando non avevo una parola scritta dentro di me. Era molto fastidioso. A volte pensavo provare ma provare è morire e così non provavo davvero. Non scrivevo niente.
Magari avesse continuato a farlo, sì a farlo continuato, così mi sarei risparmiato una recensione, non scritto perché conterrebbe valutazione, cioè valutazione, che mi è costata fatica perché io non sono Gertrude Stein, Gertrude Stein? Ma dài, ma Alfredo Ronci.
E Alfredo Ronci non è mai stato dislessico, ma solo un eterno bambino. Che i bambini gli stanno sul cazzo!
di Alfredo Ronci
Perché se fosse scritto, se scritto fosse, un semplice scritto, non conterrebbe valutazione, cioè valutazione. Ma siccome è una recensione, è proprio una recensione, è necessario capirla. Perché i bambini, i bambini sì, non la capirebbero: abituati come sono a mettere soggetto, verbo e complemento oggetto, dunque soggetto, verbo e complemento oggetto, non capirebbero la sequenza delle parole, a meno che non siano dislessici.
Cos'è la dislessia?
Vi riporto un esempio
Questo ci porta a Mabel e deve essere seguito dalle confessioni di Mary M in questo caso. Non c'è nessuna Mary M. in questo caso, ma se ci fosse ecco cosa farebbe.
Mary M. non suona come Mary I. e nemmeno come Mary D. o qual è la differenza fra Mary B. e Mary C.
Le confessioni di Mary M. in questo caso.
Io sì in questo caso. Forse per te in questo caso. Io sì in questo caso. Forse non solo forse, ma essi saranno, forse, voi.
Quello è quello che diceva. Ricorderò ogni cosa che diceva.
Se tu, se fosse possibile che tu, concludessi che io preferisco.
Sarà stata pure, e pure sarà, un genio, ma Gertrude Stein sì, soprattutto sì, rivela a chiare lettere (!) di essere soggetto ad attacchi, sì gli attacchi, rivela a lettere, di dislessia, se no non si spiegherebbe, c'è la matrice in questo, si spiegherebbe, una del genere scrittura, una scrittura del genere che è come, magari, la scrittura dei bambini dislessici.
E passa pure per genio e per simbolista, e simbolista e pure genio.
Scrive nella sua autobiografia: Io sono io perché il mio cagnolino mi conosce. Ma ero io quando non avevo una parola scritta dentro di me. Era molto fastidioso. A volte pensavo provare ma provare è morire e così non provavo davvero. Non scrivevo niente.
Magari avesse continuato a farlo, sì a farlo continuato, così mi sarei risparmiato una recensione, non scritto perché conterrebbe valutazione, cioè valutazione, che mi è costata fatica perché io non sono Gertrude Stein, Gertrude Stein? Ma dài, ma Alfredo Ronci.
E Alfredo Ronci non è mai stato dislessico, ma solo un eterno bambino. Che i bambini gli stanno sul cazzo!
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