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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Phil Potter

Surf

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I

Qui è sempre un mercoledì da leoni. Le onde non mancano e neppure i surfisti. Se si scatena il vento, vedi innalzarsi i muri d'acqua: tre, quattro metri, a volte cinque, sei, anche di più! E' spettacolo nello spettacolo. Io ho paura. Non so cavalcare il mare; temo l'imprevedibilità, il mostro che spalanca le fauci e inghiotte trascinandoti giù nell'abisso della schiuma.

I temerari sono miei amici: mi limito a guardarli e mi diverto. Ad ogni modo, sono un nuotatore incallito e torno a riva compiaciuto se ho sfiorato, a due metri di profondità, un anemone, quasi agguantato un cavalluccio e aver fatto in tempo la risalita, per ringraziare il cielo dell'aria frizzante che mette a disposizione quando riemergo. Già a un pelo sotto la superficie del mare, il blu rivela il nero più interiore, epperò di una oscurità approssimativa grazie al frincico di grigio, argento ingiallito, per via dei barbagli del sole discendenti a perpendicolo. Dovrei essere un poeta per esprimere le cose meravigliose e cangianti del panorama qua in giro, ma so che potete capire. La natura mozzafiato con gli alberi in lontananza e le chiome fiorite delle piante tropicali, di fronte, il paesaggio marino di un'immensità che lascia a bocca aperta chiunque per esempio, abituato all'Egeo, veda per la prima volta il mare oceano del Pacifico e la caverna alle mie spalle... Riuscite ad intendere la sensazione di vortice? La bellezza che ti risucchia, la sospensione nell'azzurro sempre straordinario da queste parti, il verde che si combina coi fucsia dei globuli e dei fiori, il dorato, l'arancione che esplode dalla vegetazione, l'eccellenza di immagini e di riflessi che catturano, stordiscono e ti prende, con la vertigine che inebria, un nodo in gola dalla felicità. Se poco distante c'è casino, è la gente, è la vita della spiaggia. Adoro entrare e uscire dalla confusione. Perdermi e ritrovarmi. E' già sera. Nel drive in di Jennifer Boze schioccano i baci degli amanti, gli slurp degli arrapati: magia dell'ora e dell'eros che s'appresta a diventare oggetto di chiunque fotta qualsiasi cosa che non sia castrata. A me non interessano gli scivoli e le tavole di legno. Sono negato per lo sport in quel senso. A me occorrono donne, non una in particolare, perciò non perdo occasione per porgere un saluto a Tessa, Silvia e Clarissa, ragazze che mi stuzzicano passando dall'Orangedee Alley First. Madre natura mi ha promesso qualcosa; sono un raccoglitore di cuori muliebri e queste tre fanciulle mi piacciono da morire. Io piaccio a loro, chissà se mi illudo troppo, ma non mi dispiacerebbe l'idea di viverci insieme. Pur di accontentarle, consentirei e accetterei ogni questione, tutte le situazioni, in nome di una iperfetazione erotica e sensuale! Sul serio! Mi sento in grado di soddisfarle, le amiche per la pelle, le prendo in blocco. Io sono diverso: non sposerei una di esse, o una alla volta; commetterei un grosso sbaglio. Le sento mie e in questo istante mi sto recando da loro per il tè. Le sto per raggiungere da Moistury Beach in bus e dovreste vedere che incanto propone la Rockrose, il promontorio che non ha eguali sul pianeta!





II

- Ehi, Beck, che ci fai da 'ste parti? -

- Salve, Greg! Sono stato invitato ad una merenda con tè e pasticcini a casa di Tessa... -

- E ci sono anche le altre? Ti hanno chiesto di portare un amico? -

- E' stato bello vederti Greg dopo tanto tempo, ma ora devo andare... -

- Ehi, non voglio rubarti le pupe, ma non dirmi che te le pappi tutte e tre... Chi ti fai? -

- Nessuna! -

- Ok, ci credo! Suoni ancora? -

- No, cioè sì.... ogni tanto in cantina... -

- Capisco... Ascolta, Beck, se ti va di portare le ragazze fuori stasera, noi suoniamo al vecchio Bean. Portacele, ok? Sentirai che suoni! -

- D'accordo Greg, arrivederci... -

UFF! Cominciavo ad affastellare. Gli invadenti mi mettono a disagio; sanno sempre cosa dire e come cavarsela. Io spero solo che si tolgano di torno con il loro trend di esuberanza, che li rende incapaci di andare per la propria strada e di salutare senza impicciarsi. La marmaglia rumorosa si costituisce di lucci solitari, all'occorrenza trasformati in amiconi e ficcanaso che si scambiano confidenze e pacche sulle spalle. I soliti chiacchieroni a spasso; in fondo, non c'è niente di male! Io però trovo conforto in maniera diversa: percorro un sentiero che non mi consente la minima distrazione dai miei piani, dal progetto di prestarmi a Tessa, a Silvia, a Clarissa, per il resto dei giorni in un surf lungo e appagante di sesso. In uno sguardo ci metto l'universo. Immaginate nell'amplesso, con tutto il cuore! Quanti fanno sesso come se sbattessero albumi!? Quanti lo fanno senza ardore come per una stretta di mano, formale e glaciale, umida come una seppia fredda che sa già di amuchina? Ah, non vedo l'ora di conversare con le mie dee, affascinarle, convogliarle sul mio glande e sparare coi loro grilletti appuntiti e duri. Arrivo, ragazze!! E più tardi, vi porto a ballare chè c'è da divertirsi al vecchio Bean, col vecchio Greg e la vecchia band... Largo ai giovani, all'eros, che spicca il volo dai pori e spacca il culo ai pivelli, ai tardoni, alle zitelle e ai citroni spugnati di alcol! Wow! Le farò ballare fino a sfiancarle, frollarle come si fa con la selvaggina, intenerirne la carne, batterla a tal punto che quando tornerò a mordere, risulterà dolce, burrosa, esaltata dalla putrefazione della roba cruda che discende agli inferi, per cuocersi sotto i colpi di maglio del mio pungiglione gonfio e penetrante. E' l'unico amico di cui mi fido, mi piace, di pelo rosso com'è, coi ricciolini degni del pennello di Caravaggio! Perseguire uno scopo oltre le allegorie, sconfinare nel miele bruciante dei sensi! La letteratura, coi suoi paesi mentali innalzati su fondamenta di parole anemiche, non regge al confronto del prodigio che alberga nei calzoni, sanguigno, grosso, il mio prestigioso fagiano-squalo!

III

Sono pronto ad addentare l'avventura, a divorare interi cicli mestruali! Restate acquartierati nel vostro accampamento con le squaw e coi mandroni. Guardate! Sono arrivato. Le mie fumatrici turche, le maschiacce spettinate, in calzoncini, con le camicette annodate, il rossetto da pin up e con le tettine che puntano all'infinito, mi aspettano. Mi rivolgono cenni di benvenuto senza sbracciarsi troppo. Ne sono conturbato; un inizio di erezione mi fa deglutire ettolitri di saliva, allora innesto una bella retro marcia perchè il momento non è adatto all'inturgidimento. Meglio sorridere e fare il coglione. Intanto le osservo: con la cicca tra le labbra sono seducenti: avete presente le ciliegie rosso scuro, le albicocche a forma di culetto col picciolo? La bocca delle tre silfidi e i frutti maturi dell'estate si assomigliano; le mie ragazze sono la foto della natura rigogliosa, col sesso che spunta ovunque: quell'idea fissa che ho del loro bottoncino mentre sviluppa calore e fremiti, in una spinta che mi fa colare fino all'ultima stilla. Ora le vedo meglio. Tessa con la chiappa sulla balaustra di legno e le altre, Silvia e Clarissa, gettate sui gradini, coi capelli scompigliati tra i quali intravvedo mollette e fiori in ricordo di una acconciatura sparita tra lavori e sudore per la fatica di verniciare. Infatti, mi confessano che per soldi farebbero tutto: le benzinaie, le imbianchine, le muratrici, le modelle e le fotografe, ma mai le prostitute! Sono d'accordo! Ho deciso di papparmele e niente ossi a clienti e amici! Io mastico anche le cartilagini, trituro tutto perchè sono l'uomo fagiano che attira e lo squalo che non lascia avanzi! Mi siedo a godermi l'ozio, per loro si tratta del meritato relax. Dopo il saluto con bacio sulla guancia e un sobrio abbraccio di Tessa, le rollin'stones continuano a fumare in silenzio. Gli insetti mi derubano della dovuta attenzione in quanto ospite e aitante bipede coi peli; nel frattempo un cencio di carne più bianca fuoriesce dal pantaloncino di Silvia e la mia fantasia comincia a galoppare. Sto succhiando un pezzo di paradiso quando mi sento riportare alla realtà, nel tardo pomeriggio di giugno, tra mosche e cosce, dalla cadenza monotona e dialettale del mid west di Tessa, che m'investe con un, allora lo prendi 'sto cazzo di tè ragazzo? Ehi, che modi! Sto solo cercando di realizzare il mio sogno! Faccio buon viso: voglio davvero apparire il migliore e donare pink energy of penis. Qualcuno lassù mi ripagherà di tali sforzi volti alla conquista dell'eldorado tutto foderato di figa!



IV

- Ehi, Beck, mi sembri un po' lesso! - Tessa sghignazza come per sfida e viene avanti con l'atteggiamento tipico della focosa castana, che ha superato la ventina e s'è scopata i compagni di scuola prima e dopo il servizio militare.

Cambio discorso: - Ho incontrato Greg... - e non finisco la frase che salta su Clarissa e fa:

- Greg, ragazze, il cantante de Les Baguettes... Dio, vedeste, ha una bocca larga e la lingua, uhmmmm, che lingua! -

Intervengo con sapienza; queste scostumate si divertono a mettermi in imbarazzo. - Hanno scelto uno strano francesismo per il nome del gruppo; una volta credo che si facessero chiamare The Pagans... -

- Certo, Beck, una volta! Poi i ragazzi son maturati non solo musicalmente e con loro sono cresciute les baguettes, voilà! - E non si fa attendere la fragorosa risata corale di tutte e tre, ebbre di non so cosa e sarcastiche nei miei confronti, come se all'improvviso non fossi gradito.

Sto al gioco e l'appesantisco per vedere fin dove son capaci di spingersi; faccio: - Be', sono dotati di belle nerchie quadre, very good fellas, ma a voi che siete vergini, interessa solo il tiro musicale, quindi, vi porto a ballare al vecchio Bean con i mostri dell'autentico surf-garage style, LesBaguettes, voilà! -

- Ehi, che gli è preso? - Silvia non aveva ancora parlato, ma anche nei suoi toni avverto dell'ostilità, se non un pizzico d'acidità. Silvia mi piace molto. Ha i capelli biondi, fini e vaporosi. CapelliDiBambola però, si lascia andare allo scherno come le compagne. Clarissa torna dalla cucina col vassoio carico di panini e frollini; ci sediamo a gambe incrociate sul pavimento della grande sala di legno e così comincia una serena degustazione. Il cibo ha il potere di trasmutare. A parte Tessa che mantiene un muso fiero, inutilmente battagliero, la rossa Clar e la piccola Silvia mi riempiono di dolcezza con sguardi e bacini. - Sai, non vedevamo l'ora che arrivassi e adesso non vediamo l'ora di uscire con te! -

- Come mai siete così accaldate e impolverate? -

- E' da una settimana che lavoriamo sodo; abbiamo rifatto grondaie e facciate di almeno dieci case in un tempo record... Sei carino, Beck! - E parte lo smack di Silvia, il sorriso d'angelo di Clarissa m'inonda, nello stesso istante in cui la malizia istrionica di Tessa si diffonde sulle pareti, nell'atmosfera. Effetto magico della sincronia, della complicità che finalmente respiro e mi fa presagire con la vittoria, i premi della lussuria!



V

Sono eccitato. Aspettare mentre si cambiano, mi mette addosso la voglia di frustarle con cinghie di lucertola; immagino peraltro di utilizzare un decespugliatore per depilare il pube di Tessa, la cattiva, in assoluto splendida, truccata fifties, benchè le altre non siano da meno: vintage 'n' hot! Il Bean è affollato come lo è un cactus di spine, ma noi ci facciam largo e riceviamo i saluti de Les Baguettes dal palco. Le mie donne cinguettano e sculettano, sanno il fatto loro e ci faccio un figurone. E' così che perdo il controllo della situazione e passo la serata con un sorriso scemo stampato sul viso mentre quelle tre stronze se la spassano con qualsiasi boy, che se ne intenda un po' di musica e faccia finta di ballare, per arrivare al dunque, toccare il culo, palpare le mammelle sudate di quelle sciocche ciucce delle mie signore. E' un casino con tutta 'sta gente che ballonzola e mi urta, un casino enorme, a tal punto che mollo gli ormeggi. Misfatto: al momento del lento, le mie troie sono incollate e si strusciano rispettivamente a Dave, a Bernie e a un cowboy che non conosco. Tornerò a casa da solo come un manganello e col voltastomaco. Mi dà fastidio vederle stropicciarsi con cretini che sapranno sguazzarci dentro, ma non creeranno mai il meraviglios mondo di donna-patatina a cui le miss aspirano. Il loro bisogno d'affetto non sarà esaudito e pensare che avrebbero me a totale completa disposizione! Auguro che si sposino. Per colpa loro mi son beccato degli insulti: - Ehi, cocchino, non puoi farcela da solo! Ehi, Beck, non credi di delirare a portartele a spasso senza smanazzarle un po'? - E questo è il meno che le mie orecchie abbiano udito. Spero che gli uomini che hanno scelto diventino di quei coniugi infetti e morbosi! Ho davanti agli occhi la scena di come si dimenasse, Clarissa, per alzarglielo di una spanna, a quel deficiente e persino la timida Silvia ha iniziato con l'altro idiota. Appartatevi nel vostro porco destino ed io attenderò al varco col fagiano duro e lo squalo vorace! Quel bellimbusto di Greg avrà poco da ridermi dietro; io lascio fare, ma non desisto! Le acque tornano sempre al grande mare oceano del Pacifico! E le mie sex bombs non potranno fare a meno dei colori del fagiano, il corteggiatore e dei denti affilati dell'aguzzino, lo squalo. Altro che tre rincitrulliti col passo da canguro e gli stivali tex mex! Amo Tessa, Silvia e Clarissa anche se non mi ricompensano con la stessa moneta, anzi mi tradiscono prima di cominciare la love story a quattro.

VI

Due anni dopo.

Stamattina poso lo sguardo sul biglietto con la grafia di Tessa. Mi chiede aiuto dopo aver limonato con un reggimento di impediti e aver sposato alla fine, Greg, la baguette numero uno, che la tradisce con una ragazzina del liceo. Ecchekaz t'aspettavi da un vitello? Mi viene da scriverle: cara tamarra, ti sei opposta alla qualità con tutte le tue forze, che cosa desideri da me che tu non abbia già ottenuto? Sei una schifezza! Addio! Beck.

Preso dai pensieri quasi non sento il telefono che squilla e con l'automatismo di compiere un gesto consueto, rispondo sgradevole e sgarbato.

Dall'altro capo del filo, una voce, confesso, che mi torce le budella e mi fa sciogliere i calcagni, miagola: - Ciao Beck, sono Silvia! Qui con me c'è Clarissa... Come stai fratellino?-

- Ho il coso duro tra le mani e aspettavo voialtre per farmelo stritolare con un bocchino profondo come un fiordo... Scherzo.... State bene ragazze? -

Silvia non fa in tempo a dissimulare la sorpresa che balbetta: - Vedi, tesoro, è tanto che non ci si vede, ma avremmo pensato di ritornare ad essere il trio di amiche che conoscevi... La nostra vita coniugale e sentimentale si è rivelata un disastro e per Tessa, il putiferio scatenato dall'ultima infedeltà di Greg è stato, credimi, devastante... -

Intervengo amaro, sono sempre lo sgargiante fagiano che vorrebbe far navigare lo squalo in acque limpide, ma prevale il saggio e aspro ramarro: - Avete perso la tana, la dignità e mi state chiedendo asilo politico? Sono un buon governatore, facile, evoluto, dimenticato da tutti, democratico e giovanile. Faccio al caso vostro, nevvero? -

Clarissa prende la parola col vivavoce: - Beck, tu ci adori e noi non ti abbiamo dimenticato! Capisco il sarcasmo: hai sofferto per colpa nostra, per via di una certa superficialità nella ricerca dell'anima gemella... -

Schiatto a ridere: - Ah Ah! Adesso li chiamate anima gemella? Degli zuzzeri enormi e violacei, pesti e abusati, citrangoli siliconati, cefali guerci, bomboli a funghetto e accroccati dall'inedia, li chiamate A N I M A ?? Se non vi siete scapricciate, sorelle, almeno convertitevi chè non avete capito un acino di minchia! -

- Beck, non essere arrabbiato... - Silvia è gentile davvero, ma mi vien da replicare anche stavolta semmai più serafico: - Come avete potuto danneggiarvi, bamboline mie? Come avete potuto compiere l'errore genetico di tutte le donne di sopportare più di quanto avreste potuto in verità tollerare? Dovreste vergognarvi, ma voglio aiutarvi. Anzi non voglio aiutare voi; io devo soccorrere soltanto me stesso. Vi prego, raggiungetemi presto... - Sempre più suadenti Clar e Silvia mi fanno squagliare lo sterno e il cuore pulsa all'impazzata: - Beck, faremo il prima possibile; passiamo a prendere Tessa, finiamo di raccogliere gli stracci e siamo da te... Tequila? -

- No, grazie! Io bevo evian oppure acqua di rubinetto... -

- Ok, Beck, come vuoi! A dopo. -

Coraggio Beck, mi dico osservando nello specchio l'immagine riflessa di un fusto abbronzato e senza grilli per la testa, tranne quello del sultano, il signore delle figliole, lo sceicco dell'American Dream Of Harem!! Sapere che tornano per non ripartire, sapere che cercano me, allontana ogni spettro della gelosia e in the afternoon, ci recheremo in spiaggia, m'immergerò e donerò a ciascuna delle mie sex girls, un cetriolo di mare madido di sudore oceanico, salato come il piscio tosto del deserto!! Ciononostante, non voglio illudermi e non vorrei finire a fare il paga-bollette e prodigarmi per delle zoccole che la danno per sistemarsi. Qua, l'unico che deve sistemarsi, sono io e questo ormai deve essere chiaro: prendere o lasciare! E loro prenderanno, oh se prenderanno il mio granchio croccante, il mio turgido biscotto all'olio di cocco...!!





VII

Standin' by my window, le vedo arrivare. Tessa indossa spesse, enormi lenti nere; è chiazzata qua e là... Silvia è ingrassata, Clar è dimagrita. Vissute, bellissime fumatrici come una volta e con pochi bagagli, grazie a dio! Eviterò che si mettano a raccontarmi guai e bugie; del resto mi hanno escluso, emarginato addirittura, per due anni, che ho trascorso ad allenarmi a compiere il grande passo e ora eccomi qui, dopo essere stato ignorato per anniversari e rock-parties, padrone delle circostanze, se così mi è consentito affermare. L'incontro è speciale; mi basta un'occhiata per capire che Clar e Silvia si sono fatte scopare dagli stessi uomini... when you see two women runnin' hand in hand, you can bet your last dollar that one gathered the other man... Che tristezza! Avrei concesso di meglio, le avrei divertite! Quanto tempo sprecato dietro a dei manzoli spregiudicati all'apparenza, ma sempliciotti, conformisti nella loro essenza più profonda! Le mie libellule si rallegrano con me non so di cosa, convenevoli, poi si mettono comode e lascio che il silenzio affiori dalle loro labbra mal truccate e con una piega sottile che trasmette in diretta, la saga dei sette dolori, lamentele, ingiustizie. Non le guardo più. Mi spoglio al centro del mio pantheon, in un punto cioè, dove credo di poter raccogliere almeno le briciole di 'ste stupide, rese frigide dalle scottanti delusioni della sorte. Danzo, danzo, anzi debordo come un sufi e avverto che scoppiano in risa di gioia, tanto che sembra ingenuo da parte loro. Invece, mi imitano e lo spogliarello è ormai generale, coinvolgente. Tessa toglie gli occhialoni per vederci meglio e si denuda costernata, affranta! Ma sta recitando e anche le altre seguono il copione! E' la nostra ora! L'ora del pisello d'oro che fa il mescolone! Non posso essere più contento di così!! Al momento di piantarlo nella vulva, afferro Clarissa che mi sfugge più volte e si abbandona all'onanismo più sfrenato quando mi vede chiavare la piccola Silvia. Tessa è l'esperta, l'aiuta ad aprirsi e a farmi strada che, ad onor del vero, è larga e spianata, fangosa, per via dell'umido. Ad una ad una, les madamoiselles, sotto 'sto batacchio, cadono e gemono dilettandosi a farmelo dimenare. Che volete farci, è la commedia a lieto fine dell'amore: mordere, pompare, non promettere e perdere tanti pomeriggi dietro gli esperimenti del cazzo!





Epilogo

Sono padre. Tessa e Clarissa sono pregne come angurie. Silvia ha partorito due marmocchi infinitamente belli e curiosi: hanno gli occhi celesti striati di grigio e marrone. A me tocca dargli la poppata notturna; mi toccherebbe invece impertugiarlo, il falchetto, furiosamente nei buchini delle mie zozze muse, ma a che cosa servirebbe recriminare e magari perderle di nuovo? Siamo così uniti, ben assortiti nella nostra confortevole arca. Volevo qualcosa per cui valesse la pena di vivere: ho conquistato e addomesticato un presente, a mo' di coito promiscuo: sesso che accende sfiorando, fosse solo con lo sguardo, le vestali dei miei riti del cazzo. E si sa, le liturgie fondano cose e da cosa nasce cosa: ho un'amante, fa la contorsionista di professione, mi unge con le pomate prima di farmi sgravagnare il cipollone tra le natiche insaporite di pesce, un esotismo, perchè così è in uso, per certi popoli, pescatori ed esquimesi compresi.

Anelo alla vostra comprensione,

con tutto il cuore, P. Potter





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