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RECENSIONI

Roberto Saporito

Figlio, fratello, marito, amico

Qed, Pag. 111 Euro 12.00
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Sono anni che conosciamo Saporito (lo conosciamo intellettualmente, non certo di persona) e il giudizio su di lui non cambia, nemmeno dopo la lettura di questo libriccino che, non me ne voglia lo stesso scrittore, se non esisteva avremmo potuto campare lo stesso.
Fermi, non sto esprimendo un giudizio negativo, anzi. Riconosco in Saporito una ricerca della guida spirituale dell’intellettualità (chiamiamola così, ma potrebbe essere definita anche in altro modo) che più si confà al suo modo di essere scrittore. Purtroppo però questa sua ricerca non si discosta molto da una imitazione passiva della stessa e dei suoi protagonisti.
Scrivevo qualche anno fa a proposito di un altro suo romanzo, Come un film francese… Dunque. Saporito mi sta simpatico e credo anche nella sua assoluta voglia di far sapere al mondo intero dove sta la buona letteratura (ma perché quell’elenco iniziale di libri, come se tutto possa essere circoscritto?), ma non capisco però perché questa sua posizione debba essere accompagnata dalla firma degli altri (tutte quelle citazioni colte, che servono soltanto a catturare la mente dei più deboli) e da una voglia di confrontarsi che non fa proprio … film francese.
Questo giudizio è esattamente quello che potrei scrivere su quest’ultima opera. Non solo, nel variegato mondo del protagonista (chiamiamolo variegato, ma nessun mi toglie dalla mente che sia un povero scriteriato senza arte né parte, nonostante i delitti) c’è addirittura una imitazione, quasi assoluta, di modelli e situazioni d’ambientazione anglosassone che, se non fosse comunque per una struttura romanzata bene immaginata, potremmo buttare il libro in un cestino (è come dicevo all’inizio, se il romanzo non esisteva avremmo potuto campare lo stesso).
Roberto Saporito sa scrivere. Il tempo (il trascorrere del tempo) lo ha arricchito di una sua personalissima verve. Ma dovrebbe discostarsi da certi esempi e costruire un noir più vicino a noi. Che in questa società massificata potrebbe essere un delitto. Ma io ci proverei.
P.S. Capisco l’amore di Roberto per la musica degli anni ottanta e novanta, ma di questi tempi, tranne rarissimi e limitati esempi, non si ascoltano più Blondie, Soft Cell, Steely Dan e Roxy Music. E nemmeno l’intero album dei Prefab Sprout Steve McQueen. E’ così, fidati.

di Alfredo Ronci


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Roberto Saporito

Carenze di futuro

Zona, Pag. 107 Euro 12,00

Dice il protagonista del romanzo in questione, che riporta una dichiarazione di un suo amico, che a sua volta cita lo scrittore francese Jean Patrick Manchette: Il noir è un genere letterario. E' la grande letteratura morale della nostra epoca.
A dire che Manchette ha esagerato, di questi tempi, è un azzardo: personalmente propenderei per 'l'immoralità' della letteratura erotica, ma si celia comunque (anzi, noi celiamo, gli scrittori di noir si prendono molto sul serio).

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Roberto Saporito

Il rumore della terra che gira

Perdisa pop, Pag. 112 Euro 12,00

Scrive sull'inserto libri de Il sole 24 ore Nicola Lagioia (scrittore esageratamente sopravvalutato e che è stato il più votato nel referendum tra i 'critici' – che parolona! - fatto dal giornale sugli scrittori italiani under 40: ... la nostra non è forse più terra da neorealismo o da neoavanguardia o da post-moderno; è piuttosto una sorta di incubo di Hieronymus Bosch con sottofondo di jingle pubblicitari, una dimensione in cui prima non eravamo mai stati.
Mi pare un mare di sciocchezze,

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Roberto Saporito

Generazione di perplessi

Edizioni della Sera, Pag. 118 Euro 11.00

Curiosa questa letteratura indigena. Essa stessa non sa cosa vuole. Metti questi dementi di TQ (che sta per trenta/quaranta e qualcuno ancora più demente, sul 'Corsera' ha parlato di Tarantino Quentin perché in fondo i nostri genii letterari nostrani si rifanno a lui!): perché cincischiano di rinnovamento letterario quando sono loro stessi ad aver affossato qualsivoglia tentativo di rendere la narrativa diversa dal guado fangoso di una memorialistica infantile infarcita di pulpismi e castronerie merceologiche?
Cazzo vogliono?

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Roberto Saporito

Come un film francese

Del Vecchio editore, Pag. 134 Euro 14,00

Riecco Saporito e riecco l’editore Del Vecchio. Due scommesse in realtà e, forse, due modi di intendere la letteratura. Ma qui ci troviamo a dover parlare di libri e non di politica del libro. Quindi non alziamo barriere e manteniamoci bassi.

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