RECENSIONI
Roberto Saporito
Generazione di perplessi
Edizioni della Sera, Pag. 118 Euro 11.00Cazzo vogliono?
Metti quel tale Lagioia, eletto a furor di popolo dal 'Il sole 24 ore' come il più promettente under 40 della nostra letteratura per il romanzo Einaudi Riportando tutto a casa (guarda caso poi 'assunto' dal quotidiano della Confindustria come critico letterario) – romanzo peraltro prescindibilissimo e sulla cui utilità ed interesse ne discettano solo i pochi monaci rimasti del monte Athos -, che ora s'erge ad esegeta del nulla e bofonchia di crisi della vocazione e dell'arte del narrare?
E lo fa lui che ha scritto un romanzo su i suoi trascorsi liceali in quel di Bari come se le tue esperienze barbine potessero interessare qualcuno?
Ma dai, ma che vada a fare una passeggiata piuttosto che dire castronerie. Oppure cambiar mestiere, perché visto i santi patroni che ha alle spalle non gli sarà difficile entrare in qualsiasi altro contesto lavorativo.
Per non parlar dell'inutile critica nostrana che sui quotidiani, mensili di prestigio e sulla carta igienica eleva peana all'inventiva della nuova generazione e poi quando pubblica saggi su editori importanti si da la zappa sui piedi e confessa, senza rimorsi o incoerenze, che gli scrittori d'oggidì son tutti uguali e che non produrranno nulla di rimarchevole.
Ripeto: cazzo vogliono?
Mi sembrano tutti, ma proprio tutti, affetti dalla sindrome di Penelope. Di giorno fanno e di notte disfano.
P.S.
Caro Roberto, veniamo a noi. Converrai tu stesso che Generazione di perplessi lascia perplessi. Che non è assolutamente la tua cosa migliore. Ti vedo nella dimensione più lunga, quella del romanzo. Questi sono raccontini-ini, nel senso che offrono una visione del mondo allargata, ma profondamente risaputa.
Accetta un consiglio: non correr dietro alla moda corrente, quella per cui i dementi di cui sopra s'affannano a denigrare, ma poi ne fanno parte. Prova a rivedere il tuo mondo da un'ottica più privata e personale. E non costringere un Vichi, nella quarta di copertina, a parlare di Morte. Sarà pure una generazione di perplessi (ma tu quale racconti, visto che hai ormai cinquant'anni?), ma l'arte del sopravvivere mi piace di più di quella che s'industria per lasciarsi morire.
Con affetto.
Adesso te becchi un giudizio negativo.
di Alfredo Ronci
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Carenze di futuro
Zona, Pag. 107 Euro 12,00Dice il protagonista del romanzo in questione, che riporta una dichiarazione di un suo amico, che a sua volta cita lo scrittore francese Jean Patrick Manchette: Il noir è un genere letterario. E' la grande letteratura morale della nostra epoca.
A dire che Manchette ha esagerato, di questi tempi, è un azzardo: personalmente propenderei per 'l'immoralità' della letteratura erotica, ma si celia comunque (anzi, noi celiamo, gli scrittori di noir si prendono molto sul serio).
Il rumore della terra che gira
Perdisa pop, Pag. 112 Euro 12,00Scrive sull'inserto libri de Il sole 24 ore Nicola Lagioia (scrittore esageratamente sopravvalutato e che è stato il più votato nel referendum tra i 'critici' – che parolona! - fatto dal giornale sugli scrittori italiani under 40: ... la nostra non è forse più terra da neorealismo o da neoavanguardia o da post-moderno; è piuttosto una sorta di incubo di Hieronymus Bosch con sottofondo di jingle pubblicitari, una dimensione in cui prima non eravamo mai stati.
Mi pare un mare di sciocchezze,
Come un film francese
Del Vecchio editore, Pag. 134 Euro 14,00Riecco Saporito e riecco l’editore Del Vecchio. Due scommesse in realtà e, forse, due modi di intendere la letteratura. Ma qui ci troviamo a dover parlare di libri e non di politica del libro. Quindi non alziamo barriere e manteniamoci bassi.
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