RECENSIONI
Vania Lucia Gaito
Viaggio nel silenzio. I preti pedofili e le colpe della chiesa.
ChiareLettere, Pag.273 Euro 13,00
Diceva Quelo (o Quèlo): c'è grossa crisi. Aggiungerei: c'è grande disinformazione. Insisterei: c'è una sorta di regime della notizia. E per finire: c'è la Chiesa.
Facile riduzionismo questo, obietterà qualcuno, se non addirittura anticlericalismo più becero. Ma allora qualcuno mi spieghi perché la gente confonde l'omosessualità, con la pedofilia. Allora qualcuno mi spieghi perché un sito gay (www.gay.it), in relazione ad un rapporto tra un quarantenne e un sedicenne ha parlato di pedofilia. E allora qualcuno mi spieghi perché la gente quando si tratta di violenza sui minori parla ancora di mostri della strada. E allora qualcuno mi spieghi perché la Chiesa non vuole ammettere che al suo interno vi è una cospicua percentuale di pedofili. Allora qualcuno mi spieghi perché si commette ancora l'errore di pensare che un pedofilo è tale perché ha subito violenza durante l'infanzia. E allora qualcuno mi spieghi perché un cardinale che ha coperto lo scandalo pedofilia a Boston ce lo ritroviamo a Santa Maria Maggiore a Roma.
E infine: qualcuno mi spieghi perché questo testo non debba essere adottato nelle scuole per cercare di far capire agli studenti, in modo intellettualemente onesto, la sostanza del problema.
Perché dell'elenco che ho fatto, tranne qualche mia personale intromissione, dovuta anche alla cattiva abitudine di farmi gli affari degli altri, vi è risposta adeguata: e in più una dettagliata cronaca delle vicende che ha visto per protagonisti non proprio integerrimi rappresentanti della Santa Romana Chiesa (con le maiuscole mi raccomando, se no i credenti se la prendono a male).
Il vero e proprio 'orrore' del libro non sta nell'ampiezza di un fenomeno che ha per involontari protagonisti dei bambini (una recente inchiesta pubblicata su un blog americano antipedofilo da parte del gruppo AbsoluteZero informava che per il 42 per cento i pedofili avevano immagini di bimbi tra i 6 e i 12 anni, che per il 39per cento avevano immagini di bimbi tra i 3 e i 5 anni e che per il 19 per cento avevano immagini di neonati o comunque bimbi di età inferiore ai 3 anni) e che di per sé è già assai disgustoso, quanto nella sistematica copertura che il Vaticano attua nei confronti di episodi del genere e che vedono coinvolti dei preti. Perché è consuetudine della Chiesa, che si sappia, preferire l'allontanamento definitivo dei propri membri in caso di richiesta di matrimonio, ma 'ricoverare' le proprie creature colpevoli di pedofilia e magari cambiarle solo di sede.
Viaggio nel silenzio è un'opera moralmente ineccepibile. Sacrosantamente 'irriguardosa' nei confronti dei centri di potere, e giustamente garantista nei confronti dei più deboli ed indifesi. Per questo, in precedenza, lo si consigliava nelle scuole: perché i ragazzi abbiano finalmente percezione del mondo e delle violenze che vi si esercitano senza il filtro censorio dell'informazione e della cattiva 'suggestione'.
Le storie e le testimonianze di questo libro raccontano davvero un altro mondo: quello che non lo si vorrebbe rappresentare perché troppo distante dall'idea secolare della Chiesa e di quelli che vi gravitano dentro e attorno.
L'espressione 'Viaggio nel silenzio' ovviamente si contrappone al coraggio di parlare, che è cosa ancora trascurabile rispetto alla dimensioni del fenomeno pedofilia, ma come diceva George Orwell: in tempi di menzogna universale (tanto per dirne due: qualcuno di voi sa forse che fine ha fatto Don Gelmini, tanto amico di Berlusconi, Fini e Gasparri, dopo l'accusa di molestie sessuali, e in quale 'paradiso' confessionale si trovi? Qualcuno di voi sa cosa ha detto nel recente viaggio negli Usa papa Benedetto a proposito del numero impressionante dei preti pedofili nelle terre d'oltreoceano?) dire la verità diventa un atto rivoluzionario.
E' questa la rivoluzione che ci piace: quella di non avere peli sulla lingua, perché davvero la lingua può far più male di un'arma. Una rivoluzione che non prevede spargimenti di sangue, ma la circolazione della verità.
Quando alcuni storici affermarono che Santa Romana Chiesa e soprattutto Pio XII non avevano adeguatamente contrastato il regime fascista sul problema della legislazione razziale e su quello delle deportazione degli ebrei, s'era levato uno scudo di proteste da parte di un'ampia parte della società cattolica. Vorrei che di fronte alle accuse della Gaito si levasse un grido di indignazione altrettanto consistente. Mi viene il dubbio che non sarà così, perché mai come in questo caso il silenzio è adeguato compagno della menzogna. E della censura.
di Alfredo Ronci
Facile riduzionismo questo, obietterà qualcuno, se non addirittura anticlericalismo più becero. Ma allora qualcuno mi spieghi perché la gente confonde l'omosessualità, con la pedofilia. Allora qualcuno mi spieghi perché un sito gay (www.gay.it), in relazione ad un rapporto tra un quarantenne e un sedicenne ha parlato di pedofilia. E allora qualcuno mi spieghi perché la gente quando si tratta di violenza sui minori parla ancora di mostri della strada. E allora qualcuno mi spieghi perché la Chiesa non vuole ammettere che al suo interno vi è una cospicua percentuale di pedofili. Allora qualcuno mi spieghi perché si commette ancora l'errore di pensare che un pedofilo è tale perché ha subito violenza durante l'infanzia. E allora qualcuno mi spieghi perché un cardinale che ha coperto lo scandalo pedofilia a Boston ce lo ritroviamo a Santa Maria Maggiore a Roma.
E infine: qualcuno mi spieghi perché questo testo non debba essere adottato nelle scuole per cercare di far capire agli studenti, in modo intellettualemente onesto, la sostanza del problema.
Perché dell'elenco che ho fatto, tranne qualche mia personale intromissione, dovuta anche alla cattiva abitudine di farmi gli affari degli altri, vi è risposta adeguata: e in più una dettagliata cronaca delle vicende che ha visto per protagonisti non proprio integerrimi rappresentanti della Santa Romana Chiesa (con le maiuscole mi raccomando, se no i credenti se la prendono a male).
Il vero e proprio 'orrore' del libro non sta nell'ampiezza di un fenomeno che ha per involontari protagonisti dei bambini (una recente inchiesta pubblicata su un blog americano antipedofilo da parte del gruppo AbsoluteZero informava che per il 42 per cento i pedofili avevano immagini di bimbi tra i 6 e i 12 anni, che per il 39per cento avevano immagini di bimbi tra i 3 e i 5 anni e che per il 19 per cento avevano immagini di neonati o comunque bimbi di età inferiore ai 3 anni) e che di per sé è già assai disgustoso, quanto nella sistematica copertura che il Vaticano attua nei confronti di episodi del genere e che vedono coinvolti dei preti. Perché è consuetudine della Chiesa, che si sappia, preferire l'allontanamento definitivo dei propri membri in caso di richiesta di matrimonio, ma 'ricoverare' le proprie creature colpevoli di pedofilia e magari cambiarle solo di sede.
Viaggio nel silenzio è un'opera moralmente ineccepibile. Sacrosantamente 'irriguardosa' nei confronti dei centri di potere, e giustamente garantista nei confronti dei più deboli ed indifesi. Per questo, in precedenza, lo si consigliava nelle scuole: perché i ragazzi abbiano finalmente percezione del mondo e delle violenze che vi si esercitano senza il filtro censorio dell'informazione e della cattiva 'suggestione'.
Le storie e le testimonianze di questo libro raccontano davvero un altro mondo: quello che non lo si vorrebbe rappresentare perché troppo distante dall'idea secolare della Chiesa e di quelli che vi gravitano dentro e attorno.
L'espressione 'Viaggio nel silenzio' ovviamente si contrappone al coraggio di parlare, che è cosa ancora trascurabile rispetto alla dimensioni del fenomeno pedofilia, ma come diceva George Orwell: in tempi di menzogna universale (tanto per dirne due: qualcuno di voi sa forse che fine ha fatto Don Gelmini, tanto amico di Berlusconi, Fini e Gasparri, dopo l'accusa di molestie sessuali, e in quale 'paradiso' confessionale si trovi? Qualcuno di voi sa cosa ha detto nel recente viaggio negli Usa papa Benedetto a proposito del numero impressionante dei preti pedofili nelle terre d'oltreoceano?) dire la verità diventa un atto rivoluzionario.
E' questa la rivoluzione che ci piace: quella di non avere peli sulla lingua, perché davvero la lingua può far più male di un'arma. Una rivoluzione che non prevede spargimenti di sangue, ma la circolazione della verità.
Quando alcuni storici affermarono che Santa Romana Chiesa e soprattutto Pio XII non avevano adeguatamente contrastato il regime fascista sul problema della legislazione razziale e su quello delle deportazione degli ebrei, s'era levato uno scudo di proteste da parte di un'ampia parte della società cattolica. Vorrei che di fronte alle accuse della Gaito si levasse un grido di indignazione altrettanto consistente. Mi viene il dubbio che non sarà così, perché mai come in questo caso il silenzio è adeguato compagno della menzogna. E della censura.
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