RECENSIONI
Sandro Veronesi
X Y
Fandango, Pag. 394 Euro 19,50
Credo che cucinare e scrivere siano forme di arte simili; mi piace cucinare, è bello, come scrivere. Prendere gli ingredienti, annusarli, amalgamarli, toccarli e vedere che si costruisce, che si crea qualcosa.
Adoro il tiramisù, lo faccio con i pavesini e mescolo il mascarpone con la panna. Indubbiamente è il mio dolce preferito, nonché quello che mi viene meglio, magari non piacerà a tutti. Poi in generale adoro le spezie, cosa che ho imparato a conoscere e a gustare nel tempo. In generale preferisco il pepe nero che mescolo piacevolmente con varie tipologie di pasta e carne. Penso che Veronesi abbia cotto i suoi ingredienti con la medesima passione. Inventa un paese sperduto tra le montagne del Trentino, Borgo San Rocco che ha una forma di una X e una Y sovrapposte. Inventa una strage, 11 persone morte nel mezzo del bosco e un disperso, morte tutte in modo diverso e assolutamente non compatibile con ora, luogo, e scena del crimine. E allora la procura va nel panico cercando di depistare le indagini, per trovare un bandolo della matassa che non c'è. I protagonisti sono due, il prete del borgo e una giovane psichiatra alla quale si è riaperta una misteriosa cicatrice che si era fatta da anni, in circostanze strane, e con la quale ancora non aveva chiuso i conti. Qui parte il bailamme di situazioni assurde nella descrizione dei comportamenti, dei personaggi di questo luogo ameno, forse dimenticato da Dio e ricordato/abbandonato da quel San Giuda Taddeo troppo spesso confuso con il traditore. Si descrive una subcultura montana fatta di isolamento e di omeostasi mantenuta con lo "sputo" e che, inevitabilmente, la strage romperà. Riflessioni di psicologia e psichiatria discrete, qualcuna interessante, ma... non era un giallo???
Mi sono appassionato a questo libro incontrandolo in rete, sbattendoci contro e mi sono perso a leggere indizi di questo misteriosa strage. Qualcosa che mi ricordava Twin Peaks, ma in quel famoso serial il paranormale, l'esoterico e il tenebroso erano sempre ben presenti, per cui quando si arriva al finale lo si accetta, lo si può comprendere. Questo libro parte per essere un giallo, diventa un miscuglio di riflessioni filosofico-esistenziali con un finale/non finale sicuramente non realista. Il patto letterario tra scrittore e lettore va dunque a farsi fottere. In un giallo che si rispetti non si può, ad esempio, attribuire il delitto al Grande Puffo (a meno che non sia il soprannome di qualcuno)!!! E per favore non mi si venga a raccontare che le regole devono essere infrante e che chi non lo fa è rigido. Le regole servono a comprendersi e a convivere (linguaggio, rispetto, codici vari, regole non scritte, educazione). Veronesi rompe le regole, ma non in maniera costruttiva, non le rispetta e il romanzo diventa privo di valore. Se lo scopo era di esprimere certe riflessioni e quindi far pensare al soprannaturale (divino o diabolico) bisognava meglio cucinare il tutto, scegliere ingredienti diversi, se invece era fare un giallo, ecco che tutto cambia. È venuto fuori un miscuglio né carne né pesce.
XY è un libro che non è né X, né Y, ma la matematica non è una opinione e una variabile che risulti ambigua porta sempre a un risultato errato. Un po' come se condissi il mio tiramisù con abbondante pepe nero!
di Enrico Delli Compagni
Adoro il tiramisù, lo faccio con i pavesini e mescolo il mascarpone con la panna. Indubbiamente è il mio dolce preferito, nonché quello che mi viene meglio, magari non piacerà a tutti. Poi in generale adoro le spezie, cosa che ho imparato a conoscere e a gustare nel tempo. In generale preferisco il pepe nero che mescolo piacevolmente con varie tipologie di pasta e carne. Penso che Veronesi abbia cotto i suoi ingredienti con la medesima passione. Inventa un paese sperduto tra le montagne del Trentino, Borgo San Rocco che ha una forma di una X e una Y sovrapposte. Inventa una strage, 11 persone morte nel mezzo del bosco e un disperso, morte tutte in modo diverso e assolutamente non compatibile con ora, luogo, e scena del crimine. E allora la procura va nel panico cercando di depistare le indagini, per trovare un bandolo della matassa che non c'è. I protagonisti sono due, il prete del borgo e una giovane psichiatra alla quale si è riaperta una misteriosa cicatrice che si era fatta da anni, in circostanze strane, e con la quale ancora non aveva chiuso i conti. Qui parte il bailamme di situazioni assurde nella descrizione dei comportamenti, dei personaggi di questo luogo ameno, forse dimenticato da Dio e ricordato/abbandonato da quel San Giuda Taddeo troppo spesso confuso con il traditore. Si descrive una subcultura montana fatta di isolamento e di omeostasi mantenuta con lo "sputo" e che, inevitabilmente, la strage romperà. Riflessioni di psicologia e psichiatria discrete, qualcuna interessante, ma... non era un giallo???
Mi sono appassionato a questo libro incontrandolo in rete, sbattendoci contro e mi sono perso a leggere indizi di questo misteriosa strage. Qualcosa che mi ricordava Twin Peaks, ma in quel famoso serial il paranormale, l'esoterico e il tenebroso erano sempre ben presenti, per cui quando si arriva al finale lo si accetta, lo si può comprendere. Questo libro parte per essere un giallo, diventa un miscuglio di riflessioni filosofico-esistenziali con un finale/non finale sicuramente non realista. Il patto letterario tra scrittore e lettore va dunque a farsi fottere. In un giallo che si rispetti non si può, ad esempio, attribuire il delitto al Grande Puffo (a meno che non sia il soprannome di qualcuno)!!! E per favore non mi si venga a raccontare che le regole devono essere infrante e che chi non lo fa è rigido. Le regole servono a comprendersi e a convivere (linguaggio, rispetto, codici vari, regole non scritte, educazione). Veronesi rompe le regole, ma non in maniera costruttiva, non le rispetta e il romanzo diventa privo di valore. Se lo scopo era di esprimere certe riflessioni e quindi far pensare al soprannaturale (divino o diabolico) bisognava meglio cucinare il tutto, scegliere ingredienti diversi, se invece era fare un giallo, ecco che tutto cambia. È venuto fuori un miscuglio né carne né pesce.
XY è un libro che non è né X, né Y, ma la matematica non è una opinione e una variabile che risulti ambigua porta sempre a un risultato errato. Un po' come se condissi il mio tiramisù con abbondante pepe nero!
di Enrico Delli Compagni
Dello stesso autore
Sandro Veronesi
Baci scagliati altrove
Fandango, Pag. 185 Euro 13,00Leggi 'Profezia', racconto d'apertura della raccolta – è il caso di dirlo, essendo testi scritti negli anni – dell'ultimo libro di Sandro Veronesi, Baci scagliati altrove: e rischi quasi di essere d'accordo con il venditore di fumo che al Corsera inventa casi cosiddetti letterari per mettere in moto la macchina delle vendite di un mercato altrimenti asfittico – i libri buoni interessando ai soliti quattro gatti e poco più. E invece è davvero un racconto forte, quello di Veronesi
CERCA
NEWS
-
12.11.2024
La nave di Teseo.
Settembre nero. -
12.11.2024
Tommaso Pincio
Panorama. -
4.11.2024
Alessandro Barbero
Edizioni Effedi. La voglia dei cazzi.
RECENSIONI
-
Han Kang
La vegetariana
-
Han Kang
Atti umani
-
Giuliano Pavone
Per diventare Eduardo
ATTUALITA'
-
Ettore Maggi
La grammatica della Geopolitica.
-
marco minicangeli
CAOS COSMICO
-
La redazione
Trofeo Rill. I risultati.
CLASSICI
CINEMA E MUSICA
-
Marco Minicangeli
La gita scolastica
-
Marco Minicangeli
Juniper - Un bicchiere di gin
-
Lorenzo Lombardi
IL NERD, IL CINEFILO E IL MEGADIRETTORE GENERALE
RACCONTI
-
Fiorella Malchiodi Albedi
Ad essere infelici sono buoni tutti.
-
Roberto Saporito
30 Ottobre
-
Marco Beretti
Tonino l'ubriacone