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Il Paradiso degli Orchi
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Recensioni

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Katharine M.Rogers

Storia sociale dei gatti

Bollati Boringhieri, Pag. 195 Euro 16,00

Mario Canciani, il compianto sacerdote che benediva gli animali il giorno di Pasqua (confessore pure di Andreotti, ma per quest'ultima 'attività' molto meno compianto), in un libro di tanti anni fa L'arca di Noè definiva il Levitico, cioè il terzo libro della Bibbia, una sorta di mattanza anumalesca, un mattatoio senza fine e senza pietà.
Non esclusi da questa carneficina i gatti: ma se si esclude l'antico Egitto e Maometto che insegnava che Allah pretendeva gentilezza non solo verso gli esseri umani, ma verso tutte le creature

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Laszló F.Földényi

Dostoevskij legge Hegel in Siberia e scoppia a piangere.

Il melangolo, Pag. 59 Euro 8,00

Nel 1849 Dostoevskij fu arrestato insieme ad alcuni membri del gruppo detto dei 'Petrasevcy'. Tra i capi di accusa vi era quello di aver letto in una riunione una lettera 'piena di sfrontate espressioni contro la chiesa ortodossa e i poteri supremi' che Vissanon G. Belinskij, famosissimo critico letterario di quei tempi, aveva indirizzato a Gogol dopo la pubblicazione dei Brani scelti della corrispondenza con gli amici nei quali l'autore de Le anime morte aveva chiaramente enunciato la sua conversione alle idee reazionarie. Il processo dei 'Petrasevcy' finì con la condanna a morte di alcuni degli accusati, tra i quali lo stesso Dostoevskij.

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Simone Ungaro

All'improvviso mi mancano tutti

Edizioni Polìmata, Pag. 84 Euro 10,00

Freschissima di stampa, questa raccolta di otto racconti brevi offre frammenti di storie colte nella dimensione della quotidianità. Della quotidianità hanno il linguaggio, diretto e semplice, e l'accostamento apparentemente incongruo di frasi significative e dettagli banali, con un effetto spiazzante che moltiplica come un'eco le emozioni del primo impatto. Della quotidianità c'è anche il pathos dell'essere comunque sempre esposti al rischio dell'imprevisto, dell'indesiderato, di tutto quanto può esservi di sgradevole e disarmonico.

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Jacques Vaché

Lettere di guerra. Ad André Breton e ad altri surrealisti

Duepunti Edizioni, Pag. 80 Euro 6,00

Scopriamo un personaggio incredibile: surrealista ante litteram, fonte d'ispirazione prima per Breton e compagni, morto a ventiquattro anni per una forse involontaria overdose di oppio. Jacques Vaché (Lorient, 1895 – Nantes, 1919), studente delle Belle Arti, resistette al fronte soffrendo per l'obbligo di rappresentare la nazione in guerra: anarchico in divisa, si prendeva gioco della vita e della morte, sognando la libertà. Scriveva ai suoi amici, e queste lettere – spesso illustrate, come potrete apprezzare nella bella edizione Duepunti – sono tutto quel che esiste e rimane della sua opera.

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A. Klimowski, D. Schejbal

Il maestro e Margherita

Guanda Graphic, Pag. 128 Euro 16,00

Dalì non hai mai rischiato di essere un grande pittore, ma era uno che sapeva tutto sull'avidità: il suo anagramma (e un anagramma vale sempre più di venti anni di psicanalisi per conoscere un carattere e un destino) era non a caso 'Avar Dollars'.
Ne sapeva così tanto che, a sfregio delle modeste visioni degli economisti moderni, i quali insegnano che sul medio termine siamo tutti morti, quando parlava di successo, e di successo commerciale, intendeva qualcosa come una cassa continua, una fonte di guadagno inesauribile:

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Francesco Recami

Il superstizioso

Sellerio, Pag. 199 Euro 12,00

Camillo ha una vita ordinaria. Ha un negozio di calzature ereditato dal padre, nel quale lavorano due commesse. Una delle due, la Valeria, gli presta anche dei servigi particolari, che Camillo paga extra. Ha una moglie, Teresa, con la quale si è sposato dopo anni di fidanzamento. Una BMW parcheggiata in garage e nessuna grande aspettativa futura.
Ogni giorno Camillo va in negozio a piedi, e per farlo deve percorrere un cavalcavia sotto al quale passano dei binari di una ferrovia.

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René Char

Lettera amorosa

Archinto, Pag. 104 Euro 15,00

Nessuno può negare che un libro sia prima di tutto un oggetto. Se così non fosse, l'avvento dell'informatica avrebbe già fatto sparire la carta. Invece no. Prima ancora di essere un testo un libro è un oggetto capace di stimolare tutti i nostri sensi: vista, tatto, udito (il fruscio della carta), olfatto (nessun vero bibliofilo negherà di aver annusato metodicamente ogni suo libro), gusto (non so se qualcuno arriva ad assaggiare i libri, ma il voltare le pagine con il dito umettato di saliva implica già un contatto di lingua). E infine il suo peso, la massa, la compattezza, suscitano complesse sensazioni di tipo propriocettivo attraverso i movimenti con cui viene maneggiato.

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Mario Pincherle

Katherine Mansfield, una strana morte

Verdechiaro edizioni, Pag. 160 Euro 12,90

Dispiace sempre dover parlare male di un libro. Dispiace soprattutto se l'autore è un personaggio stimabile. La sua traduzione del Vangelo apocrifo di Tommaso ad esempio è quanto di più bello si possa leggere da un punto di vista spirituale. Ed è proprio da quel Vangelo che dovremo prendere spunto per porre in risalto le contraddizioni che, in questo nuovo libro, contraddistinguono il pensiero di Pincherle. Innanzitutto, il valore letterario in sé di questo romanzo è praticamente nullo. La scrittura è al limite dell'imbarazzante, da compito in classe di un ragazzino delle medie.

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Wynton Marsalis

Come il jazz può cambiarti la vita

Feltrinelli, Pag. 155 Euro 14,00

È buffo pensare che il jazz possa cambiarci la vita, anche perché la maggior parte delle volte, e soprattutto dalla maggior parte delle persone, viene visto come un genere elitario, quasi inarrivabile in alcune sue sfumature.
Il jazz a cui ci stanno abituando è quello fatto per bar pieni di belle cravatte e docili scollature che portano trionfalmente tra una risata e un bacio sulla guancia un bicchiere di un qualsiasi bevanda colorata preparata da barman dai denti perfetti e orecchini luccicanti.

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A cura di F.Coniglio e A.Veneziani

Metti un tigre nel motore. L'immaginario pop degli anni 60/70

Coniglio Editore, Pag.192 Euro 24,50

Detta così la cosa potrebbe essere insensata, ma gli anni sessanta hanno innumerevoli immaginari. Qualche giorno fa mi sono rivisto una vecchia puntata di Sfide, un programma Rai che se uno ha pazienza di pescarlo nella programmazione impazzita di Rai Tre può riservare delle bellissime sorprese. Era dedicata alla carriera e alla tragedia di un grande del calcio italiano appunto degli anni sessanta: Gigi Meroni. Il calciatore prima del Genoa e poi del Torino che fece innamorare uomini e donne per il suo anticonformismo,

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