RECENSIONI
Luca Martini
La Geometria degli Inganni
Voras edizioni, Pag. 153 Euro 12,50
Avverte Gianluca Morozzi nella prefazione (una lettera aperta all'autore e ai lettori) "...non lo sai, non l'hai sentito dire dagli editori, dagli editor, dagli addetti ai lavori... i racconti in Italia non vanno?".
Sacrosanta verità perché si parla di un paese che della mancanza di memoria storica è riuscita a farne virtù; abitato da persone che in fondo hanno sempre invidiato il giardino del vicino, e che sono sempre riusciti a cucirsi addosso culture che non gli appartengono; persone che hanno scordato la grande tradizione novellistica italiana, roba da togliersi il capello e non rimetterselo più!Poco importa. Luca Martini, oltre alla storia, ha anche la penna dalla sua parte, e un tratto lieve, una disarmante armonia con cui tratteggia le difficoltà di comunicare (e a volte di vivere).
Disarmante come se dietro la meraviglia per un bel sorriso, si celasse la certezza di una vecchia dentiera.
Le regole del racconto vogliono una certa misura e una certa complicità con i giocatori-lettori che accettano di trovarsi, già nelle prime righe, in una situazione ben determinata. Martini sembra riuscire a parlare con ogni lettore e raccontargli un suo personalissimo, disincantato ricordo. I tredici racconti del libro parlano di normalità, di quotidianità imperfette, o improvvisamente rotte da qualcosa. Non è, infatti, un' ardua impresa ritrovare tra le pagine un certo sentore di Carver, seppure saggiamente reinventato da uno stile già autoriale.
Che Luca Martini sa scrivere, e bene, lo si è detto, e anche della sua capacità di emozionare e di toccare certe corde (sembra) con naturalezza, come nel racconto "Simba" o nel "Un comunista".
Ma visto che stiamo parlando di una raccolta di racconti e non di un'opera unica è inevitabile non trovare nel volume, punti più alti, e altri che lo sono di meno, come quelli in cui l'autore sembra volere accompagnare troppo per mano il lettore, sfinendolo con situazioni o battute a ripetizioni.
Ci pare, inoltre, del tutto da correggere un atteggiamento, un certo indugio nell'autobiografismo, che ci sembra uno sbrago su facili "mode contemporanee"; e che, soprattutto, non è sentito veramente dall'autore. Il racconto, si diceva, vuole una certa misura; talvolta anche la giusta distanza, e non è un caso se tra i racconti più riusciti dell'antologia ("Coppie") l'autore fa parlare una donna, e le fa confessare i suoi serrati pensieri durante una serata di scambisti.
Nella prefazione, Morozzi mette in dubbio l'efficacia del titolo, che a suo dire non può far presa sulle donne (poco piacionico o acchiappesco direbbe Gigi Proietti); ma non sono d'accordo. In anni in cui anche i numeri soffrono di solitudine, gli inganni, con tenacia e un po' di fortuna, potranno di certo trovare la propria geometria, la propria quadratura del cerchio, ma si parla di titoli, e questi sono spesso ingannevoli, talvolta taglienti e infetti come una vecchia dentiera.
di Massimiliano Di Mino
Sacrosanta verità perché si parla di un paese che della mancanza di memoria storica è riuscita a farne virtù; abitato da persone che in fondo hanno sempre invidiato il giardino del vicino, e che sono sempre riusciti a cucirsi addosso culture che non gli appartengono; persone che hanno scordato la grande tradizione novellistica italiana, roba da togliersi il capello e non rimetterselo più!Poco importa. Luca Martini, oltre alla storia, ha anche la penna dalla sua parte, e un tratto lieve, una disarmante armonia con cui tratteggia le difficoltà di comunicare (e a volte di vivere).
Disarmante come se dietro la meraviglia per un bel sorriso, si celasse la certezza di una vecchia dentiera.
Le regole del racconto vogliono una certa misura e una certa complicità con i giocatori-lettori che accettano di trovarsi, già nelle prime righe, in una situazione ben determinata. Martini sembra riuscire a parlare con ogni lettore e raccontargli un suo personalissimo, disincantato ricordo. I tredici racconti del libro parlano di normalità, di quotidianità imperfette, o improvvisamente rotte da qualcosa. Non è, infatti, un' ardua impresa ritrovare tra le pagine un certo sentore di Carver, seppure saggiamente reinventato da uno stile già autoriale.
Che Luca Martini sa scrivere, e bene, lo si è detto, e anche della sua capacità di emozionare e di toccare certe corde (sembra) con naturalezza, come nel racconto "Simba" o nel "Un comunista".
Ma visto che stiamo parlando di una raccolta di racconti e non di un'opera unica è inevitabile non trovare nel volume, punti più alti, e altri che lo sono di meno, come quelli in cui l'autore sembra volere accompagnare troppo per mano il lettore, sfinendolo con situazioni o battute a ripetizioni.
Ci pare, inoltre, del tutto da correggere un atteggiamento, un certo indugio nell'autobiografismo, che ci sembra uno sbrago su facili "mode contemporanee"; e che, soprattutto, non è sentito veramente dall'autore. Il racconto, si diceva, vuole una certa misura; talvolta anche la giusta distanza, e non è un caso se tra i racconti più riusciti dell'antologia ("Coppie") l'autore fa parlare una donna, e le fa confessare i suoi serrati pensieri durante una serata di scambisti.
Nella prefazione, Morozzi mette in dubbio l'efficacia del titolo, che a suo dire non può far presa sulle donne (poco piacionico o acchiappesco direbbe Gigi Proietti); ma non sono d'accordo. In anni in cui anche i numeri soffrono di solitudine, gli inganni, con tenacia e un po' di fortuna, potranno di certo trovare la propria geometria, la propria quadratura del cerchio, ma si parla di titoli, e questi sono spesso ingannevoli, talvolta taglienti e infetti come una vecchia dentiera.
di Massimiliano Di Mino
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Luca Martini
Le mani in faccia
Voras edizioni, Pag. 137 Euro 13,00Nonostante tutto, la vita. Sembra essere questo il messaggio che aleggia in Le Mani in faccia, romanzo di Luca Martini, autore del quale abbiamo già avuto modo di parlare (e bene) nelle pagine del paradiso riguardo il suo precedente libro Le geometrie degli inganni.
Le mani in faccia è un romanzo formato da quattordici racconti autonomi che insieme narrano per episodi, per ricordi, i primi trent'anni del protagonista;
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