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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Pier Luigi Morelli

Efferato delitto oggi in cronaca.

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Si tolse gli occhiali, posò il giornale sgualcito e guardò verso il bancone del bar. Il proprietario gli volgeva le spalle e stava ordinando bottiglie sopra le mensole. Il ragazzo era sulla soglia del bagno a terminare le pulizie con la varechina. Se ne sentiva l'odore. Nessun altro in giro.

Veloce egli afferrò una manciata di tovagliolini di carta dal tavolo e si asciugò gli occhi e poi si soffiò il naso. Dette un colpo di tosse e sputò un grumo di saliva in un nuovo quadrato di carta. Stava per piangere, lo sentiva, e allora prese un'altra sigaretta e l'accese con un fiammifero tremante. Fissò la piccola brace indecisa e recitò fra sé: se non piangi ora di che pianger suoli? Non era sicuro dell'esattezza della citazione ma il concetto era quello. Come fa un uomo a uccidere con trentadue coltellate la donna della propria vita con la quale ha trascorso momenti felici e superato situazioni difficili, ha raggiunto l'orgasmo nello stesso momento di lei guardandola negli occhi provando un piacere ed una pace infinita e poi e poi...sfigurarla a martellate. Non resse all'immagine e si abbandonò ad un terremoto di singhiozzi. La tenda di lacrime lo costrinse a gettare sul tavolo una manciata di monete a caso. Si avviò quasi di corsa verso l'uscita spostando una sedia rovesciata su un tavolino e andando a battere contro la porta a vetri.

Fuori del bar tentò di leggere l'orologio e non ci riuscì. Ma erano sicuramente non più delle otto, l'orario canonico di chiusura per quel bar periferico e allora il sorriso allentò fino alla normalità le contrazioni del volto. Aveva ancora un'ora di luce e tutto il tempo per realizzare il suo progetto.



Appena in macchina egli si impose un respiro profondo tutto d'addome e continuò così per un paio di minuti poi mise in moto e si avviò per il percorso di tutti i giorni. A un isolato di distanza da casa propria si fermò e telefonò alla cliente per avvertirla dell'arrivo. Ripartì, voltò a destra ed entrò in una strada privata con due serie di villette tutte con mattoni a vista e mansardate. Parcheggiò di fianco all'ultimo cancello, quello con i due cani in ceramica sopra le colonne e lo trovò già spalancato. Aprì il portabagagli e prelevò un secchio di tempera e l'occorrente per dipingere. Percorse il breve vialetto indifferente all'arcobaleno di esuberanti fioriture estive. Davanti alla porta emise un breve sospiro e suonò con decisione. La donna in un abitino di cotone stampato a piccoli fiori si affacciò subito e si spostò per farlo entrare. L'uomo notò il pendant tra i colori del pettine infilato nella crocchia di capelli grigi marezzati di bianco e quella stoffa. Una donna se è molto femminile non smetterà mai di esserlo. La sua ospite lo dimostrava anche per il fard leggero sopra le rughe da novantenne. Era una bella vecchina, gentile e cortese. L'uomo rifiuto' con molto tatto tè e biscotti mentre sorrideva per gli elogi elargiti a pieni mani da quella sua cliente soddisfatta. Ed era giusto così perchè in effetti egli era un ottimo imbianchino ed aveva lavorato in quella villetta con materiali di qualità e col massimo scrupolo. Ed anche il prezzo era stato perfettamente congruo ed in più non le aveva conteggiato la tinteggiatura della piccola mansarda.

Mentre salivano le scale per il primo piano la padrona di casa non smise di ringraziarlo per quell'intervento di ritocco di cui lei non vedeva la necessità, ma si sa gli artisti sono meticolosi.

Nel corridoio l'uomo fece scendere la scaletta retrattile del sottotetto ed invitò la signora a tornare nel suo elegante soggiorno ma lei rifiutò. "Anche se non le sto vicino – disse – il sentirlo muovere mi fa compagnia"

"E' un piacere per me signora. Va bene, dicevo per lei."

"La ringrazio, ma perlomeno accenda la lampadina."

"Grazie ma vedo meglio la zona della parete lavorando controluce. Approfitto dell' ultimo sole."

L'uomo si mosse veloce. Depose tempera e attrezzi e con due passi silenziosi aprì la cassa con dentro quella meravigliosa carabina austriaca e le sue munizioni da tiro calibro 22 che riposavano lì da molti anni ed ancora efficienti data la perfezione del mantenimento. Estrasse dalla tasca della tuta una lattina da tabacco, la aprì, controllò il velo d'olio sul fondo, vi pose alcune pallottole , mise il coperchio ed agitò brevemente.

Lasciò l'olio riposare per qualche secondo e la sua mente ed il suo cuore tornarono a pensare alla sua cara ed amata mogliettina.

Erano laggiù sotto di lui a meno di trenta metri e stavano fumando sdraiati.

Certo, è vero, questa villetta non ha finestre sul lato di confine e poi il muro è alto.

Egli pensò questo ed aggiunse in un soffio imitando la voce sensuale di sua moglie :

"Chi vuoi ci veda, e poi lui verrà tardi, cena fuori, e poi che c'è di meglio con questo caldo che fare l'amore sull'erba come due animalacci."



L'uomo prese il telefonino e premette il tasto per ripetere il numero appena composto.

A terreno il telefonò squillò e la cara signora alla fine lo sentì e scusandosi prese a scendere.



Egli fissò la cinghia dell'arma all'avambraccio sinistro e si sdraiò sotto la finestrella spalancata appoggiando la canna della carabina al telaio di legno.

Aggiustò la posizione dell'intero corpo e prese la mira.

L'anello della diottra circondò per prima la tempia sinistra di lei.

Mai e poi mai egli l'avrebbe fatta soffrire e mai e poi mai avrebbe infierito su quel corpo tanto amato.







Pier Luigi Morelli



E' nato nel 1941 ed ha iniziato a scrivere negli anni del Liceo facendo anche traduzioni dal francese e tra molti testi "Madame Edwarda" di Bataille. Ha pubblicato con "Gremese", "Mursia" e rubriche fisse su "La Stampa". Il suo primo romanzo "Onore e morte. Algeria 1957" è uscito nel marzo 2011.





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