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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Giorgia Meriggi

In paradiso - Lovesong

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Si conoscono da cinque minuti, piacere, Emma, piacere, Fausto, ma sanno già che faranno l'amore. È il 9 novembre 1989, "una notte storica per i berlinesi e per il mondo intero. Cinquantamila persone hanno varcato da est verso ovest accolti dall'abbraccio fraterno di una città in festa ....Un fiume di folla in festa passa, i berlinesi dell'Ovest applaudono, tanti giovani, giovanissimi in festa che dell'Occidente, della libertà, sapevano solo quello che gli avevano raccontato i loro genitori. Guardate questo fiume di folla...questo fiume di folla che passa sotto gli occhi dei Vopos...c'è gioia, una gioia tranquilla, tanta gente stanotte è andata a fare festa a Berlino Ovest e poi stamattina è tornata al lavoro...libertà, libertà stanno scandendo..."



Il bilocale anni '60 è all'ottavo piano sulla circonvallazione milanese, in viale Toscana, civico 9. Una camera a sinistra, una a destra; in mezzo, cucina semiabitabile e bagno. La televisione è nella camera a destra, " ...ed ecco i primi colpi di piccone, sollevano solo polvere, per ora, ma il muro, questa visione kafkiana e concreta di quella che una volta era la cortina di ferro, da stanotte, non esiste più". In cinquanta metri quadrati scarsi di pavimento a graniglia marroncina e centocinquanta metri cubi di fumo misto ad aria, una trentina di ragazzi e ragazze ascoltano Paolo Frajese che parla di festa, di Occidente e libertà. Si, di libertà.., Sono tutti studenti: gli scettici, la maggioranza, provengono dalla Statale, i moderati dalla Cattolica e tre, molto scettici, dal Politecnico. In cucina, da una radio stereo, Joey Ramone canta che non vuole vivere di nuovo la sua vita, oh no. Non la rivivrai, Joey, non ti preoccupare. Una ragazza dai capelli castani, arruffati, pelle lucida e rossetto rosso sta rollando una canna. Qualcuno nomina il ceto medio, la borghesia; chi l'avrebbe detto che in un paio di decenni si sarebbe estinta. O suicidata. Cosa cambia. È la forbice sociale, che si allarga, e ci porterà tutti in America,

Emma e Fausto arrivano in cucina e prendono una birra italiana rossa. Poi si spostano all'ingresso, guardano le polaroid attaccate a un pannello di sughero: sono i ritratti che il padrone di casa scatta a tutti quelli che entrano per la prima volta. La loro foto risale a circa mezz'ora fa.



Whenever I'm alone with you

You make me feel like I am home again

Whenever I'm alone with you

You make me feel like I am whole again




Ora in cucina si sente la voce di Robert Smith. Nel quadrato della polaroid, Emma è inclinata come la torre di Pisa: sorride, le braccia dietro la schiena, il golfino nero, i capelli tinti con l'hennè, la frangetta tagliata corta, la minigonna scozzese, le calze in microfibra, gli anfibi, Nel quadrato della polaroid di Fausto, invece, tutto lo spazio è occupato dalla faccia in primissimo piano, si intuisce poco dell'acconciatura alla Beatles, ma si vedono bene gli occhi grigioazzurro,

Mentre nella stanza a destra il dibattito sul futuro dell'URRSS si inasprisce, Emma e Fausto sono solidali nel cercare argomenti di conversazione che li uniscano ed evitare quelli che potenzialmente potrebbero creare barriere; l'obiettivo comune, stasera, è scorciare le distanze.



Dove sei stato quest'estate?



In Scandinavia, con l'Inter Rail. Eravamo in tre, abbiamo dormito poche volte negli ostelli, perché costava troppo, a volte nelle stazioni o nei parchi.



E tu, dove sei stata?



A Londra e in Scozia.




A tutti e due piace il nord Europa, J.S. Bach, Edgar Alla Poe, H. P. Lovecraft, Videodrome; odiano le spiagge ad agosto, la musica latinoamericana, Oriana Fallaci, Sting e i film di Rhomer. Preferiscono i gatti ai cani, la birra al vino, la bicicletta alla moto, sono vegetariani, ma mangiano il pesce. Lei studia filosofia, lui fisica. Lui la prende in giro, ma è una scusa per innescare una schermaglia.



la scienza è obbiettiva, la filosofia è aria fritta...no, dai, l'ho detto apposta, non lo penso, mi piace Schopenhauer



e a me la teoria del caos




Fausto: che casino qua dentro



Emma: mi bruciano gli occhi



Whenever I'm alone with you

You make me feel like I am young again




Fausto: vuoi venire da me a vedere un film?



Emma: d'accordo. Il dubbio di apparire troppo disponibile. Finiamo la birra e usciamo.



Whenever I'm alone with you

You make me feel like I am fun again




Eccoli sulla strada, che attraversano correndo verso la fermata. Che fortuna, sta arrivando proprio adesso. Salgono e si siedono, lei davanti, lui dietro, ma girato verso di lei.



However far away I will always love you

However long I stay I will always love you

Whatever words I say I will always love you

I will always love you




Il clochard ha un sacchetto giallo del supermercato e un cartone di vino aperto. È una sua scelta, però, magari no, magari ha dei figli, anche lui è un figlio, chissà sua madre, chissà cosa gli è successo, siamo tutti colpevoli. La solitudine altrui favorisce in loro la confidenza, la compassione, complicità.. Un minuto di silenzio. Lui tace e la fissa, serio.



Fausto: mi piaci, Emma



Emma: si, anche tu



Si baciano. Si staccano, si sorridono, ricomincia no a baciarsi e non fanno altro fino al momento di scendere. Ora è tutto più facile. O più difficile? Mano nella mano, entrano nel portone, è una casa popolare. Salgono a piedi, Meglio che prendere l'ascensore: il neon potrebbe smascherare un granello di forfora, un foruncolo, un'imperfezione qualunque e chissà poi forse non mi vuole più.



Whenever I'm alone with you

You make me feel like I am free again




Questa è la mia casa, non è molto grande. Vieni. Si tolgono il giaccone, il cappotto, le sciarpe. Offrire qualcosa da bere e scegliere la musica è un rito preparatorio, è d'obbligo, come l'abito scuro in alcune circostanze.



Whenever I'm alone with you

You make me feel like I am clean again




Ora può iniziare l'esplorazione del territorio. È una conquista o un più innocuo viaggio? Si arriva sempre per nave, c'è qualcosa di marino nel sesso. La pelle, le dita, si celebrano con la lingua e le mani, le orecchie, i capelli, poi il collo, sono la spiaggia di una terra sconosciuta, Via i pullover, le magliette, resta un reggiseno. Per ora lasciamolo al suo posto, È strano il tuo ombelico, sembra una pallina, Il desiderio ordina l'avanzamento sul campo, di frontiera in frontiera, di foresta in vallata. Si, è una conquista, su di me hai piantato la tua bandiera. Proprio qui, sul mio cuore. Loro eseguono gli ordini, al desiderio non si obietta, giocano, si scambiano, nuotando si girano, Via tutto, i corpi sono nudi, stesi, a recitare il loro cantico dei cantici. I tuoi capezzoli sembrano bacche di rose canina, la tua bocca qua è fatta così. Sei l'isola misteriosa. Ti conosco da sempre. Nei miei sogni era così che ti immaginavo. Si assaggiano, si insediano l'uno nell'altra, è un prendere possesso, Una prima volta, poi ancora, fino all'alba.

Al ritorno - c'è sempre un ritorno - Emma guarda la città scorrere piano attraverso il vetro dell'autobus. È abbastanza pulito, per essere il finestrino della 90. Se fosse sporco, cambierebbe poco: la nebbia non risplenderebbe di meno, gli alberi non sarebbero meno vivi, la gente, sull'autobus, per strada, meno felice.



However far away I will always love you

However long I stay I will always love you

Whatever words I say I will always love you

I will always love you








Giorgia Meriggi



E'nata a MIlano. Laureata in filosofia con una tesi su D.A.F de Sade, vive sulle colline dell'Oltrepò Pavese con suo figlio e tre gatti. Per Stampa Alternativa è in corso di pubblicazione, insieme a Paolo Pedote, The Sex & the Yahoo Answers







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