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Il Paradiso degli Orchi
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Attualità

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Michele Lupo

E non ci sono nemmeno più i divi di una volta.

E non ci sono nemmeno più i divi di una volta. Quelli che il carisma non sai bene cos'è – anche perché va bene il paese che non ha bisogno di eroi, ma il democraticismo della sinistra ha preteso infine di piallare persino l'avvenenza -, quelli che andavi al cinema e ti costringevano a chiederti cosa ci fosse dentro quegli occhi, in quel modo di tenere la sigaretta (dio!, la sigaretta! in galera!).

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Stefano Torossi

Microcosmi

Via del Babuino 9 a Roma. Quasi tutti sappiamo che fino a qualche anno fa a quell'indirizzo c'era la sede della Rai. Bene, adesso lì c'è un lussuoso albergo che si chiama Hotel de Russie, e al pianterreno di questo lussuoso albergo c'è un lussuoso bar che si chiama Bar Stravinskij, e in questo lussuoso bar abbiamo fatto ingresso verso le sette e trenta del tardo pomeriggio di martedì 10 gennaio. Uscendo dalla vita reale ed entrando nel microcosmo.
Stravinskij c'entra solo per il nome, e non parleremo di musica se non per lamentarci di quella che ci ha tormentato per tutta l'ora e mezzo che siamo rimasti a bere il nostro Negroni, ottimo; stuz-zichini altrettanto buoni, servizio impeccabile.

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Alfredo Ronci

Datemi un martello. Che cosa ne vuoi fare? Lo voglio dare in testa a chi non mi va. (*)

Sogno sempre una domanda del genere: chi vorresti riempire di martellate ai coglioni? Non avrei dubbi a rispondere: Antonio D'Orrico, il 'critico' letterario di un noto quotidiano, lo stesso che Massimiliano Parente, uno scrittore che riempirei allo stesso modo di martellate ai coglioni, definì argutamente il software automatico del Corriere della Sera.
Vi chiederete, semmai ve ne importi, ma perché?

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Adriano Angelini Sut

Storie di ordinaria editoria italiana. Il povero scrittore medio piccolo.

Prendete l'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Vi ricordate le invettive lanciate da tutta la sinistra contro il conflitto d'interessi? Roba che da D'Alema a Santoro, passando per Sabina Guzzanti, Oliviero Di Liberto e Concitina De Gregorio, virando per Vauro, Marco Travaglio, 'Il Manifesto' (quelli col pugnetto neonato alzato), sotto la sapiente regia dell'ingegner De Benedetti/Repubblica e finendo non mi ricordo con quale altro illustre "intellettuale" (ah forse Ascanio Celestini [ma che nome è Ascanio, sembra uscito da una commedia di Molière?])

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Alfredo Ronci

Lo scrittore cinquantenne è come il dinosauro: c'è ma non esiste.

In questi giorni di festa c'è in giro per Roma un curioso manifesto: si promuove uno spettacolo, destinato soprattutto ai bimbi, dove si pubblicizza l'esistenza dei dinosauri e quindi una loro reale apparizione. Si tratta, ovvio, di una boutade, ma la curiosità dell'evento mi ha indotto ad una sorta di relazione con la situazione dello scrittore 'tardo'.
Per tardo intendo un 'intellettuale' sui cinquanta, che ne ha viste di tutti i colori, ma per una successione ininterrotta di ostacoli ed incomunicabilità si trova ad essere incompreso e non pubblicato (ogni riferimento a persone conosciute è del tutto casuale).

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La redazione

I migliori libri del 2011

Come ormai d'abitudine, ecco la classifica orchesca dei migliori libri dell'anno. Un lettore attento converrà sull'attenzione della redazione per la piccola e media editoria e soprattutto sullo sforzo (ma poi nemmeno tanto, è solo passione) di offrire un panorama estremamente eterogeneo e lontano da qualsivoglia referenza 'mercantile'. Sono suggerimenti preziosi per un Natale letterario coi fiocchi. E auguri, già che ci siamo.

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Stefano Torossi

I cent'anni di Nino Rota. L'Immacolata e la coppia Fiorello/Benigni.

Cent'anni dalla nascita di Nino Rota. E' un'occasione (anche se non siamo certo gli unici a occuparci di questo argomento) per farci una perplessa domanda su quell'ultimo gradino che è mancato a un dignitosissimo musicista come Nino Rota per arrivare in cima alla scala e diventare una star, tipo, da una parte, Puccini o Lloyd Webber, e dall'altra, per dire, Henry Mancini.
Perché è chiaro che qualcosa è mancato. L'accoppiata con un regista come Fellini, avrebbe dovuto essere più che sufficiente per innalzare questo suo collaboratore sulle vette, invece non è suc-cesso (magari, come dice qualcuno, è proprio colpa di Fellini).

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Michele Lupo

Oltre il Piano B

Ci sarebbe un modo leggero di leggere il libro di Gianfranco Franchi (L'arte del Piano b): intenderlo come un divertissment, non perché mero esercizio ludico, ma parodico "manuale di sopravvivenza" sentito e insieme ironico, appassionato ma divertito. Forse è il più lecito. Ma intanto non vorrei fare una "normale" recensione: niente libro bello, brutto o così così, secondo categorie che una volta sentii dalla bocca dell'ottimo ma non infallibile Cesare Garboli definire stupide

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Michele Lupo

Italiche macerie.

In molti non sopportano Flores D'Arcais, non solo a destra. Il Partito Deprimente, il maggiore sedicente di sinistra in Italia, lo guarda se possibile con astio e rancore peggiore di quanto non accada ai beceri fanatici fratellini minori di Craxi (con il quale, ad avviso del direttore di "MicroMega" principia il peggio della nostra storia recente). Più a sinistra, certo veteromarxismo, se ancora ve n'è uno, non ha simpatia per la sollecitazione sempre presente alla "società civile", che, ad avviso di chi scrive,

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Pina D'Aria

Castrati: la strampalata accozzaglia di babbascioni raccomandata dagli editori, raccoglitori o roditori? Castrati tutti.

Si fa Natale tra poco e i consigli per gli acquisti trasudano cul/tura, nel senso che bisogna turarsi il naso tanto puzzano di pupù i prodotti della scrittura massiva, che, va be' l'istruzione per tutti e l'ode che si leva al maestro Manzi, ma per favore, la volete smettere di bere tutto ciò che propina l'editoria italiana dei raccomandati e degli appartenenti a? La vogliamo finire con le Mazzantini stridenti e petulanti come foglie d'autunno, dolciastre e amareggiate già prima degli eventi e con una becera poesia dei lidi altrui e libici?

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