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Il Paradiso degli Orchi
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Recensioni

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Massimo Rizzante

Non siamo gli ultimi

Effigie, Pag 126 Euro 15,00

Qualcuno, mi pare Marco Belpoliti, ha detto di Massimo Rizzante che ha qualche tratto del flaneur – tipo verso il quale, ammesso che ve siano ancora in giro, nutrirei una certa simpatia. L'andamento di questo Non siamo gli ultimi in effetti è piuttosto errabondo, la qual cosa a mio avviso non sempre dà la forza necessaria alle proposizioni che contiene, che pure sono spesso interessanti, specie in un'epoca come la presente di critici embedded.

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Ariel Magnus

Un cinese a Buenos Aires

Gran via, Pag. 264 Euro 16,50

Sarebbe il caso di cambiar rotta, perché qui in Italia oltre che c'è poco da ridere, quelli che non la raccontano giusta dicono che a far 'sorridere' in questo paese dei cachi sia solo Stefano Benni. Ma andiamo! Un autore che non ho mai sostenuto e che al massimo può far divertire una batteria di polli (lo so, si dice in modo diverso, ma provate voi a scrivere in successione 'ridere-sorridere-divertire' senza ripetersi e nello stesso tempo cercando di suggerire qualcosa di sensato!).

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Johann Wolfgang Goethe

L'uomo di cinquant'anni

Castelvecchi, Pag.222 Euro 17,50

Diciamo la verità: ogni tanto una porzione del buon vecchio Goethe (come di ogni buon vecchio grande scrittore) è una boccata d'ossigeno. Parlando di Goethe ci si ricorda di Werther, di Faust, de Le affinità elettive. Meno noto è Anni di viaggio di Wilhelm Meisters ovvero I rinunzianti, e come dice il curatore Giovanni Sampaolo a proposito de L'uomo di cinquant'anni ...ragione della scarsa notorietà dello splendido racconto è il suo essere nascosto nel voluminoso e - per molti- farraginoso romanzo. Insomma, l'operazione consiste in questo: si sono estrapolati da Anni di viaggio...

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Camilla Läckberg

La principessa di ghiaccio

Marsilio, Pag. 458 Euro 18,50

La trans nella terza di copertina è stata definita la nuova Agatha Christie (si celia, ovviamente, ma l'aspetto da trans, col suo sguardo da cerbiatta persa, ce l'ha davvero). Com'è che si dice dalle nostre parti? Troppo hai da cavalcare.
La regina del delitto, per sua stessa ammissione, si definiva un'onesta artigiana: vero. Perché diciamocelo, la Christie non è che fosse una grande scrittrice. Il suo vocabolario, il suo stile ed il suo incedere narrativo erano da tema riuscito di un alunno di terza media, al massimo và, un quarto ginnasiale.

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Rachid Djaïdani

Viscerale

Giulio Perrone editore, Pag. 160 Euro 10,00

Tutto un po' troppo scontato.
Il pugile bello e atletico che è mal visto, pur se sfruttato in un mondo di sfruttati; che può tentare il riscatto nel cinema e che si trova al centro dell'invidia e delle incomprensioni degli altri. E che parla un po' come Gianni Minà: Ammirate – conferma – è questa la nobile arte, tutto è nello sguardo e nella rapidità dell'esecuzione, l'energia è così pura che potrebbe far girare una centrale nucleare per mille anni. Vedete, quei pugili erano ragazzi come voi e come me... venivano dal ghetto. Lasciati in disparte in un paese in cui i neri non valevano più dei cani. La boxe li ha sublimati e trasformati in profeti.

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Leon De Winter

SuperTex

Marcos y marcos, Pag. 317 Euro 10,00

Potremmo partire da una battuta di Woody Allen: Le difficoltà sono come la carta igienica: uno ne tira un foglio e ne vengono fuori dieci. E siamo anche in tema, perché De Winter racconta di un personaggio a cui ne succedono di cotte e di crude, ed è pure ebreo: e come si sa, la letteratura ebrea, come la cinematografia, o è noiosa fino alla morte o è straordinariamente divertente.
SuperTex (e già mi contraddico) non è lettura straordinariamente divertente, ma regala momenti esilaranti. Libriccino (per il suo formato, perché la presente è sì nuova edizione, ma nel formato paperback perché ristampa)

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Sara Vannelli

Guarda che me ne vado

Leconte, Pag. 168 Euro 12,00

Farsi prefare dalla Ravera può comportare dei rischi: nel senso che se la scrittrice sbanda, come spesso fa, è irrecuperabile. E qui nell'introduzione a Guarda che me ne vado, che crediamo primo libro di Sara Vannelli, ne combina una delle sue. Scrive: Quelli che compongono 'Guarda che me ne vado' non sono racconti. Eppure sono racconti (...) Però sono racconti: sono racconti perché raccontano. Le consiglierei uno psicoterapeuta (ne conosco uno in gamba, è stato pure su Rai Uno).

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Imre Kertész

Dossier K.

Feltrinelli, Pag. 191 Euro 16,00

"Mai, di fronte a un'opera d'arte o a una forma artistica, si rivela fecondo per la sua conoscenza il riguardo a chi la riceve. Non solo ogni riferimento a un pubblico determinato o ai suoi esponenti porta fuori strada: ma anche il concetto di un ricettore ideale è nocivo in tutte le indagini estetiche, poiché queste sono semplicemente tenute a presupporre l'esistenza e la natura dell'uomo in generale. Così anche l'arte si limita a presupporre la natura fisica e spirituale dell'uomo – ma, in nessuna delle sue opere, la sua attenzione. Poiché nessuna poesia è rivolta al lettore, nessun quadro allo spettatore, nessuna sinfonia agli ascoltatori."

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Linwood Barclay

Senza dirsi addio

Maestri del thriller - Piemme , Pag. 375 Euro6,50

Pare che questo primo romanzo di Barclay, giornalista canadese, abbia fatto sfracelli. E da un certo punto di vista ci rassicura un po': beh sì, da qualche tempo a questa parte, tranne i nomi doc della finzione (mi riferisco a Brown o agli immarciscibili di sempre), ci sembra che il mercato thriller/mistery sia completamente ad appannaggio del mercato nordico, soprattutto svedese (adesso Marsilio ha fatto uscire la Lackberg che è stata già definita la nuova Agatha Christie del giallo... vedremo, tanto noi orchi non ci facciamo sfuggire nulla).

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Alì Eteraz

Il bambino che leggeva il Corano

Newton Compton Editori, Pag. 284 Euro 14.90

Un altro dei casi editoriali, dopo quello della scrittrice Azadeh Moaveni, che la Newton Compton ha lanciato sul mercato italiano è quello di Alì Eteraz, di origini pakistane ma ormai cittadino americano, che con il suo romanzo autobiografico Il bambino che leggeva il Corano (Children of dust; a memoir of Pakistan) sta facendo conoscere al pubblico italiano aspetti della religione islamica che ben l'allontanano dallo stereotipo con cui la si vorrebbe rappresentare. La storia è autobiografica e comincia da Lahore, in Pakistan

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