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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Jo Nesbo

La ragazza senza volto

Piemme, Pag. 524 Euro 6,50
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Ahinoi, gli investigatori scandinavi sono arrivati anche nelle edicole e fra poco ce li venderanno a etti nelle macellerie o nei supermercati al posto della mozzarelle fosforescenti.

Si è sempre detto che l'Italia è un paese di poeti, santi, navigatori e commissari della Nazionale, ora della Scandinavia si può dire tranquillamente che è una penisola di biondi, di ubriachi e di commissari di polizia, al massimo investigatori privati.

Jo Nesbo (norvegese), già da noi trattato in occasione dell'uscita de La stella del diavolo e di Nemesi è, come si direbbe a Roma, una rogna o un cagnaccio.

Chiedetevi il perché.

Perché, involontariamente o no, ha costruito un personaggio ed una serie, ma da questo e da questa con sistematica nonchalance se ne allontana: mica è facile raccapezzarcisi.

In una precedente occasione avevamo detto che era un pochino intellettualoide perché citava spesso Aristotele e i Radiohead.

Beh in questo romanzo non lo fa. Anzi sembra che di studi classici non ne voglia proprio sapere. Per quanto riguarda la musica, sì, ci sono tracce, ma il povero Thom Yorke è messo un po' nel cantuccio.

In una precedente occasione abbiamo detto che ricorda l'Harry Bosch di connellyana memoria, ma a ben pensarci in questo romanzo non vi è 'riferimento' alcuno.

In una precedente occasione abbiamo detto che Nesbo è un punto di incontro tra la via scandinava al noir e quella americana (lo dice anche la quarta di copertina: Nesbo unisce pathos scandinavo e ritmo USAL'espresso): macché, ne La ragazza senza volto si attiene a problematiche e ad atmosfere tipicamente norvegesi.

Insomma, Nesbo è sfuggente. E' vero, non ha la capacità di fascinazione di Mankell o di Stieg Larsson ma, mai come in questo libro, riesce a tenere le redini della storia con maestria e professionalità.

Se si esclude che un sicario viene dalla vecchia Jugoslavia (precisamente da Zagabria) tutta la vicenda 'vive' in quel di Oslo, col freddo e la neve come protagonista e con l'alcool che spesso scorre a fiumi.

Si potrebbe definire il romanzo in questione, senza essere smentiti affatto, crepuscolare. A cominciare dal detective Harry Hole che ce la mette tutta a comportarsi in modo integerrimo, ma poi divorato dalle ombre dell'esistere e delle sue, come direbbe Totò, 'fregne', si lascia andare ad opere ed omissioni poco lecite. Ma ci rimane simpatico, nella sua mancanza di delirii di onnipotenza e di protagonismo (figuriamoci, non riesce a portarsi dietro nemmeno una pistola... ça va sans dire). E si ha la tentazione di rifrequentarlo... come quando sai che di una persona mai ti innamorerai, ma non puoi fase a meno del suo contatto fisico.



di Eleonora del Poggio


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Gustoso


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Jo Nesbo

Nemesi

Piemme, Pag.492 Euro 6,50

Evidentemente il problema è tutto mio: mi sono fatta un'idea della polizia (e in genere delle forze dell'ordine) sbagliata. Più insisto nel pensare che quelli che fanno i poliziotti non siano delle cime (in via indiretta lo diceva pure Pasolini nella sua famosa poesia sessantottina... ma a riguardo, se volete saperne di più, leggetevi la sinagoga del capo) e più mi imbatto in personaggi con un background indiscutibile. Ricordate Il commissario incantato di Maurizio Matrone dove avevamo incontrato un commissario che invece di prediligere Gigi D'Alessio era un fan accanito dei Bauhaus

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Jo Nesbo

Il leopardo

Stile libero Einaudi, Pag. 767 Euro 21,00

Certo, leggere un noir di più di settecento pagine mette un po' d'ansia, ma siamo in estate, le giornate sono più lunghe, c'è la possibilità di trascorrere le ore sotto l'ombrellone o sotto il sole col dolce rumore del mare... insomma, turbamento sì per la tonnellata di libro, ma tutto sommato c'è anche luogo e maniera per 'reggerlo'.
Su Nesbo, norvegese di Oslo e ormai, come tutti gli scandinavi che si trovano a scrivere di delitti, assurto a notorietà internazionale, ne abbiamo dette di tutti i colori.

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