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Giovanna Repetto

C'è vita nella fantascienza italiana? Incontro con Roberto Cera

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Ecco, è venuto il momento. Con un po’ di tremore, a questo punto del nostro viaggio nella fantascienza italiana, ci avviciniamo a Roberto Cera, personaggio misteriosissimo e leggermente inquietante.  A quanto pare cavalca il tempo e ogni tanto si lascia intravedere vestito in fogge improbabili e dotato di mirabolanti attrezzature. Ma non c’è da preoccuparsi (non più di tanto): è solo una delle incarnazioni dello Steampunk italiano. Per chi non lo sapesse, lo steampunk è un filone della narrativa fantascientifica che introduce una tecnologia anacronistica all'interno di un'ambientazione storica, spesso l'Ottocento e in particolare la Londra vittoriana. “Steam” è il vapore, la cui forza motrice è alla base di macchine, strumenti e armi.

Roberto, ho accennato alle definizioni ufficiali. Ora vorrei una definizione tua del fenomeno.  Dal momento che si esprime attraverso la scrittura, ma si materializza anche in azioni e in fogge di vestiario, che cosa dobbiamo pensarne? È un sottogenere della fantascienza, un genere a sé stante, un gioco, una moda, uno stile, una provocazione?

Di sicuro parliamo di una provocazione che col tempo diventò un genere. Gli autori che per primi si cimentarono nella creazione di racconti ambientati in quello che definirono steampunk, lo fecero quasi per scherzo. Col tempo divenne poi un vero genere e, parallelamente allo sviluppo del movimento maker, si vide l'affermazione dello steampunk come cultura (o, meglio, sottocultura).

Infatti i maker, gli artigiani digitali, costituiscono la nuova frontiera del bricolage. Non è raro vedere i cultori dello steampunk attrezzati con curiosi ordigni. Te compreso. Come te li procuri? Li acquisti tramite un particolare mercato o li fabbrichi da solo? 

Li raccolgo, li cerco nei mercatini, li vado a scovare e assemblare, nulla di nuovo, tutto riciclato!

Quando inizia il movimento steampunk? E soprattutto quando inizia la sua diffusione in Italia?  

Definire le origini di un movimento che in realtà non è mai stato strutturato è impossibile.  In Italia i primi eventi steampunk risalgono al 2012, grazie all'impegno del nucleo originale di Steampunk Italia.

E tu come hai cominciato ad appassionarti?

Mi sono appassionato al genere partendo, come tutti, dall'aspetto estetico. Purtroppo, il mio retaggio da storico non mi ha permesso di fermarmi a quello ma, anzi, mi ha subito indirizzato sull'aspetto culturale e letterario.

Ti prendi cura, se non sbaglio, anche un evento che si ripete annualmente per la gioia dei cultori del genere. Parlo di VaporosaMente. Un momento di condivisione con presentazioni, sfilate in costume, gare e premiazioni. Come è nato?

VaporosaMente nasce quasi per gioco, per creare un evento steampunk dedicato a curiosi e appassionati. Con gli anni abbiamo continuato a raccogliere reietti per tutta Italia, e non solo.

In questi incontri c’è molta fantasia, molta allegria. Si ha l’impressione che facciate tutti parte di una grande famiglia.

Come in ogni famiglia, esistono degli screzi. La comunità steam italiana ha, com'è naturale che accada, diverse spaccature.

Nel 2016 hai curato un’antologia, Penny Steampunk, con la partecipazione di diversi autori, e quest’anno hai ripetuto l’impresa con Penny Steampunk II

L'antologia nasce dalla proposta di Peregrino Tuc e dalla mia mente malata. La prima edizione era in feuilleton che poi vennero raccolti insieme ad altri racconti scritti e donati per l'occasione.

Peregrino Tuc, lo hobbit! Complimenti per le frequentazioni. Ma nella seconda edizione, curata insieme ad Anna Pullia, c’è stata una novità importante: le storie variabili. Tredici racconti che, grazie al lavoro di Francesca D’Amato, danno la possibilità di intervenire direttamente sulla storia tramite un apposito sito internet, modificandola o accorciandola a seconda dei gusti, con delle alternative tra cui scegliere.

Le storie variabili sono il colpo di genio di Andrea Wise, storie che possono essere create al momento, come una pizza. Insomma, unite la letteratura (che è una cosa buona) alla pizza (altra cosa buona) e vedete cosa ne esce fuori!

E come autore, hai qualche tuo romanzo da farci leggere?

Per ora ho scritto solo due racconti, la mia formazione da storico non mi permette di avere troppa fantasia!

Nella vita ti occupi di fotografia. C’è un collegamento con lo steampunk?

Come ho detto l'interesse per il vapore nacque in relazione all'aspetto estetico, è quindi normale che abbia unito quella che era una passione ad un'altra. Per anni mi sono occupato di eventi e concerti come fotografo e redattore per diverse testate, diciamo che col tempo ho iniziato a fare le cose più seriamente anche grazie all'incontro con quello che ritengo essere uno dei più grandi fotografi contemporanei: Alfredo Sabbatini, genio in bilico tra due mondi.

Dal profilo facebook si ricava l’idea che nella tua vita ci sia anche un piccolo Budda. Mi incuriosisce.

Lui è un maledetto vanesio, è sempre in mezzo, come se fosse la parte di me che vuole sottolineare qualche piccola incongruenza ridendoci su.

L’autoironia è fondamentale. Ora vuoi dirci qualcosa sui tuoi progetti futuri?

Diciamo che l'immediato futuro (o passato a seconda dei punti di vista) prevede Vaporosamente, lo Steamcon in qualità di partner organizzativi e, naturalmente i Penny Steampunk 3!!!!

D’accordo, allora restiamo in attesa.



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