INTERVISTE
Claudio Cerasa
'La Presa di Roma' è un titolo forte. Rende subito l'idea di un atto di tipo militare. L'ha detta davvero quella parola ("presa") subito dopo l'elezione il neo sindaco Gianni Alemanno?
Eh sì, pare proprio di sì.
Nel libro descrivi un tentativo di staccarsi dal passato 'rosso', dal Modello Roma di Bettini-Letta, poi però il sindaco si è trovato di fronte alcuni ostacoli: Letta, come dici tu, non può essere bypassato e ci sono certi ambientini con cui dover per forza fare i conti, per esempio i Circoli (Canottieri Aniene, su tutti). Ma il potere romano davvero logora chi non ce l'ha?
Più che logorare, il potere di Roma ha la capacità di muovere da dietro le quinte pedine fondamentali per determinare il governo di una città. Questo capita ancora più spesso quando una realtà come Roma si ritrova governata da sindaci che hanno difficoltà a tenere tutto sotto controllo. E' andata così con l'ultimo Veltroni (quello contemporaneamente sindaco e candidato alla segreteria del Pd) ed è sta andando così con il sindaco Alemanno. Ma a Roma quando parli di potere non parli solo di giornali, costruttori e imprenditori. Parli di qualcosa molto più complessa: fascisti e comunisti, tassisti e centri sociali, periferie e vaticano, e poi vicari, assessori e curve degli stadi.
Capitolo Caltagirone. Il suo potere a Roma, e non solo, è imbarazzante. E' mai possibile che si fa una gran 'caciara' contro Berlusconi e i suoi conflitti di interesse e questo signore che ha editoria, costruzioni, un partito di riferimento (UDC), le mani sull'Acea, televisioni locali, partecipazioni importanti nel settore delle costruzioni e mantenimento del manto stradale, dentro banche come il Monte dei Paschi e molto altro, non sia minimamente scalfito da nessuno, né fa indignare i puristi à la Repubblica?
Non è un potere imbarazzante. E' un potere che ha un peso e che esercita la sua forza. Capita così in tutte le parti del mondo. E non si tratta di conflitto di interesse. Caltagirone è un imprenditore intelligente che ha avuto la capacità di accrescere la sua ricchezza in maniera indipendente dalle banche. E' l'uomo più liquido d'Italia e non ha bisogno di prestiti e di concessioni per investire: i soldi ce li ha e dunque dipende solo da se stesso. Il suo potere è notevolissimo a Roma, i suoi legami con il partito del suocero Casini sono alla luce del solo e non c'è alcuna ragione per fare indignare chissà chi. Il vero punto politico è capire in quale orbita ricade il suo raggio di influenza e chi è più sensibile al suo richiamo. E a mio avviso le persone su cui Caltagirone esercita un certo fascino sono due: il primo è Gianni Alemanno e il secondo è Massimo D'Alema.
E' vero che Alemanno deve molto a lui per la sua elezione?
Come sostegno indubbiamente sì. E' stato Caltagirone il primo a teorizzare la necessaria presenza in città di una discontinuità ed è stato lui il primo grande potere di Roma a far capire che il centrosinistra a Roma non era poi più così gradito.
La stessa cosa possiamo dire per quella famiglia di palazzinari 'buonisti' e 'fighi' che Walter si portava appresso, i Toti. Tutto sport e impegno. Basket, arte, progetti per la nuova torre Alitalia, carinerie ma altrettante colate di cemento regalate ad hoc. C'è cemento e cemento, vuoi mettere?
Non c'è stato nessun regalo, ci sono state delle sintonie politiche, che è una cosa molto diversa. Il problema della famiglia Toti, a mio avviso, è che ha fatto eccessivo affidamento ai prestiti delle banche e che quando i cordoni della borsa hanno iniziato a stringersi si è trovata in difficoltà a investire in città con un governo non amico. Il problema del cemento di Roma non è un problema ad personam, o ad iprenditorem. E' un problema che riguarda la città. E' l'urbanistica che non funziona. E' che la città è nata non seguendo una precisa idea di espansione politica della città ma seguendo piuttosto una politica che tendeva ad accontentare chi poi avrebbe costruito in città
Lo spoil system è quel sistema con cui quando si vincono le elezioni si cambiano tutti i vertici delle varie società e istituzioni legate al mondo della politica e dell'economia con uomini di provata fede (almeno in teoria). Alemanno, in campagna elettorale, ha detto che non lo avrebbe messo in pratica. Poi invece...
Non c'è niente di male nello spoil system, c'è del male quando lo spoyl system viene fatto mettendo a rischio l'efficienza di un'azienda. Con Alemanno, a mio avviso, questo è successo più volte: ovvero che ci fosse qualcuno piazzato un certo posto senza avere i minimi requisiti di affidabilità.
Capitolo Vaticano e favori. Altre note dolenti, altro imbarazzo per i laici. Il trattamento riservato dall'attuale Giunta all'Opera Romana Pellegrinaggi è a dir poco benevolo. Prima di lei però anche rutelveltroni si erano distinti per improvvisa folgorazione cristiana; la Roma del Risorgimento, come fai notare nel libro, è all'angolo, offesa e quasi abbandonata nei suoi simboli e nei suoi luoghi. Che fare?
I sindaci di Roma hanno un naturale rapporto di confidenza con il Vaticano. Sono i loro vicini di casa, sono molto potenti e sarebbe politicamente sciocco schieracisi contro. Ma un conto è il rapporto di simpatia, di sintonia e di feeling. Un altro è quello di occuparsi troppo dei legami con la Chiesa fino a diventare portavoce degli interessi delle gerarchie ecclesiastiche. Simbolicamente, il rapporto un po' patologico tra chiesa e sindaci (da una parte e dall'altra, sia ben inteso) lo si evince dal modo in cui a Roma è stata a poco a poco cancellata la simbologia risorgimentale. Quella della Repubblica di Roma. Quella degli anni in cui i garibaldini arrivarono per pochi mesi a Roma e misero in fuga il Papa. E' stato un momento storico quello, ma la memoria di quei giorni, e nel libro credo di spiegarlo bene, è stata totalmente cancellata.
Un mio amico prima delle elezioni mi disse che non avrebbe votato Alemanno con queste parole: "Posso vota' un barese che sta co' la Lega?" (Gianni Alemanno è nato a Bari). E la romanità? E l'ombra lunga del leghismo forcaiolo contro Roma?
Al contrario. All'interno del Pdl io credo che Alemanno rappresenti quanto di più simile esiste a un sindaco leghista. Un leghista del sud, beninteso, ma un politico che a prescindere dalle proprie opinioni politiche ha scelto di costruire sul terreno la sua ascesa politica. Non dalle istutituzioni o non catapultato in parlamento. Dal governo di una città. Il rischio vero è che ora si faccia travolgere da chi la città la governa da dietro le quinte.
Chiudiamo con 'Casa Pound'. Cresciuta con la crescita della destra sdoganata da Berlusconi, figlioccia della Destra Sociale di Storace, emancipatasi poi dai maestri istituzionali e tenuta un po' a bada un po' usata. A Roma ormai hanno numeri di consenso elevatissimi soprattutto fra i ragazzi. Personalmente li guardo con favore. Sognano la rivoluzione in modo diverso (magari se non ci fosse l'icona di Mussolini dietro...). A loro dedichi un bel capitolo. Come ti sembrano?
Mi sembrano il lato intelligente dell'estremismo politico di destra. 'Casa Pound' è stata protagonista di un fenomeno politico non indifferente. Ha messo insieme curve calcistiche e giovani studenti incazzati. Comunisti pentiti e fascisti ripuliti. Borgate e centro storico. E soprattutto Casa Pound è riuscita in una cosa molto semplice: spazzare via mediaticamente i centri sociali romani e trasformarsi nel laboratorio politico di destra più vivace che ci sia in circolazione
Eh sì, pare proprio di sì.
Nel libro descrivi un tentativo di staccarsi dal passato 'rosso', dal Modello Roma di Bettini-Letta, poi però il sindaco si è trovato di fronte alcuni ostacoli: Letta, come dici tu, non può essere bypassato e ci sono certi ambientini con cui dover per forza fare i conti, per esempio i Circoli (Canottieri Aniene, su tutti). Ma il potere romano davvero logora chi non ce l'ha?
Più che logorare, il potere di Roma ha la capacità di muovere da dietro le quinte pedine fondamentali per determinare il governo di una città. Questo capita ancora più spesso quando una realtà come Roma si ritrova governata da sindaci che hanno difficoltà a tenere tutto sotto controllo. E' andata così con l'ultimo Veltroni (quello contemporaneamente sindaco e candidato alla segreteria del Pd) ed è sta andando così con il sindaco Alemanno. Ma a Roma quando parli di potere non parli solo di giornali, costruttori e imprenditori. Parli di qualcosa molto più complessa: fascisti e comunisti, tassisti e centri sociali, periferie e vaticano, e poi vicari, assessori e curve degli stadi.
Capitolo Caltagirone. Il suo potere a Roma, e non solo, è imbarazzante. E' mai possibile che si fa una gran 'caciara' contro Berlusconi e i suoi conflitti di interesse e questo signore che ha editoria, costruzioni, un partito di riferimento (UDC), le mani sull'Acea, televisioni locali, partecipazioni importanti nel settore delle costruzioni e mantenimento del manto stradale, dentro banche come il Monte dei Paschi e molto altro, non sia minimamente scalfito da nessuno, né fa indignare i puristi à la Repubblica?
Non è un potere imbarazzante. E' un potere che ha un peso e che esercita la sua forza. Capita così in tutte le parti del mondo. E non si tratta di conflitto di interesse. Caltagirone è un imprenditore intelligente che ha avuto la capacità di accrescere la sua ricchezza in maniera indipendente dalle banche. E' l'uomo più liquido d'Italia e non ha bisogno di prestiti e di concessioni per investire: i soldi ce li ha e dunque dipende solo da se stesso. Il suo potere è notevolissimo a Roma, i suoi legami con il partito del suocero Casini sono alla luce del solo e non c'è alcuna ragione per fare indignare chissà chi. Il vero punto politico è capire in quale orbita ricade il suo raggio di influenza e chi è più sensibile al suo richiamo. E a mio avviso le persone su cui Caltagirone esercita un certo fascino sono due: il primo è Gianni Alemanno e il secondo è Massimo D'Alema.
E' vero che Alemanno deve molto a lui per la sua elezione?
Come sostegno indubbiamente sì. E' stato Caltagirone il primo a teorizzare la necessaria presenza in città di una discontinuità ed è stato lui il primo grande potere di Roma a far capire che il centrosinistra a Roma non era poi più così gradito.
La stessa cosa possiamo dire per quella famiglia di palazzinari 'buonisti' e 'fighi' che Walter si portava appresso, i Toti. Tutto sport e impegno. Basket, arte, progetti per la nuova torre Alitalia, carinerie ma altrettante colate di cemento regalate ad hoc. C'è cemento e cemento, vuoi mettere?
Non c'è stato nessun regalo, ci sono state delle sintonie politiche, che è una cosa molto diversa. Il problema della famiglia Toti, a mio avviso, è che ha fatto eccessivo affidamento ai prestiti delle banche e che quando i cordoni della borsa hanno iniziato a stringersi si è trovata in difficoltà a investire in città con un governo non amico. Il problema del cemento di Roma non è un problema ad personam, o ad iprenditorem. E' un problema che riguarda la città. E' l'urbanistica che non funziona. E' che la città è nata non seguendo una precisa idea di espansione politica della città ma seguendo piuttosto una politica che tendeva ad accontentare chi poi avrebbe costruito in città
Lo spoil system è quel sistema con cui quando si vincono le elezioni si cambiano tutti i vertici delle varie società e istituzioni legate al mondo della politica e dell'economia con uomini di provata fede (almeno in teoria). Alemanno, in campagna elettorale, ha detto che non lo avrebbe messo in pratica. Poi invece...
Non c'è niente di male nello spoil system, c'è del male quando lo spoyl system viene fatto mettendo a rischio l'efficienza di un'azienda. Con Alemanno, a mio avviso, questo è successo più volte: ovvero che ci fosse qualcuno piazzato un certo posto senza avere i minimi requisiti di affidabilità.
Capitolo Vaticano e favori. Altre note dolenti, altro imbarazzo per i laici. Il trattamento riservato dall'attuale Giunta all'Opera Romana Pellegrinaggi è a dir poco benevolo. Prima di lei però anche rutelveltroni si erano distinti per improvvisa folgorazione cristiana; la Roma del Risorgimento, come fai notare nel libro, è all'angolo, offesa e quasi abbandonata nei suoi simboli e nei suoi luoghi. Che fare?
I sindaci di Roma hanno un naturale rapporto di confidenza con il Vaticano. Sono i loro vicini di casa, sono molto potenti e sarebbe politicamente sciocco schieracisi contro. Ma un conto è il rapporto di simpatia, di sintonia e di feeling. Un altro è quello di occuparsi troppo dei legami con la Chiesa fino a diventare portavoce degli interessi delle gerarchie ecclesiastiche. Simbolicamente, il rapporto un po' patologico tra chiesa e sindaci (da una parte e dall'altra, sia ben inteso) lo si evince dal modo in cui a Roma è stata a poco a poco cancellata la simbologia risorgimentale. Quella della Repubblica di Roma. Quella degli anni in cui i garibaldini arrivarono per pochi mesi a Roma e misero in fuga il Papa. E' stato un momento storico quello, ma la memoria di quei giorni, e nel libro credo di spiegarlo bene, è stata totalmente cancellata.
Un mio amico prima delle elezioni mi disse che non avrebbe votato Alemanno con queste parole: "Posso vota' un barese che sta co' la Lega?" (Gianni Alemanno è nato a Bari). E la romanità? E l'ombra lunga del leghismo forcaiolo contro Roma?
Al contrario. All'interno del Pdl io credo che Alemanno rappresenti quanto di più simile esiste a un sindaco leghista. Un leghista del sud, beninteso, ma un politico che a prescindere dalle proprie opinioni politiche ha scelto di costruire sul terreno la sua ascesa politica. Non dalle istutituzioni o non catapultato in parlamento. Dal governo di una città. Il rischio vero è che ora si faccia travolgere da chi la città la governa da dietro le quinte.
Chiudiamo con 'Casa Pound'. Cresciuta con la crescita della destra sdoganata da Berlusconi, figlioccia della Destra Sociale di Storace, emancipatasi poi dai maestri istituzionali e tenuta un po' a bada un po' usata. A Roma ormai hanno numeri di consenso elevatissimi soprattutto fra i ragazzi. Personalmente li guardo con favore. Sognano la rivoluzione in modo diverso (magari se non ci fosse l'icona di Mussolini dietro...). A loro dedichi un bel capitolo. Come ti sembrano?
Mi sembrano il lato intelligente dell'estremismo politico di destra. 'Casa Pound' è stata protagonista di un fenomeno politico non indifferente. Ha messo insieme curve calcistiche e giovani studenti incazzati. Comunisti pentiti e fascisti ripuliti. Borgate e centro storico. E soprattutto Casa Pound è riuscita in una cosa molto semplice: spazzare via mediaticamente i centri sociali romani e trasformarsi nel laboratorio politico di destra più vivace che ci sia in circolazione
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