INTERVISTE
Gianfranco Franchi
So che sei un 'personaggio' molto attivo e intraprendente. Ci parli un po' di te?
Sono uno che vive per la letteratura, e per sopravvivere deve passare per le forche caudine dell'editoria. Combatto per la tutela della memoria degli artisti laterali, obliati, censurati o mai emersi, e per sostenere i letterati consapevoli e di valore della nuova generazione. È un compito medianico, in un certo senso. Combatto contro l'editoria amatoriale e contro la politica di controllo della distribuzione e della promozione dei quattro grandi gruppi editoriali: sostengo la piccola e media editoria di qualità e di progetto, in attesa della fondazione di un nuovo e democratico sistema editoriale per via politica. Combatto perché Roma riprenda centralità assoluta nella scena letteraria nazionale. Ho coordinato riviste letterarie cartacee negli anni dell'Università, quindi ho fondato il caffè letterario Lankelot, nel 2003; come autore ho pubblicato due libri di narrativa e uno di poesia, che include due "laboratori" sperimentali usciti in gioventù. Entro fine 2009, dovrebbero uscire il terzo libro di narrativa – sto aspettando notizie proprio in questi giorni – e un gigantesco saggio su una band di alternative rock. Attualmente sono consulente editoriale per la narrativa per un editore romano e collaboro con la redazione di un altro editore romano; a parte loro, lavoro per l'editoria di progetto pulita, in generale. Aspettando un progetto prepotente e massimalista a cui dare tutto, e confidando in una dinamica di alleanze a tutto campo per distruggere gli equilibri esistenti: nella distribuzione, nella promozione, nelle librerie, sulla carta stampata.
Si legge sul sito: Lankelot è un blog collettivo. Spiegaci meglio il meccanismo e la funzione.
Sì... nella prima versione di Lankelot, diversamente programmata, dovevo correggere le bozze, adattare al format, impaginare, indicizzare manualmente circa 120 tra recensioni, interviste e monografie brevi ogni 45 giorni. Praticamente, per due anni e mezzo, sparivo periodicamente per tre giorni che dedicavo alla nobile arte di tenere in piedi un sito indipendente. Sono successe delle cose, in quel periodo; la casa editrice che avevo aperto ha chiuso per via delle scarse vendite e della pressione fiscale; ho cominciato a lavorare da dipendente, tra agenzia di stampa, agenzia pubblicitaria, web agency e quel che capitava. Morale, serviva una programmazione differente. Wordpress mi garantisce 72 ore libere in più al mese. I redattori provenienti dal vecchio sito e dai vecchi giornali sono automaticamente "author", possono pubblicare autonomamente. I nuovi vengono vagliati volta per volta. Diciamo che adesso devo solo, assieme ai miei volenterosi compagni, supervisionare e correggere qualche refuso, o adattare i pezzi ai format. Massimo cinque minuti ad articolo. Rispetto a prima è una pacchia. È stato un cambiamento strutturale, ma non sostanziale; ciascuno era ed è rimasto libero di proporre, nel rispetto della linea editoriale, articoli e studi. E io ho mi rovino gli occhi con altre cose...
Autonomia dai grandi circuiti letterari e dalle multinazionali del 'sapere'. E' possibile o si è destinati a soccombere?
È possibile, dobbiamo combattere e sacrificarci e avere pazienza. Naturalmente, nella prevedibile assenza di sostegno di un'imprenditoria illuminata e mecenatesca, nella meno prevedibile assenza di sostegno statale, siamo costretti a trattare un progetto come Lankelot – quasi 2600 articoli, oltre 30mila commenti – come uno stupendo hobby. Nel mio caso, il mio hobby è una delle mie ragioni di vita. L'esistenza sola di oasi come Il Paradiso degli Orchi e Lankelot è causa di speranza: riusciamo a testimoniare la possibilità di un'alternativa e di un diverso approccio, senza avere mai le spalle coperte. L'idealismo non è morto. Quelli che dici... non praevalebunt. Noi scandagliamo piccola e media editoria pulita, e di qualità: niente marchette, niente pubblicità delle aziende dell'editore tre pagine dopo, niente limite di battute. Noi crediamo nelle collane, nel catalogo, nelle linee editoriali. L'evoluzione nasce da un progetto limpido, coerente e trasparente: dalla selezione, dallo studio, dalla coscienza. Viviamo e cambieremo le cose. Questa è (r)esistenza vera, deideologizzata, spirituale, consapevole.
Lankelot.eu come inevitabile evoluzione di lankelot.com, che si definiva allo stesso tempo anticomunista e antifascista. Di questi tempi un bel proclama.
Per formazione culturale sono un dialettico. Come dialettico sono nemico dei dogmatici. Come nemico dei dogmatici sono nemico dei regimi. Ho ragioni di rabbia e odio personale e famigliare nei confronti del comunismo e dei comunisti, perché sono nipote di esuli istriani e giuliani e sono un buon lettore...: ho ragioni di disprezzo nei confronti dei regimi totalitari perché sono un uomo libero e non mi allineo a niente e non appartengo a nessuno, solo alla Letteratura e alla mia donna. Io dubito, disobbedisco e diserto uno Stato militarmente occupato dal 1945 e avrei disobbedito e disertato uno Stato che impediva la libertà d'espressione, la libertà di stampa, la libertà di riunione, la libertà religiosa e via dicendo. Credo nella necessità di fondare un sistema politico nuovo. Lo Stato Moderno è finito. Si deve ripartire dalle leggi elettorali: dai meccanismi che impediscono ai poveri di avere pari visibilità dei ricchi: vale tanto per i partiti poveri quanto per i cittadini poveri. Non abbiamo ancora sperimentato la democrazia, questa è la verità. E non la sperimenteremo sin quando saremo occupati dagli yankee, e sin quando gli imprenditori potranno essere padroni della cosa pubblica. Lo Stato deve essere nemico di ogni interesse che non sia culturale e spirituale. Il benessere non può essere economico, è una menzogna. Domandate ai ricchi quanto spendono tra droghe varie e psicanalisti.
Noi Orchi, con sostanziale puzza al naso, disdegniamo la poesia. Voi di 'lankelot' invece la 'proteggete'. Cosa ci consigliate di fare?
Di confidare nella nascita di un editore nuovo in grado di assemblare e confederare i pochi marchi editoriali di qualità, indipendenti ed estranei ai contributi autoriali, della poesia italiana. Dobbiamo creare i presupposti per la cancellazione, legale, e per ragioni etiche ed estetiche, sia degli editori a pagamento, sia di qualsiasi editore incapace di tirare almeno cinquecento copie. Quindici capitali piccoli fanno un capitale grande: quindici cataloghi leggeri e onesti fanno un catalogo potente. Dobbiamo creare i presupposti per l'affermazione di un editore di poesia italiano altro dai 4 grandi gruppi, capace di penetrazione e presenza in tutte le librerie; 15-20 pubblicazioni ogni anno, mai oltre i 15 euro a libro, tiratura mille copie minimo e almeno sei eventi a libro in tutto il territorio nazionale. È possibile. Intanto... vi consiglio di puntare le voci dei poeti laterali del Novecento. Dino Campana ha insegnato a tutti perché. Scandagliare i cataloghi è il sentiero. Con pazienza...
Insieme ad Alex Pietrogiacomi, che noi conosciamo benissimo perché è anche collaboratore del Paradiso, stai organizzando una serie di incontri culturali. Ce ne vuoi parlare?
Sì... Alex e i suoi drughi. Io, Alex, l'art director Maurizio Ceccato – il nuovo Andrea Pazienza –, e l'editor Stefano Scalich da Zara abbiamo fondato questo stravagante collettivo, The Cialtrons. Crediamo in una nuova centralità della scena romana, nella rivendicazione dell'autonomia e dell'indipendenza della piccola e media editoria, e della sua essenza altra rispetto al mainstream; nell'alleanza tra editori di progetto e professionisti del mondo del libro, nell'espressione pura della Letteratura; nel confronto dialettico e nel gemellaggio con altre arti, e infine nell'espressione del territorio. Al nostro fianco, sin da questi primi eventi – per ora tutti al Circolo degli Artisti: bandiera della cultura indie e alternative capitolina – un maestro e un padre della scena romana: Antonio Veneziani. Un grande esempio, un'anima nobile. Lui è la nostra memoria storica. E poi l'amicizia con voi Orchi, con i Beatiful Freaks, cultura pulita e di progetto, e dedizione autentica.
Il mio modello – uscendo dal discorso-Cialtrons – è Tony Wilson. L'anima folle e letteraria del rinascimento di Manchester. Io credo nella possibilità che il suo esempio possa forgiare un fertile clima artistico e culturale, nella Città Eterna. Devo solo trovare modo per guadagnare tanto come lui e investire tutto in Letteratura, eventi, patrocinio degli artisti e delle riviste libere. Tutto qua. Poi si cambia musica.
Personalmente mi sono fatto un'idea abbastanza univoca della letteratura contemporanea, soprattutto nostrana. Non te la dico, ma voglio sentire l'opinione di uno che la segue con amore ed estremo interesse.
Letteratura Italiana. Oggi, per la prima volta in sette secoli, andrebbe scritta non una storia letteraria per movimenti artistici o personalità, ma per case editrici e collane (sì, per editor). È un paradosso ma servirebbe a capire davvero molto: orientamento, ideologia, spirito, tratti distintivi, cifre stilistiche.
La Letteratura è condizionata dall'editoria – e non più viceversa. Dobbiamo ripristinare i giusti equilibri. Niente, e poi direi che dovremmo prendere atto che il secondo Novecento e questo inizio Duemila costituiscono una novità; gli scrittori italiani tendono a rapportarsi alla narrativa straniera tradotta, e a considerare modelli o maestri scrittori americani, inglesi o francesi letti in traduzione. Hanno smarrito il legame di coerenza, coesione e derivazione dalla nostra secolare e nobile tradizione. Credo in una giusta via di mezzo. Degli scrittori italiani che leggono solo narrative angloamericane o sudamericane ho le palle piene. Non hanno capito niente, e non servono ad altro che a fare colore.
So che una domanda del genere, per uno come te, può essere limitativa, ma che libro hai sul comodino?
In questo momento ho Ghiaccio nove di Vonnegut, per via del saggio che sto scrivendo. E mi attende L'arcobaleno della gravità di Pynchon, per le stesse ragioni. Pynchon è il narratore più sopravvalutato del Novecento americano, è una mezzasega.
Ora collabori anche con noi Orchi. Ma non ti stressi?
È un onore stare al tuo, al vostro fianco. Mi riposerò quando crepo. Diamoci da fare fino all'ultimo respiro. E grazie Alfredo.
Sono uno che vive per la letteratura, e per sopravvivere deve passare per le forche caudine dell'editoria. Combatto per la tutela della memoria degli artisti laterali, obliati, censurati o mai emersi, e per sostenere i letterati consapevoli e di valore della nuova generazione. È un compito medianico, in un certo senso. Combatto contro l'editoria amatoriale e contro la politica di controllo della distribuzione e della promozione dei quattro grandi gruppi editoriali: sostengo la piccola e media editoria di qualità e di progetto, in attesa della fondazione di un nuovo e democratico sistema editoriale per via politica. Combatto perché Roma riprenda centralità assoluta nella scena letteraria nazionale. Ho coordinato riviste letterarie cartacee negli anni dell'Università, quindi ho fondato il caffè letterario Lankelot, nel 2003; come autore ho pubblicato due libri di narrativa e uno di poesia, che include due "laboratori" sperimentali usciti in gioventù. Entro fine 2009, dovrebbero uscire il terzo libro di narrativa – sto aspettando notizie proprio in questi giorni – e un gigantesco saggio su una band di alternative rock. Attualmente sono consulente editoriale per la narrativa per un editore romano e collaboro con la redazione di un altro editore romano; a parte loro, lavoro per l'editoria di progetto pulita, in generale. Aspettando un progetto prepotente e massimalista a cui dare tutto, e confidando in una dinamica di alleanze a tutto campo per distruggere gli equilibri esistenti: nella distribuzione, nella promozione, nelle librerie, sulla carta stampata.
Si legge sul sito: Lankelot è un blog collettivo. Spiegaci meglio il meccanismo e la funzione.
Sì... nella prima versione di Lankelot, diversamente programmata, dovevo correggere le bozze, adattare al format, impaginare, indicizzare manualmente circa 120 tra recensioni, interviste e monografie brevi ogni 45 giorni. Praticamente, per due anni e mezzo, sparivo periodicamente per tre giorni che dedicavo alla nobile arte di tenere in piedi un sito indipendente. Sono successe delle cose, in quel periodo; la casa editrice che avevo aperto ha chiuso per via delle scarse vendite e della pressione fiscale; ho cominciato a lavorare da dipendente, tra agenzia di stampa, agenzia pubblicitaria, web agency e quel che capitava. Morale, serviva una programmazione differente. Wordpress mi garantisce 72 ore libere in più al mese. I redattori provenienti dal vecchio sito e dai vecchi giornali sono automaticamente "author", possono pubblicare autonomamente. I nuovi vengono vagliati volta per volta. Diciamo che adesso devo solo, assieme ai miei volenterosi compagni, supervisionare e correggere qualche refuso, o adattare i pezzi ai format. Massimo cinque minuti ad articolo. Rispetto a prima è una pacchia. È stato un cambiamento strutturale, ma non sostanziale; ciascuno era ed è rimasto libero di proporre, nel rispetto della linea editoriale, articoli e studi. E io ho mi rovino gli occhi con altre cose...
Autonomia dai grandi circuiti letterari e dalle multinazionali del 'sapere'. E' possibile o si è destinati a soccombere?
È possibile, dobbiamo combattere e sacrificarci e avere pazienza. Naturalmente, nella prevedibile assenza di sostegno di un'imprenditoria illuminata e mecenatesca, nella meno prevedibile assenza di sostegno statale, siamo costretti a trattare un progetto come Lankelot – quasi 2600 articoli, oltre 30mila commenti – come uno stupendo hobby. Nel mio caso, il mio hobby è una delle mie ragioni di vita. L'esistenza sola di oasi come Il Paradiso degli Orchi e Lankelot è causa di speranza: riusciamo a testimoniare la possibilità di un'alternativa e di un diverso approccio, senza avere mai le spalle coperte. L'idealismo non è morto. Quelli che dici... non praevalebunt. Noi scandagliamo piccola e media editoria pulita, e di qualità: niente marchette, niente pubblicità delle aziende dell'editore tre pagine dopo, niente limite di battute. Noi crediamo nelle collane, nel catalogo, nelle linee editoriali. L'evoluzione nasce da un progetto limpido, coerente e trasparente: dalla selezione, dallo studio, dalla coscienza. Viviamo e cambieremo le cose. Questa è (r)esistenza vera, deideologizzata, spirituale, consapevole.
Lankelot.eu come inevitabile evoluzione di lankelot.com, che si definiva allo stesso tempo anticomunista e antifascista. Di questi tempi un bel proclama.
Per formazione culturale sono un dialettico. Come dialettico sono nemico dei dogmatici. Come nemico dei dogmatici sono nemico dei regimi. Ho ragioni di rabbia e odio personale e famigliare nei confronti del comunismo e dei comunisti, perché sono nipote di esuli istriani e giuliani e sono un buon lettore...: ho ragioni di disprezzo nei confronti dei regimi totalitari perché sono un uomo libero e non mi allineo a niente e non appartengo a nessuno, solo alla Letteratura e alla mia donna. Io dubito, disobbedisco e diserto uno Stato militarmente occupato dal 1945 e avrei disobbedito e disertato uno Stato che impediva la libertà d'espressione, la libertà di stampa, la libertà di riunione, la libertà religiosa e via dicendo. Credo nella necessità di fondare un sistema politico nuovo. Lo Stato Moderno è finito. Si deve ripartire dalle leggi elettorali: dai meccanismi che impediscono ai poveri di avere pari visibilità dei ricchi: vale tanto per i partiti poveri quanto per i cittadini poveri. Non abbiamo ancora sperimentato la democrazia, questa è la verità. E non la sperimenteremo sin quando saremo occupati dagli yankee, e sin quando gli imprenditori potranno essere padroni della cosa pubblica. Lo Stato deve essere nemico di ogni interesse che non sia culturale e spirituale. Il benessere non può essere economico, è una menzogna. Domandate ai ricchi quanto spendono tra droghe varie e psicanalisti.
Noi Orchi, con sostanziale puzza al naso, disdegniamo la poesia. Voi di 'lankelot' invece la 'proteggete'. Cosa ci consigliate di fare?
Di confidare nella nascita di un editore nuovo in grado di assemblare e confederare i pochi marchi editoriali di qualità, indipendenti ed estranei ai contributi autoriali, della poesia italiana. Dobbiamo creare i presupposti per la cancellazione, legale, e per ragioni etiche ed estetiche, sia degli editori a pagamento, sia di qualsiasi editore incapace di tirare almeno cinquecento copie. Quindici capitali piccoli fanno un capitale grande: quindici cataloghi leggeri e onesti fanno un catalogo potente. Dobbiamo creare i presupposti per l'affermazione di un editore di poesia italiano altro dai 4 grandi gruppi, capace di penetrazione e presenza in tutte le librerie; 15-20 pubblicazioni ogni anno, mai oltre i 15 euro a libro, tiratura mille copie minimo e almeno sei eventi a libro in tutto il territorio nazionale. È possibile. Intanto... vi consiglio di puntare le voci dei poeti laterali del Novecento. Dino Campana ha insegnato a tutti perché. Scandagliare i cataloghi è il sentiero. Con pazienza...
Insieme ad Alex Pietrogiacomi, che noi conosciamo benissimo perché è anche collaboratore del Paradiso, stai organizzando una serie di incontri culturali. Ce ne vuoi parlare?
Sì... Alex e i suoi drughi. Io, Alex, l'art director Maurizio Ceccato – il nuovo Andrea Pazienza –, e l'editor Stefano Scalich da Zara abbiamo fondato questo stravagante collettivo, The Cialtrons. Crediamo in una nuova centralità della scena romana, nella rivendicazione dell'autonomia e dell'indipendenza della piccola e media editoria, e della sua essenza altra rispetto al mainstream; nell'alleanza tra editori di progetto e professionisti del mondo del libro, nell'espressione pura della Letteratura; nel confronto dialettico e nel gemellaggio con altre arti, e infine nell'espressione del territorio. Al nostro fianco, sin da questi primi eventi – per ora tutti al Circolo degli Artisti: bandiera della cultura indie e alternative capitolina – un maestro e un padre della scena romana: Antonio Veneziani. Un grande esempio, un'anima nobile. Lui è la nostra memoria storica. E poi l'amicizia con voi Orchi, con i Beatiful Freaks, cultura pulita e di progetto, e dedizione autentica.
Il mio modello – uscendo dal discorso-Cialtrons – è Tony Wilson. L'anima folle e letteraria del rinascimento di Manchester. Io credo nella possibilità che il suo esempio possa forgiare un fertile clima artistico e culturale, nella Città Eterna. Devo solo trovare modo per guadagnare tanto come lui e investire tutto in Letteratura, eventi, patrocinio degli artisti e delle riviste libere. Tutto qua. Poi si cambia musica.
Personalmente mi sono fatto un'idea abbastanza univoca della letteratura contemporanea, soprattutto nostrana. Non te la dico, ma voglio sentire l'opinione di uno che la segue con amore ed estremo interesse.
Letteratura Italiana. Oggi, per la prima volta in sette secoli, andrebbe scritta non una storia letteraria per movimenti artistici o personalità, ma per case editrici e collane (sì, per editor). È un paradosso ma servirebbe a capire davvero molto: orientamento, ideologia, spirito, tratti distintivi, cifre stilistiche.
La Letteratura è condizionata dall'editoria – e non più viceversa. Dobbiamo ripristinare i giusti equilibri. Niente, e poi direi che dovremmo prendere atto che il secondo Novecento e questo inizio Duemila costituiscono una novità; gli scrittori italiani tendono a rapportarsi alla narrativa straniera tradotta, e a considerare modelli o maestri scrittori americani, inglesi o francesi letti in traduzione. Hanno smarrito il legame di coerenza, coesione e derivazione dalla nostra secolare e nobile tradizione. Credo in una giusta via di mezzo. Degli scrittori italiani che leggono solo narrative angloamericane o sudamericane ho le palle piene. Non hanno capito niente, e non servono ad altro che a fare colore.
So che una domanda del genere, per uno come te, può essere limitativa, ma che libro hai sul comodino?
In questo momento ho Ghiaccio nove di Vonnegut, per via del saggio che sto scrivendo. E mi attende L'arcobaleno della gravità di Pynchon, per le stesse ragioni. Pynchon è il narratore più sopravvalutato del Novecento americano, è una mezzasega.
Ora collabori anche con noi Orchi. Ma non ti stressi?
È un onore stare al tuo, al vostro fianco. Mi riposerò quando crepo. Diamoci da fare fino all'ultimo respiro. E grazie Alfredo.
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