RACCONTI
Massimo Allevato
I cinque minuti di Adamo Cova
Questa è la storia di Adamo Cova.
Adamo: maschio, 31 anni, 175 centimetri e 70,5 Kilogrammi.
Capelli castano scuro, occhi marroni, carnagione chiara.
Celibe, un cane di nome Doc, labrador di anni 3 e kili 28.
Appartamentino modesto, al secondo piano di una palazzina con le finestrelle colorate, in una cittadina del nord Italia.
Simpatico ma solo dopo un po', mansueto come il suo cane, amante della pace e particolarmente pantofolaio.
Pochi amici, nessun vizio, nessuna morosa o tresche all'orizzonte, un onesto lavoro da impiegato alle poste.
Un tipo tranquillo.
Insomma, Adamo.
Adamo però non è come tutti gli altri: in dote, assieme al suo nome da primo della classe, ha ricevuto la capacità di muoversi.
Sa muoversi nel tempo.
Cinque minuti, questo è tutto quello che può mettere sul piatto della bilancia.
A lui la scelta: se stare fermo e guardare, oppure giocare, giocarseli in avanti o indietro alla roulette del tempo presente, quei cinque minuti.
Se pensa di poter avere a che fare con una cosa piacevole, allora ha imparato a girare all'indietro le lancette.
Ama i sabati del villaggio, e in questo modo si può regalare l'ebbrezza di ulteriori cinque minuti di pre-gioia.
E' allora cinque minuti avanti rispetto agli altri, nella corsa verso la vetta della felicità...
I suoi cinque minuti di ritardo si tramutano in elastico, come una molla che può permettersi il lusso di tendersi cinque minuti indietro.
Quando invece ha presagio di tempi duri, ecco che senza pensarci troppo vuole sempre caderci cinque minuti dopo.
"Chissà cosa avrò fatto in questi cinque minuti", così impiega i successivi cinque minuti dopo quello zompo nel tempo.
Ha in questo modo capito come fregare quel suo talento, potendo pertanto contare su ben dieci minuti di oblio (i suoi cinque più le sue domande), dove la mente si scolla da quella ostile realtà per restare impigliata a quel suo essere così cinque minuti fuori posto.
La narrazione dei fatti di questo Adamo, da 0 a 31 anni, viene omessa.
L'autore si è riservato infatti di correre cinque minuti avanti, riuscendo appunto a passare da 0 a 31 (anni) in poche righe.
(Trentun anni per fermarsi e fare il punto su Adamo? Mah...)
Con un ulteriore scatto si vuole poi arrivare a 86 anni, nella vita di Adamo Cova.
Bastano cinque minuti.
E' tutto quasi come prima, se non per il cane (morto), la famiglia (ora ha moglie e figlia), il lavoro che si è tramutato in pensione e l'altezza che è diventata 173 centimetri (gobba di 2 centimetri).
Pesa sempre 70,5, ora flaccidissimi, Kilogrammi.
A 86 anni Adamo sta per morire.
Forse tra cinque minuti.
Se lo sente, da un paio di giorni è a letto e sta lentamente perdendo di lucidità.
Ma come fare con quei cinque minuti?
Che farsene?
Vivere cinque minuti in più?
Equivarrebbe a paragonare la morte ad una cosa bella, meritevole di un surplus di attesa!
Provare a sforare l'ora del decesso, magari per buttare quella testa castano scura (nessun prodigio, per carità! Se li tinge, ora, i capelli) oltre l'ostacolo ultimo?
Non fare nulla e aspettare?
La porta si apre.
Adamo Cova spira serenamente tre minuti prima del suo ottantasettesimo compleanno.
Tre minuti.
Li avrà usati, i suoi cinque minuti?
Avanti, nell'estremo tentativo di arrivare ad ottantasette?
Indietro, come a voler trovare del buono anche in quella tragica circostanza, provando a festeggiando due volte l'ultimo compleanno?
Oppure avrà aspettato, riponendo nel taschino di quel suo lindo pigiama il jolly di tutta una vita?
Adamo Cova aveva un dono: poteva scegliere se diventare lepre o tartaruga.
Poteva decidere se camminare all'indietro o correre.
Nessuno ha mai saputo cosa ne ha fatto di quei cinque minuti.
E comunque all'autore non interessa, poiché ritiene che ciò non possa modificare i fatti.
O forse si, ma l'autore lo capirà solo tra dieci minuti.
Mentre passano cinque minuti.
A S.Ilario (la località, non il santo) mi dicono abbiano incominciato a decorare i panettoni di cemento, quelli che usano per non far parcheggiare le auto.
Insomma, i panettoncini antiparcheggio.
Già io ero arrivato in ritardo a questa cosa, che ho scoperto esistere dal Duemila a Milano.
Fatto sta che io avevo pensato di fare una cosa simile anche qua, a settembre, cinque mesi fa.
Ero indietro di sette anni con Milano, sono stato avanti di cinque mesi con S.Ilario.
Oppure sono stato avanti di sette anni con Milano e sono indietro di cinque mesi con S.Ilario?
Adamo Cova nasce da cinque minuti di meditazione su questa faccenda.
Era doveroso concludere i dieci minuti con i cinque minuti che sono passati mentre.
Adamo: maschio, 31 anni, 175 centimetri e 70,5 Kilogrammi.
Capelli castano scuro, occhi marroni, carnagione chiara.
Celibe, un cane di nome Doc, labrador di anni 3 e kili 28.
Appartamentino modesto, al secondo piano di una palazzina con le finestrelle colorate, in una cittadina del nord Italia.
Simpatico ma solo dopo un po', mansueto come il suo cane, amante della pace e particolarmente pantofolaio.
Pochi amici, nessun vizio, nessuna morosa o tresche all'orizzonte, un onesto lavoro da impiegato alle poste.
Un tipo tranquillo.
Insomma, Adamo.
Adamo però non è come tutti gli altri: in dote, assieme al suo nome da primo della classe, ha ricevuto la capacità di muoversi.
Sa muoversi nel tempo.
Cinque minuti, questo è tutto quello che può mettere sul piatto della bilancia.
A lui la scelta: se stare fermo e guardare, oppure giocare, giocarseli in avanti o indietro alla roulette del tempo presente, quei cinque minuti.
Se pensa di poter avere a che fare con una cosa piacevole, allora ha imparato a girare all'indietro le lancette.
Ama i sabati del villaggio, e in questo modo si può regalare l'ebbrezza di ulteriori cinque minuti di pre-gioia.
E' allora cinque minuti avanti rispetto agli altri, nella corsa verso la vetta della felicità...
I suoi cinque minuti di ritardo si tramutano in elastico, come una molla che può permettersi il lusso di tendersi cinque minuti indietro.
Quando invece ha presagio di tempi duri, ecco che senza pensarci troppo vuole sempre caderci cinque minuti dopo.
"Chissà cosa avrò fatto in questi cinque minuti", così impiega i successivi cinque minuti dopo quello zompo nel tempo.
Ha in questo modo capito come fregare quel suo talento, potendo pertanto contare su ben dieci minuti di oblio (i suoi cinque più le sue domande), dove la mente si scolla da quella ostile realtà per restare impigliata a quel suo essere così cinque minuti fuori posto.
La narrazione dei fatti di questo Adamo, da 0 a 31 anni, viene omessa.
L'autore si è riservato infatti di correre cinque minuti avanti, riuscendo appunto a passare da 0 a 31 (anni) in poche righe.
(Trentun anni per fermarsi e fare il punto su Adamo? Mah...)
Con un ulteriore scatto si vuole poi arrivare a 86 anni, nella vita di Adamo Cova.
Bastano cinque minuti.
E' tutto quasi come prima, se non per il cane (morto), la famiglia (ora ha moglie e figlia), il lavoro che si è tramutato in pensione e l'altezza che è diventata 173 centimetri (gobba di 2 centimetri).
Pesa sempre 70,5, ora flaccidissimi, Kilogrammi.
A 86 anni Adamo sta per morire.
Forse tra cinque minuti.
Se lo sente, da un paio di giorni è a letto e sta lentamente perdendo di lucidità.
Ma come fare con quei cinque minuti?
Che farsene?
Vivere cinque minuti in più?
Equivarrebbe a paragonare la morte ad una cosa bella, meritevole di un surplus di attesa!
Provare a sforare l'ora del decesso, magari per buttare quella testa castano scura (nessun prodigio, per carità! Se li tinge, ora, i capelli) oltre l'ostacolo ultimo?
Non fare nulla e aspettare?
La porta si apre.
Adamo Cova spira serenamente tre minuti prima del suo ottantasettesimo compleanno.
Tre minuti.
Li avrà usati, i suoi cinque minuti?
Avanti, nell'estremo tentativo di arrivare ad ottantasette?
Indietro, come a voler trovare del buono anche in quella tragica circostanza, provando a festeggiando due volte l'ultimo compleanno?
Oppure avrà aspettato, riponendo nel taschino di quel suo lindo pigiama il jolly di tutta una vita?
Adamo Cova aveva un dono: poteva scegliere se diventare lepre o tartaruga.
Poteva decidere se camminare all'indietro o correre.
Nessuno ha mai saputo cosa ne ha fatto di quei cinque minuti.
E comunque all'autore non interessa, poiché ritiene che ciò non possa modificare i fatti.
O forse si, ma l'autore lo capirà solo tra dieci minuti.
Mentre passano cinque minuti.
A S.Ilario (la località, non il santo) mi dicono abbiano incominciato a decorare i panettoni di cemento, quelli che usano per non far parcheggiare le auto.
Insomma, i panettoncini antiparcheggio.
Già io ero arrivato in ritardo a questa cosa, che ho scoperto esistere dal Duemila a Milano.
Fatto sta che io avevo pensato di fare una cosa simile anche qua, a settembre, cinque mesi fa.
Ero indietro di sette anni con Milano, sono stato avanti di cinque mesi con S.Ilario.
Oppure sono stato avanti di sette anni con Milano e sono indietro di cinque mesi con S.Ilario?
Adamo Cova nasce da cinque minuti di meditazione su questa faccenda.
Era doveroso concludere i dieci minuti con i cinque minuti che sono passati mentre.
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