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Il Paradiso degli Orchi
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CINEMA E MUSICA

Adriano Angelini Sut, Alfredo Ronci, Pina D'aria

I migliori dischi del 2015.

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1 – Walls – Apparat (A.A.S.)

Dio benedica l'elettronica. Perché, se è vero (come indicano alcuni studi) che il livello di civiltà si misura da quanti ascoltano heavy-metal, potrei aggiungere che il livello di evoluzione cerebrale si misura da chi riesce a sintonizzarsi sull'elettronica. Di un livello superiore, come quella di Apparat. Inchino e battimani per l'album migliore del 2015. Cosmico.

2 – Worthy – Bettye Lavette (A.R.)

Non fate gli esagerati. Lei ogni tanto pubblica e quel che esce fuori è un lamento del cuore. E quella voce poi, rubata direttamente alla terra. Nel disco ci sono tutti, i soliti, da Bob Dylan agli Stones, dai Beatles a Joseph Lee Hooker. Aspettate il prossimo, con assoluta tranquillità, tanto sarà uno dei migliori.

3 - Demon lies - Datura4  (P.D.)

Rock-blues psichedelico in perfetto stile power grazie alla combinazione tra un’indole di stampo garage (Dom Mariani degli Stems) e un’attitudine all’insolito e al ritrovato gusto per il flower way of life. Le chitarre tirano parecchio con lo slide e per un’impostazione very screaming che solo gli Endless Boogie potrebbero superare.


4 – The Magic Whip, Blur (A.A.S.)

Continuo a credere che Demon Albarn sappia trasformare anche la merda in oro, e scusate la parola oro. Comporre un singolo come “There Are Too Many of Us” dopo più di vent'anni di carriera e diecimila progetti paralleli è davvero mostruoso. Un album semplicemente mostruoso. Che lascia di stucco. Imbattibili. 

5 -  Vulnicura – Bjork (A.R.)

Ne hanno dette, persino che è stata una completa delusione.  Non so cosa abbiano ascoltato, a me sembra un completo risveglio, anche se mi chiedo da dove. Mai una delusione in tutti questi anni e mai nemmeno la sensazione di un abbandono. Vulnicura è un abbraccio, un modo integrale per dichiarare la propria indipendenza e solitudine.

6 - Hazmat Modine – Extra Deluxe Supreme (P.D.)

Enfatici, ludici e lucidi proprio consapevoli di non invecchiare restando forever amazing, gli Hazmat hanno colorato il 2015 con tutte le loro intenzioni jazz&blues, swing&klezmer, con fiati da maestre e maestri quali sono, con testi spontanei e tanta voglia di far ballare.- 


7 – Music Complete, New Order (A.A.S.)

Che dire? Fra di loro litigano e si fanno causa ma per fortuna continuano a sfornare musica di livelli pazzeschi. Stavolta sfiorano la techno e lo fanno con tutte le venature rock possibili, un miracolo. Trent'anni fa un pezzo come “Singularity” sarebbe stato remixato dai più grandi DJ del pianeta e celebrato come un classico. Eccezionali.

8 – At least for now – Benjamic Clementine (A.R.)

Qui arriva il caso. Al primo ascolto, pur se incuriosito, alla fine l’ho riposto. Poi essendo uno di cuore, oltre che di testa, c’ho riprovato. Ed è arrivata la sorpresa. Non ho ancora capito da dove arriva, ma quel suo inglese non perfetto e negroide me lo fa apparire anche giusto e convincente. Bisogna perderci un po’ di tempo. Poi arriva l’illuminazione.

9 - Long lost suitcase – Tom Jones  (P.D.)

E’ lui, mitico TJ, che regala pretesti per piangere danzando “abbraccicollo” respirando con un solo polmone, insomma si fa per dire che:  la proposta è tantrica all’americana e d’eccellenza! Miele, guarda un po’, in “Honey,honey”, stomp style in “Take my love” e una strepitosa dedica ad Elvis con un grande, inconfondibile blues.

10 - Undertow, Drenge (A.A.S.)

Uno degli album più inaspettati del 2015. Il secondo, per questa band del Derbyshire. Un insieme di post-grunge, alternative rock e noise dai tratti fortemente evocativi. Eoin Loveless ha una voce destinata a durare nel tempo. Sono loro la novità, molto più dei Tame Impala. Potenti.  

11CSNY 1974 – CSN&Y  (A.R.)

Chissà cosa avrà pensato Nash quando si è trovato di fronte tutto quel materiale. Anche se, a dire la verità, quel materiale, e precisamente concerti dati nel nord degli Usa e in Inghilterra, c’erano da troppo tempo. Una gioia per il cuore, per chi crede che oltre la musica, e che musica, esista anche la sofferenza del cuore. Grazie dunque a tutti.


12 - Golden Road - The Batlin McMoore Blues experience (P.D.)

Hawaijani d.o.c. , disinvolti, ovvero, capaci di sperimentazioni così come di operazioni vintage; il duo sa di trasmettere un senso di mutamento e accadimenti: non a caso, “Raggae man sings the blues” potrebbe sposare “ Psychedelic Warrior” …

13 Paper Gods, Duran Duran.  (A.A.S.)

Un ritorno scoppiettante, un Nile Rodgers sempre in vena e uno schiaffo a quei critici che troppo facilmente li hanno sempre liquidati come boy-band ante-litteram. Funky, dance e asciutto romanticismo in stile prima new-wave. Sorprendenti. 

14Anthology le nostre anime – Franco Battiato (A.R.)

Non sono le versioni differenti di alcuni brani a farcelo segnalare. Non bastano i pezzi inediti (quattro) a dirci quanto è bravo Battiato. A dirci che questo pacco merita il nostro rispetto e la nostra ammirazione è l’impegno dell’artista a farci condividere il suo materiale. Forse questo lavoro non sarà l’unico. Ciccia, direbbero i più furbi. Ciccia, dico io.

15 - Paper Wheels - Trey Anastasio  (P.D.)

Ha proposto un lavoro pulito, snello, a suon di pop&soul con accenti funky e sixtie’s e cool stream blues: si tratta di canzoni in attesa che il meglio giunga presto con un pizzico di leggerezza.



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